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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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protestare contro i prezzi imposti dal calmiere, i macellai chiudono i loro esercizi:<br />

Ciò innesca il meccanismo <strong>di</strong> protesta, che si apre con un manifesto firmato dai<br />

“Libertari” il quale propone, ai lavoratori ed ai partiti popolari, l’apertura dell’agitazione<br />

55 . Questa inizia, imponente, il 5 gennaio: una folla, valutata dalle forze dell’or<strong>di</strong>ne<br />

in oltre duemila persone, con in testa le filandaie che <strong>di</strong>stribuiscono un foglio<br />

intitolato «Non si può andare più avanti così», si riunisce davanti al municipio per<br />

protestare contro il rincaro dei viveri. Un’apposita commissione, nominata durante la<br />

riunione e capeggiata dall’anarchico Enrico Travaglini 56 , viene ricevuta dalla giunta<br />

alla quale viene presentato un memoriale <strong>di</strong> richieste pre<strong>di</strong>sposto dal comitato d’agitazione<br />

sin dal giorno prima. Ma la risposta è ritenuta poco sod<strong>di</strong>sfacente, quin<strong>di</strong>,<br />

l’assemblea dei convenuti delibera lo sciopero generale proposto dall’anarchico<br />

Travaglini mentre il repubblicano Scarponi consiglia la calma. L’adesione è imme<strong>di</strong>atamente<br />

completa e parte un corteo <strong>di</strong>retto alla piazza principale. Al passaggio dei<br />

<strong>di</strong>mostranti anche tutti i negozi vengono chiusi; durante il percorso del corteo, in<br />

______________________<br />

55 «L’Adriatico», 5 gennaio 1906; «La Concor<strong>di</strong>a», 13 gennaio 1906.<br />

56 Enrico Travaglini, tipografo, nasce a Fano il 18 ottobre 1871, da Luigi e Giovanna Tomassoni. Sua<br />

moglie Maria Pezzolesi, filandaia, muore precocemente a causa della tisi. È il principale esponente dei<br />

gruppi anarchici <strong>di</strong> Fano nel periodo 1896-1906. Nell’ambiente libertario della sua città, formato prevalentemente<br />

da operai e artigiani, è il personaggio dotato <strong>di</strong> maggior cultura e preparazione, in virtù della sua<br />

professione e degli stu<strong>di</strong> compiuti da auto<strong>di</strong>datta. L’ambiente familiare è decisamente progressista: il padre<br />

Luigi, ancora quin<strong>di</strong>cenne, partecipa come volontario, alla guerra contro l’Austria nel 1848 (Prima guerra<br />

d’in<strong>di</strong>pendenza) nel battaglione <strong>di</strong> volontari fanesi impegnato sul fronte veneto. Corre alla <strong>di</strong>fesa della<br />

Repubblica Romana nel ’49 partecipando con altri volontari fanesi alla strenua <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Ancona contro gli<br />

austriaci. Il fratello <strong>di</strong> Enrico, Germano, è gerente responsabile del giornale «L’Eco del popolo», perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />

orientamento repubblicano/socialistico pubblicato a Fano tra il 1893 e il 1894. Il Travaglini è il protagonista<br />

del rafforzamento della presenza anarchica in Fano, quando, il 26 Novembre 1901, vengono sciolti i tre<br />

gruppi preesistenti e viene formato un nuovo gruppo: “Circolo Socialista Anarchico La Civiltà” (poi trasformato<br />

in “Unione Socialista Anarchica” e infine <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>viso tra “Gruppo anarchico Nè Dio nè Padroni”<br />

e il gruppo “Circolo Anarchico Francisco Ferrer”), con sede pubblica in Via de’ Rusticucci 22. È poi il<br />

promotore delle pubblicazioni del settimanale ««In Marcia», verso la vera giustizia sociale» (una prima serie<br />

<strong>di</strong> questo perio<strong>di</strong>co risale al 1885/1886, ne seguirà una nel 1912/1914). Le pubblicazioni iniziano nell’aprile<br />

del 1906 ed in poco più <strong>di</strong> sei mesi <strong>di</strong> vita del giornale Travaglini e gli altri redattori e responsabili subirono<br />

ben sette processi: per non aver ottemperato alle leggi sulla stampa, per incitamento all’o<strong>di</strong>o tra le classi,<br />

apologia <strong>di</strong> regici<strong>di</strong>o, per istigazione a delinquere, per oltraggio e <strong>di</strong>ffamazione e soprattutto per le polemiche<br />

anticlericali. Per tutti i processi subiti Travaglini totalizza condanne per oltre 30 mesi; per evitare il<br />

carcere ripara all’estero, con un percorso ben conosciuto dagli anarchici italiani: prima in Svizzera e poi<br />

negli Stati Uniti d’America. A Lugano, presso la Tipografia Sociale, dà alle stampe un numero unico “Ai<br />

miei vili denigratori”, ampiamente <strong>di</strong>ffuso in Fano (ma anche sequestrato dalle forze dell’or<strong>di</strong>ne e i <strong>di</strong>stributori<br />

puniti) dove racconta la sua vicenda giuri<strong>di</strong>ca e giustifica il suo espatrio. Le autorità <strong>di</strong> polizia italiane lo<br />

rintracciano nel luglio del 1907 a Paterson (USA), dove esercita la sua professione <strong>di</strong> tipografo e ove svolge<br />

propaganda anarchica. Nel 1920/1922 è ancora tra i sottoscrittori della stampa anarchica fanese (come tutta<br />

la numerosa comunità <strong>di</strong> anarchici della zona emigrata all’estero). La polizia, da informazioni raccolte a<br />

Ginevra, lo inserisce in un elenco <strong>di</strong> anarchici italiani e spagnoli residenti nelle Americhe e considerati<br />

pericolosi; ancora nel 1933 risulta segnalato come antifascista e nel 1937 iscritto nella rubrica <strong>di</strong> frontiera.<br />

Tratto da Dizionario biografico degli anarchici italiani, cit.<br />

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