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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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In compenso, però, nel <strong>di</strong>cembre 1921 l’Amministrazione <strong>provinciale</strong> e l’Ufficio<br />

<strong>provinciale</strong> del Lavoro decidevano l’istituzione <strong>di</strong> un Ufficio <strong>provinciale</strong> del collocamento<br />

a cui venivano delegati anche i compiti relativi alla tutela e all’assistenza degli<br />

emigranti. Nel maggio 1922, pochi mesi prima che i fascisti occupassero le se<strong>di</strong> istituzionali<br />

della Provincia e dei municipi, l’Ufficio presentava una relazione sull’attività<br />

svolta, nella quale, tra l’altro, veniva riba<strong>di</strong>ta nuovamente l’adesione alla linea <strong>di</strong> condotta<br />

suggerita dall’Umanitaria e veniva riconosciuto il ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento svolto<br />

a livello nazionale dal Regio Commissariato Generale dell’Emigrazione, l’organismo<br />

creato nel 1901 per coor<strong>di</strong>nare l’azione dello Stato in materia <strong>di</strong> emigrazione.<br />

Ma questa volta a impe<strong>di</strong>re il funzionamento e l’efficacia dell’Ufficio fu l’avvento<br />

del fascismo.<br />

5. Il fascismo delle origini e il problema dell’emigrazione<br />

Le istituzioni fasciste presero ben presto in mano il controllo <strong>di</strong> tutti gli aspetti della<br />

vita sociale ed economica della provincia, compresi quelli riguardanti il mondo del<br />

lavoro.<br />

La chiusura della Camera del Lavoro e la creazione <strong>di</strong> sindacati fascisti inquadrati<br />

dentro il terreno magmatico del corporativismo del regime, oltre a lasciare i lavoratori<br />

privi <strong>di</strong> tutela, cambiò anche la natura del rapporto tra le istituzioni nazionali e locali e<br />

il mondo degli emigranti. Così fin dal 1923 la Confederazione delle corporazioni sindacali<br />

fasciste decretava la nascita, su scala nazionale, dell’Ufficio nazionale fascista<br />

per l’Emigrazione, voluto espressamente per surrogare i compiti del Regio Commissariato<br />

generale dell’emigrazione. Insomma, come in tutti gli altri ambiti della vita pubblica,<br />

il fascismo svuotava <strong>di</strong> significato e <strong>di</strong> funzioni le istituzioni dello Stato e trasferiva<br />

le loro attribuzioni ad istituzioni nuove, create dal regime.<br />

All’interno <strong>di</strong> questa fascistizzazione della materia migratoria colpisce anche l’allargamento<br />

dei compiti assegnati all’Ufficio nazionale fascista per l’Emigrazione: il<br />

suo scopo, infatti, non era più soltanto quello della tutela degli emigranti, ma anche<br />

quello ben più ambizioso, quantunque in linea con la roboante retorica del regime,<br />

della «valorizzazione del lavoro italiano all’estero». Tuttavia, in sede <strong>di</strong> programma,<br />

più che le iniziative per raggiungere questo obiettivo, spiccava tra le attribuzioni che<br />

venivano conferite al nuovo organismo, quella <strong>di</strong> «promuovere un’opera decisamente<br />

ed energicamente fascista, sia all’interno che all’estero, per la tutela e l’assistenza dei<br />

lavoratori italiani, allo scopo <strong>di</strong> porre rime<strong>di</strong>o alle deficienze della protezione consolare<br />

e degli Istituti <strong>di</strong> emigrazione oggi esistenti» 22 . In particolare all’Ufficio veniva<br />

______________________<br />

22 Asp, Amministrazione Provinciale, b. 1431, tit. VIII, “Ufficio <strong>provinciale</strong> del lavoro”.

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