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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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<strong>provinciale</strong> socialista-anarchica e al settimanale «In Marcia», che sospende le sue<br />

pubblicazioni nel marzo del 1886 quando l’Antonelli torna a Bologna per continuare<br />

gli stu<strong>di</strong> 24 .<br />

Il 1885 è anche l’anno in cui a Fano si riacutizzano le tensioni sociali: analogamente<br />

a quanto avvenuto più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni prima, la protesta parte come “sciopero<br />

del vino”. La proclamazione dello sciopero avviene in un comizio generale del 19<br />

ottobre 1885 e riconfermata in una seconda riunione del 26 ottobre, a cui prendono<br />

parte un migliaio <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni fanesi 25 . Lo sciopero termina alla metà <strong>di</strong> novembre<br />

senza aver raggiunto risultati significativi 26 . Dopo questo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> conflitto sociale,<br />

a Fano scoppiano perio<strong>di</strong>camente altre lotte e manifestazioni, tutte con simili<br />

caratteristiche: ribellioni, scioperi citta<strong>di</strong>ni contro caroviveri o per la scarsità dei<br />

generi <strong>di</strong> prima necessità. Poche invece sono le riven<strong>di</strong>cazioni con caratteristiche<br />

spiccatamente sindacali o professionali: un ritardo nello sviluppo del movimento<br />

sindacale che si trascina anche successivamente. Una prima evidente motivazione<br />

sta nella struttura sociale ed economica della popolazione fanese, che rispecchiava<br />

la nota realtà marchigiana basata sull’agricoltura (con specificità del sistema<br />

mezzadrile) e vede una scarsa presenza <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali. Il comune <strong>di</strong><br />

Fano, poco dopo l’ingresso nello Stato Italiano conta meno <strong>di</strong> 20.000 abitanti, <strong>di</strong> cui<br />

il 60% nelle campagne, il 30% nella città ed il 10% nei sobborghi. L’unica industria<br />

manifatturiera esistente è quella della trattura della seta: da una statistica del 1864 27<br />

risultano n. 8 opifici con un totale <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> cinquecento addette/i (solo in due<br />

casi gli occupati superano le cento unità) questa, insieme a quella della pesca, rappresentano<br />

le due maggiori attività economiche presenti in città. Erano invece presenti<br />

una miriade <strong>di</strong> artieri/artigiani (calzolai, fabbri, muratori, sarti ecc) in botteghe<br />

dove l’impresa era formata dal solo titolare e da qualche lavorante o giovani garzoni.<br />

Il salario me<strong>di</strong>o giornaliero variava dalle due lire per falegnami, fabbri o muratori<br />

<strong>di</strong> prima classe, alla lira per manovali e agricoltori per scendere ai sessantacinque<br />

______________________<br />

24 Ettore Antonelli si toglierà la vita con una iniezione <strong>di</strong> morfina il 29 maggio 1889. Ve<strong>di</strong>: In Memoria<br />

<strong>di</strong> Ettore Antonelli, nel IV anniversario della sua morte, Premiata Società Tipografica Cooperativa,<br />

Fano, 1893.<br />

25 «In Marcia», supplemento al n. 6 del 23-24 ottobre 1885 e 1 novembre 1885. Curiosità: in SAS<br />

FA - ASC, 1885, titolo 11, si conserva lettera del delegato <strong>di</strong> PS <strong>di</strong> Fano <strong>di</strong>retta al Sindaco affinché<br />

prendesse provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari nei confronti della Guar<strong>di</strong>a Municipale Vampa Ercole, evidenziando<br />

che si trattava <strong>di</strong> uno dei più accesi esponenti del comitato degli scioperanti, e sorpreso ad affiggere<br />

cartelli incitanti lo sciopero. Tra l’altro era l’incaricato dei controlli presso le osterie circa la qualità e i<br />

prezzi.<br />

26 «In Marcia», 15 novembre 1885 e 29 novembre 1885; il giornale sosteneva attivamente l’agitazione<br />

e contava <strong>di</strong> far proseguire lo sciopero fino a Natale; in seguito segnala che i provve<strong>di</strong>menti presi<br />

dalle autorità locali: cartellini e controllo della qualità sono del tutto inefficaci e che tra le cause del<br />

fallimento della protesta c’era anche la defezione dei “capipopolo”.<br />

27 SAS FA - ASC, 1864, titolo XX.

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