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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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funzionare «nei rapporti più amichevoli con le Amministrazioni comunali e con i sodalizi<br />

<strong>di</strong> carattere economico-sociale esistenti nella provincia. […] Siccome poi l’Ufficio<br />

deve tener conto <strong>di</strong> quanto è già stato compiuto nel campo dell’attività sociale per<br />

fare opera d’integrazione, prego tutti i sodalizi <strong>di</strong> inviare ad esso copia dei loro statuti».<br />

La nascita veniva salutata in maniera positiva da «Il Progresso» sebbene si precisasse<br />

che<br />

la nuova istituzione non collima con quel che noi pensiamo sia piena giusta tutela<br />

del lavoro: anzi ne sta lontana non <strong>di</strong> brevissimo passo, come lo esprime subito il<br />

rilievo <strong>di</strong> prima impressione che la rappresentanza padronale viene in fatto ad<br />

essere in quantità molto superiore a quella degli operai. Ma non si può pretendere<br />

da una espressione conservatrice, come è oggi il consiglio <strong>provinciale</strong>, una manifestazione<br />

<strong>di</strong> giusta completa <strong>di</strong>fesa del lavoro, il senso dell’interesse <strong>di</strong> classe<br />

non può non influire in ogni sua delibera che perciò conviene esaminare, avendo<br />

presente l’attuale situazione nella sua grande complessità, con un criterio <strong>di</strong> relatività.<br />

[…] se non possiamo mostrare sod<strong>di</strong>sfazione dobbiamo riconoscere una<br />

certa obiettività, specie nella relazione che accompagna la proposta […]. In una<br />

parola noi benevolmente impressionati dalle parole, aspettiamo che i fatti ad esse<br />

corrispondano 143 .<br />

Anche alla prova dei fatti, tuttavia, con la soluzione della vertenza tra muratori e capimastri<br />

nel marzo 1919 che sanciva un aumento della tariffe a favore dei primi, l’Ufficio<br />

sembrava essersi mosso bene: «dobbiamo notare per ragione <strong>di</strong> giustizia – scrive<br />

«Il Progresso» dandone conto – che il componimento si è compiuto auspice l’Ufficio<br />

<strong>provinciale</strong> del lavoro e <strong>di</strong> collocamento che si è comportato con sollecitu<strong>di</strong>ne e ferma<br />

obiettività» 144 .<br />

L’attività dell’Ufficio è assai intensa negli anni <strong>di</strong>fficili del dopoguerra. In seguito<br />

al decreto luogotenenziale 17 novembre 1918, n. 1911 contenente <strong>di</strong>sposizioni per il<br />

collocamento della mano d’opera, l’Ufficio si trasforma nel gennaio 1920 in Ufficio<br />

<strong>provinciale</strong> del lavoro e del collocamento. Nel maggio dello stesso anno viene stipulata<br />

una convenzione con il comune per cui l’ufficio assume il servizio del collocamento<br />

e dei sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione (r.d. 19 ottobre 1919, n. 2214). Nelle Proposte per il<br />

rior<strong>di</strong>namento dell’Ufficio <strong>provinciale</strong> del lavoro, la commissione non riteneva opportuno<br />

trasformare l’Ufficio in ente autonomo sussi<strong>di</strong>ato dalla provincia, ma che dovesse<br />

invece mantenersi quale branca dell’amministrazione <strong>provinciale</strong> perché «la costituzione<br />

e il funzionamento presenterebbero non lievi <strong>di</strong>fficoltà specie nella nostra Provincia<br />

in cui le organizzazioni padronali ed operaie, che dovrebbero costituire il Consorzio,<br />

non hanno ancora raggiunto il loro pieno sviluppo. L’esperienza fatta da altre<br />

______________________<br />

143 «Il Progresso», 22 giugno 1918.<br />

144 «Il Progresso», 27 marzo 1919.<br />

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