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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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310<br />

“Terra a chi la lavora” era insomma poco più <strong>di</strong> uno slogan, come ricordava Elio Della<br />

Fornace:<br />

Era una parola d’or<strong>di</strong>ne stimolante…senza precise convinzioni […] e non è solo<br />

la mia convinzione <strong>di</strong> oggi, lo era anche <strong>di</strong> allora, […] Pensare in quel momento<br />

che si potessero espropriare le terre per <strong>di</strong>stribuirle ai conta<strong>di</strong>ni voleva <strong>di</strong>re la<br />

rivoluzione d’ottobre o giù <strong>di</strong> lì 252 .<br />

Pur nell’indeterminatezza dei contorni della riforma agraria, gli obiettivi strutturali<br />

in<strong>di</strong>viduati dal congresso perseguivano un’idea <strong>di</strong> sviluppo agricolo incentrato su una<br />

modernizzazione (in linea con il Piano del lavoro: investimenti infrastrutturali, per la<br />

meccanizzazione e l’innovazione tecnica) che non stravolgesse le caratteristiche tra<strong>di</strong>zionali<br />

delle relazioni contrattuali locali, fondate sulla mezzadria. Non aveva certamente<br />

questa finalità l’auspicata riforma fon<strong>di</strong>aria che avrebbe dovuto fissare dei limiti<br />

alla proprietà terriera e affidare ai conta<strong>di</strong>ni senza terra le “eccedenze”, tramite contratti<br />

<strong>di</strong> enfiteusi o altri strumenti. Né poteva avere effetti <strong>di</strong>rompenti sul tessuto agrario<br />

pesarese l’applicazione della legge Gullo-Segni sulla concessione ai conta<strong>di</strong>ni delle<br />

terre insufficientemente coltivate. Obiettivi più concreti erano invece la <strong>di</strong>sdetta<br />

solo per giusta causa (furti o gravi danni alla produzione), la richiesta <strong>di</strong> clausole<br />

contrattuali più favorevoli ai conta<strong>di</strong>ni (superamento della ripartizione del 53%) o la<br />

riven<strong>di</strong>cazione al <strong>di</strong>ritto all’assistenza (me<strong>di</strong>ca e ospedaliera), alla previdenza e ai<br />

servizi de<strong>di</strong>cati alla maternità e all’infanzia (asili nido e ambulatori nelle frazioni),<br />

alla formazione e al tempo libero. Innovativa ma alquanto aleatoria era infine la riven<strong>di</strong>cazione<br />

<strong>di</strong> “<strong>di</strong>gnità nei rapporti <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione”, il superamento cioè della subor<strong>di</strong>nazione<br />

e la partecipazione dei mezzadri (in forma singola o attraverso i consigli <strong>di</strong> azienda)<br />

alla <strong>di</strong>rezione dell’azienda mezzadrile.<br />

La risoluzione conclusiva del congresso recepiva queste linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e queste<br />

riven<strong>di</strong>cazioni esplicitando però più chiaramente la prospettiva perseguita dai conta<strong>di</strong>ni<br />

e la “loro massima aspirazione: la conquista della terra” 253 .<br />

Ma era veramente questa la massima aspirazione dei conta<strong>di</strong>ni?<br />

7.4. Lascia o raddoppia?<br />

Il tema del superamento del contratto mezzadrile fu posto ancor più esplicitamente nel<br />

successivo congresso <strong>provinciale</strong> della Federmezzadri, che si tenne a Pesaro il 26 e 27<br />

novembre 1955. La meccanizzazione e l’introduzione <strong>di</strong> colture industriali richiedeva<br />

______________________<br />

252 Testimonianza <strong>di</strong> Elio Della Fornace, a cura dell’autore, 11 febbraio 1994.<br />

253 Risoluzione conclusiva al 3° congresso <strong>provinciale</strong> della Federmezzadri <strong>di</strong> Pesaro, 13-14 settembre<br />

1952, in ACgil PS, b. 3 (1952-1954), fasc. 3.

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