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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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mercati. Il 12-13 luglio, come concordato, la trebbiatura era finalmente cominciata,<br />

intanto che le trattative proseguivano a livello nazionale, ma già il 18 fu indetto un<br />

nuovo sciopero, aderendo all’invito dei sindacati nazionali. Solo il 20 l’agitazione<br />

poteva <strong>di</strong>rsi conclusa, con la sottoscrizione, a livello <strong>provinciale</strong>, <strong>di</strong> un accordo per le<br />

squadre d’aia e <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi contratti aziendali a Fano, Pergola, Macerata Feltria, Urbino,<br />

Fossombrone, Urbania, Cagli, Orciano. Nella fase più acuta, la lotta mezzadrile si era<br />

saldata allo sciopero generale e allo sdegno seguito ai fatti <strong>di</strong> Genova, Reggio Emilia<br />

e della Sicilia, in una mobilitazione che aveva coinvolto altre categorie <strong>di</strong> lavoratori,<br />

l’Associazione nazionale partigiani, Psi, Pci e Pri, gli studenti universitari. Le manifestazioni<br />

si erano svolte nei centri principali della provincia. A Urbino, in particolare, la<br />

protesta aveva assunto un chiaro significato <strong>di</strong> continuità con i valori della Resistenza:<br />

il corteo si era concluso davanti al monumento dei caduti e con la deposizione <strong>di</strong> una<br />

corona <strong>di</strong> fiori nel luogo dove erano stati uccisi alcuni partigiani. Giuseppe Mari, <strong>di</strong>rigente<br />

comunista ed ex comandante partigiano aveva tenuto il comizio conclusivo.<br />

Negli stessi mesi l’impegno della Cgil e del Partito comunista era stato intenso<br />

anche verso le nuove realtà operaie che si affermavano sulla spinta dell’industrializzazione.<br />

Nel solo comune <strong>di</strong> Pesaro il comparto del legno aveva raggiunto i 3.000 addetti.<br />

Nuove figure operaie si affacciavano al mercato del lavoro suscitando l’attenzione<br />

dei <strong>di</strong>rigenti del sindacato e dei principali partiti <strong>di</strong> massa. Il fenomeno che meritava<br />

una particolare sensibilità era la trasformazione dei tantissimi lavoratori agricoli in<br />

salariati operai.<br />

Con la crisi dell’agricoltura e quin<strong>di</strong> con lo spopolamento delle campagne, centinaia<br />

<strong>di</strong> lavoratori, in modo particolare i giovani, vanno alla ricerca <strong>di</strong> una occupazione<br />

e molti vengono assunti nelle fabbriche del legno e nelle aziende artigiane.<br />

Questa giovane classe operaia che ha vissuto nelle campagne con red<strong>di</strong>ti irrisori,<br />

che per la prima volta riceve la busta paga senza esperienza <strong>di</strong> fabbrica, con una<br />

scarsa coscienza <strong>di</strong> classe è sottoposta allo sfruttamento più vergognoso e con il<br />

mancato rispetto del contratto gli industriali realizzano alti profitti 276 .<br />

I nuovi venuti della forza lavoro <strong>di</strong> fabbrica richiedevano quin<strong>di</strong> un forte impegno<br />

pedagogico che il Pci, in particolare, intraprese mobilitando le sue sezioni, le cellule <strong>di</strong><br />

fabbrica, i militanti. Le Commissioni interne assumevano particolare importanza in<br />

quella fase <strong>di</strong> rapida trasformazione del mondo del lavoro, proprio per intercettare e<br />

coinvolgere i nuovi bisogni e gli operai più giovani e meno sindacalizzati. Intorno ai<br />

problemi contrattuali vennero mobilitati, in quello scorcio del 1960, gli operai e<strong>di</strong>li,<br />

gli addetti dei laterizi e, soprattutto, i lavoratori del legno, che con i 5.000 addetti<br />

censiti nelle aziende locali, stavano <strong>di</strong>ventando la categoria più importante della provincia.<br />

______________________<br />

276 Relazione <strong>di</strong> Tino Manenti, per la segreteria della federazione <strong>provinciale</strong> del Pci alla <strong>di</strong>rezione<br />

nazionale, 22 agosto 1960, in <strong>Archivio</strong> Pci <strong>di</strong> Pesaro.

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