cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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Ancora a giu<strong>di</strong>care dal terzo congresso della Federmezzadri, che si svolse a Pesaro<br />
il 13-14 settembre 1952, questa classe sociale (che costituiva, come abbiamo visto, la<br />
componente più importante degli iscritti alla Cgil), era ben lontana dal declino. La<br />
relazione introduttiva del segretario Giovanni Costantini (segretario della Confederterra<br />
era invece Elio Della Fornace) ritraeva una federazione all’apice della sua forza e<br />
consapevole che le proposte scaturite dal congresso interessavano decine <strong>di</strong> migliaia<br />
<strong>di</strong> famiglie pesaresi, che versavano in uno stato endemico <strong>di</strong> miseria 249 . Il congresso,<br />
al quale parteciparono 317 delegati, 53 delegate e oltre 60 invitati, era stato preceduto<br />
da 400 assemblee <strong>di</strong> frazione e da 45 congressi <strong>di</strong> lega comunali o interfrazionali, nei<br />
quali erano stati anche <strong>di</strong>scussi ed elaborati i “quaderni <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazione” dei mezzadri.<br />
La federazione contava 29.600 iscritti, 390 leghe frazionali o <strong>di</strong> contrada, 45 leghe<br />
comunali e interfrazionali. Nella stima (a <strong>di</strong>re il vero arrotondata in eccesso) della<br />
segreteria del sindacato più importante della Cgil, l’agricoltura coinvolgeva ancora<br />
poco meno <strong>di</strong> 180.000 persone nella provincia. Con questi numeri, la Federmezzadri<br />
in<strong>di</strong>viduava, a ragion veduta, nello sviluppo dell’agricoltura il volano economico dell’intera<br />
società pesarese. Dopo le tante battaglie dei sette anni precedenti, dalla fine<br />
della guerra le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro dei conta<strong>di</strong>ni non erano però molto migliorate. La<br />
produzione stentava ancora a riportarsi sui livelli anteguerra, così pure come il patrimonio<br />
zootecnico. Lo stato delle abitazioni conta<strong>di</strong>ne restava alquanto arretrato. Da<br />
un’indagine compiuta nel 1949 dalla Camera <strong>di</strong> commercio insieme all’Ispettorato<br />
agrario e all’Associazione agricoltori, citata nella relazione <strong>di</strong> Costantini, su 26.000<br />
case coloniche censite, 4.500 risultavano inabitabili e 20.000 richiedevano interventi<br />
<strong>di</strong> manutenzione. Indagini eseguite in ambito più circoscritto fra il 1951 e il 1952<br />
confermavano questo stato <strong>di</strong> cose. A Macerata Feltria 150 abitazioni conta<strong>di</strong>ne (sulle<br />
1.500 censite) erano inabitabili, circa 1.200 da riparare. A Pozzo, nella vallata del<br />
Foglia, solo 20 famiglie su 170 avevano “scoperto” la corrente elettrica.<br />
Meccanizzazione e innovazione dei processi produttivi stentavano a muovere i<br />
primi passi e in questo senso Fontecorniale non faceva eccezione. In tutta la provincia<br />
si stimavano un centinaio <strong>di</strong> trattori <strong>di</strong>sponibili per l’aratura (a fronte <strong>di</strong> un bisogno<br />
calcolato <strong>di</strong> 2.000) e solo cinque o sei mietileghe (delle 5-6.000 necessarie). Anche la<br />
concimazione chimica era nettamente insufficiente e le rese agrarie si collocavano sui<br />
livelli tipici dell’età giolittiana (12 quintali per ettaro).<br />
Le cause <strong>di</strong> questo stato <strong>di</strong> cose, secondo Costantini, andavano addebitate alla<br />
situazione internazionale, al governo, all’assenza <strong>di</strong> una riforma agraria e ad una politica<br />
repressiva che rispondeva alle richieste conta<strong>di</strong>ne con gli interventi <strong>di</strong> polizia.<br />
Seguiva un vero e proprio bollettino <strong>di</strong> guerra, tipico, come abbiamo visto, <strong>di</strong> quella<br />
fase <strong>di</strong> acuto scontro sociale: 300 conta<strong>di</strong>ni denunciati al Tribunale penale e 400 al<br />
Tribunale civile, 40 arrestati, 150 fermati, 5.000 <strong>di</strong>ffidati, 235 <strong>di</strong>sdettati negli ultimi<br />
anni.<br />
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249 Ivi.