cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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poco più del 2% del numero delle proprietà superava i 50 ettari <strong>di</strong> estensione 14 . Sostanzialmente<br />
assente era la grande azienda <strong>di</strong> impianto capitalistico e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
quella classe bracciantile che caratterizzava la <strong>di</strong>alettica sociale e sindacale dell’area<br />
padana alla fine degli anni quaranta 15 .<br />
Sulla staticità complessiva dell’apparato produttivo della provincia pesava anche,<br />
sul piano strutturale, la caratteristica morfologica del territorio, a prevalenza montagnosa<br />
e collinare. Segnali <strong>di</strong> erosione degli equilibri tra<strong>di</strong>zionali si erano registrati però fin<br />
dagli anni trenta. La tendenza della popolazione, comune alle province contermini, a<br />
muoversi verso la zona costiera, era un in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> un prudente processo <strong>di</strong> modernizzazione,<br />
che nella fabbrica <strong>di</strong> motociclette Benelli (200-500 occupati nel 1934, 7-800 alla vigilia<br />
della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale) e nell’attività chimico-mineraria della Montecatini, aveva<br />
i poli industriali <strong>di</strong> maggior visibilità. Il maggior <strong>di</strong>namismo dell’area costiera, dove<br />
sorgevano piccole imprese <strong>di</strong> carattere artigianale (rivolte prevalentemente alla produzione<br />
<strong>di</strong> beni <strong>di</strong> consumo: legno, alimentari, abbigliamento) accentuava la <strong>di</strong>stanza con il<br />
territorio collinare e montano. L’incidenza della grande industria, sospinta dalle commesse<br />
belliche durante il conflitto, ma lentissima a riprendere l’attività dopo il 1945,<br />
restava peraltro marginale. Dopo la guerra si assistette a un significativo sviluppo<br />
infrastrutturale, incentivato anche dalla spinta sociale e sindacale, che si tradusse, nel<br />
campo delle comunicazioni viarie, in un raddoppio della rete stradale della provincia,<br />
contemporaneamente all’ascesa proporzionale del traffico su gomma. Ma per assistere a<br />
significativi processi <strong>di</strong> sviluppo (si pensi al ramo turistico-alberghiero o a quello manifatturiero)<br />
occorrerà attendere i tar<strong>di</strong> anni cinquanta.<br />
Il quadro sociale che contrad<strong>di</strong>stingueva il periodo della ricostruzione (materiale<br />
e democratica) appariva dunque fortemente semplificato nei confronti <strong>di</strong> quello <strong>di</strong><br />
altre regioni del centro-nord, oltre che, ovviamente, rispetto alla complessità della<br />
moderna società dei consumi.<br />
Preponderante era la presenza <strong>di</strong> un ceto conta<strong>di</strong>no, subor<strong>di</strong>nato al rapporto colonico,<br />
che usciva dalla guerra in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> forte arretratezza, sia nelle con<strong>di</strong>zioni<br />
quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> vita, sia in termini <strong>di</strong> consapevolezza e <strong>di</strong>gnità personale e contrattuale.<br />
Nettamente minoritaria era invece l’incidenza <strong>di</strong> altri ceti agrari come quello dei piccoli<br />
proprietari o degli affittuari. Chiusi gli stabilimenti pesaresi della Montecatini e<br />
______________________<br />
14 Istituto nazionale economia agraria (INEA), La proprietà fon<strong>di</strong>aria in Italia, Roma 1947, Tav. 1.<br />
Sull’incidenza del contratto mezzadrile nella provincia <strong>di</strong> Pesaro cfr. anche Il rapporto mezzadrile: sua<br />
evoluzione giuri<strong>di</strong>ca e sua rilevanza <strong>di</strong> fatto, in «Documentazione», Bollettino perio<strong>di</strong>co dell’Ufficio<br />
stu<strong>di</strong> della Cgil, n. 2, ottobre 1946, con i dati delle varie province italiane. In questo stu<strong>di</strong>o sono valutate<br />
in 14.600 le famiglie pesaresi occupate nel rapporto colonico.<br />
15 Su questo tema si veda l’Annale n. 3 dell’Istituto Alcide Cervi, Le campagne italiane e la politica<br />
agraria dei governi <strong>di</strong> unità antifascista (1943-47), Il Mulino, Bologna 1981, in particolare i saggi <strong>di</strong><br />
Francesco Renda, Lotte sociali nelle campagne e provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> politica agraria dall’armistizio 1943<br />
alla prima legislatura repubblicana e <strong>di</strong> Guido Crainz, Il miglioramento dei contratti dei braccianti e dei<br />
salariati fissi padani nel periodo <strong>di</strong> unità nazionale.<br />
199