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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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affidato il compito <strong>di</strong> controllare l’operato <strong>di</strong> quelle istituzioni laiche e religiose che<br />

dagli anni della grande migrazione avevano svolto le funzioni <strong>di</strong> tutela nei confronti<br />

degli emigranti, ossia l’Umanitaria (proprio quella istituzione che aveva creato e promosso<br />

i segretariati dell’emigrazione in tutta la penisola) e l’Opera Bonomelli (l’altro<br />

importante istituto <strong>di</strong> ispirazione religiosa che si occupava dell’assistenza agli emigranti).<br />

La loro azione veniva sottoposta all’occhiuta vigilanza <strong>di</strong> funzionari del regime<br />

sia all’interno dei confini nazionali (attraverso gli uffici provinciali) sia nei paesi<br />

<strong>di</strong> espatrio (attraverso le sezioni estere delle Federazioni sindacali fasciste).<br />

Contestualmente alla nascita dell’ufficio nazionale fascista per l’Emigrazione venivano<br />

istituiti, presso ogni Federazione sindacale, degli Uffici provinciali <strong>di</strong> emigrazione,<br />

il cui segretario risultava «gerarchicamente sottoposto al Segretario Generale<br />

della Federazione Sindacale». Agli uffici provinciali spettava il compito <strong>di</strong> organizzare<br />

la tutela e l’assistenza degli emigranti in ambito locale, ma era fatto loro assoluto <strong>di</strong>vieto<br />

<strong>di</strong> far capo al Commissariato generale per l’emigrazione: il loro unico referente sarebbe<br />

stato, invece, l’Ufficio nazionale fascista per l’Emigrazione «per evitare – si legge<br />

testualmente nel decreto istitutivo – una <strong>di</strong>spersione delle iniziative e una implicita e<br />

conseguente <strong>di</strong>minuzione dell’Ufficio Nazionale rispetto al R. Commissariato, la qual<br />

cosa risulterebbe a vantaggio degli altri Istituti consimili (Bonomelli e Umanitaria)» 23 .<br />

Il 27 luglio 1923 la Federazione <strong>provinciale</strong> dei sindacati fascisti <strong>di</strong> Pesaro riceveva<br />

l’or<strong>di</strong>ne dagli organismi nazionali <strong>di</strong> istituire l’Ufficio <strong>provinciale</strong> <strong>di</strong> emigrazione e<br />

pochi giorni dopo i fascisti pesaresi sferravano un deciso attacco contro l’Ufficio del<br />

lavoro, suggerendo all’Amministrazione <strong>provinciale</strong> <strong>di</strong> unificarlo all’Ufficio tecnico<br />

della Federazione <strong>provinciale</strong> dei sindacati fascisti, il che equivaleva, in sostanza, alla<br />

sua soppressione:<br />

L’Ufficio dei Sindacati [fascisti] – era la motivazione della richiesta – in considerazione<br />

del magnifico sviluppo <strong>di</strong> questi nella Provincia, sviluppo che giornalmente<br />

va sempre più ampliandosi, sarà certamente destinato in brevissimo tempo<br />

a raccogliere le simpatie <strong>di</strong> tutti gli operai che italianamente pensano e operano.<br />

Di conseguenza l’Ufficio Provinciale del Lavoro verrebbe certamente meno al<br />

precipuo suo scopo 24 .<br />

L’Ufficio <strong>provinciale</strong> <strong>di</strong> collocamento continuò ancora per qualche mese a occuparsi<br />

dei lavoratori che si recavano all’estero: tra il 1922 e i primi mesi del 1923 aveva<br />

prestato assistenza a 838 emigranti:<br />

Particolare attività – si legge in una nota dell’Ufficio dell’aprile 1923 – l’Ufficio<br />

ha esplicato per il collocamento all’estero, assistendo gli operai non solo nella<br />

regolarizzazione dei contratti, ma anche nella formazione dei passaporti, nel rila-<br />

______________________<br />

23 Ivi.<br />

24 Ivi.<br />

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