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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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ora, ogni minuto segna un nuovo progresso. La rivoluzione proletaria non è qualche<br />

cosa che debba avvenire in un domani più o meno lontano, ma è già in via <strong>di</strong><br />

attuazione e avviene ad ogni istante sotto i nostri occhi – anche quando noi non la<br />

ve<strong>di</strong>amo – a misura che i lavoratori si elevano e si organizzano. Avanti, avanti! 74 .<br />

Se il 13 maggio 1911 si inaugurava il vessillo della Cooperativa muratori, con una<br />

grande festa il 16 luglio si celebravano congiuntamente le ban<strong>di</strong>ere delle leghe infermieri,<br />

muratori e fornaciai. La manifestazione, alla quale erano presenti importanti<br />

nomi dei partiti popolari nazionali e i maggiori <strong>di</strong> quelli locali, Dario Bal<strong>di</strong>, Ludovico<br />

D’Aragona, Felice Quaglino, Ettore Mancini, Ugo Tombesi, Giuseppe Filippini, Carlo<br />

Casati e Aiace Cerni, doveva assumere il valore <strong>di</strong> una vera e propria festa del lavoro<br />

oltre che una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> forza; per questo motivo si invitavano tutte le altre<br />

organizzazioni operaie a partecipare numerose e con i loro vessilli «onde far sì che i<br />

nuovi vessilli vengano raccolti in mezzo agli altri in una gloriosa attestazione <strong>di</strong> forza<br />

popolare, ammonimento e sprone alle battaglie e alle conquiste comuni» 75 .<br />

Gli anni 1912-13 rappresentano, come si è già detto, l’altro picco dell’emigrazione<br />

marchigiana. Nella provincia <strong>di</strong> Pesaro in questo biennio gli emigranti superano<br />

quota novemila «il tetto massimo <strong>di</strong> espatri provinciali annui mai registrati nella storia<br />

della regione fino al secondo dopoguerra» 76 . È <strong>di</strong> nuovo nel momento in cui le campagne<br />

si spopolano che riprendono il via sia le agitazioni mezzadrili che la vita della Cdl.<br />

L’11 maggio 1912 «Il Progresso» annuncia la ripresa delle lotte conta<strong>di</strong>ne per<br />

ottenere una più larga revisione del patto colonico, ma in definitiva i nuovi obiettivi<br />

non sono che la richiesta <strong>di</strong> applicare gli accor<strong>di</strong> stabiliti nel 1906:<br />

pur essendo <strong>di</strong>sposti a rinviare a tempo migliore alcune riforme già chieste come<br />

quella della sementa a metà per tutti […] oggi i conta<strong>di</strong>ni vogliono che la collara<br />

sia abolita completamente […] vogliono i conta<strong>di</strong>ni che sia abolita la tassa rustica<br />

[…] vogliono che il prodotto dell’olivo sia <strong>di</strong>viso a metà e su tale protesta<br />

richiamano quanto fu concordato dalle commissioni del 1906. Vogliono infine<br />

che anche la spesa della trebbiatura sia <strong>di</strong>visa a metà 77 .<br />

Le trattative fra la Commissione delle leghe e quella dei proprietari vengono sostenute,<br />

per i conta<strong>di</strong>ni, da Paolo Lazzarini, Silverio Talevi, Luigi Pandolfi, Fermo Montesi,<br />

Pietro Rossini, Salvatore Pizzagalli, Luigi Gabani e Giuseppe Filippini. La vertenza<br />

inizialmente trova l’appoggio anche delle leghe cattoliche 78 , ma ben presto l’unità si<br />

rompe: «Oggi i cattolici si muovono per conto proprio in ispregio a qualsiasi concetto<br />

______________________<br />

74 «Il Progresso», 29 aprile 1911.<br />

75 «Il Progresso», 15 luglio 1911.<br />

76 Martellini, Fra Sunny Side e la Nueva Marca, cit., p. 37.<br />

77 «Il Progresso», 11 maggio 1912.<br />

78 Dal Pozzo, Le leghe conta<strong>di</strong>ne (dalle origini alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale), cit., p. 107.<br />

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