cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...
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Nella memoria <strong>di</strong> Luigi Manna (1905) la “conversione” dal cristianesimo al comunismo<br />
avvenne attraverso un evento simbolo, durante la sua esperienza lavorativa in<br />
Germania, a guerra già iniziata. Il futuro sindacalista aveva già una spiccata propensione<br />
da ribelle, ma senza una precisa cognizione politica. Suo padre era un socialista<br />
anarchico, ma l’ambiente <strong>provinciale</strong> <strong>di</strong> San Costanzo era improntato a una paziente<br />
rassegnazione. Altri componenti della famiglia lo avevano in<strong>di</strong>rizzato verso la religione<br />
e alla vigilia della guerra poteva definirsi un “fervente cattolico”. Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un<br />
istintivo ribellismo, neppure l’esperienza in Africa e l’arruolamento militare erano<br />
stati sufficienti a fargli prendere coscienza. Fu un episo<strong>di</strong>o apparentemente marginale<br />
che lo avvicinò al comunismo. A guerra iniziata, ormai alle soglie dei quarant’anni, era<br />
emigrato in Germania per lavorare in una fabbrica tedesca. Qui aveva avuto l’occasione<br />
<strong>di</strong> incontrare dei prigionieri russi. Ad uno <strong>di</strong> loro aveva offerto un po’ <strong>di</strong> pane e <strong>di</strong><br />
salame. Questi, inspiegabilmente, aveva chiesto un coltello e aveva <strong>di</strong>viso il pane e il<br />
salame con i suoi nove compagni.<br />
Io cattolico se mi avessero dato un pezzo <strong>di</strong> pane e un pezzo <strong>di</strong> salame l’avrei<br />
dato agli altri o l’avrei mangiato <strong>di</strong> nascosto dove non mi vedeva nessuno con la<br />
fame che c’ho…e lui mi fece tutto un ragionamento…era un maggiore. Mi <strong>di</strong>sse:<br />
ve<strong>di</strong> in Russia non si sta bene…no…nelle città si sta un po’ meglio…nelle campagne<br />
il comunismo non è ancora arrivato. […] Dice: da noi c’è poco ma quel che<br />
c’è, c’è per tutti…poco ma per tutti…gli altri hanno fame come me. […] Allora è<br />
più civile <strong>di</strong> me…perché ero anticomunista quando sono partito…c’avevo questa<br />
ribellione ma non è che ero d’accordo con il Partito comunista, hai capito? 42<br />
Poco importa che questo episo<strong>di</strong>o, che mette in scena una sorta <strong>di</strong> rito della comunione,<br />
sia vero, verosimile o semplicemente frutto <strong>di</strong> una elaborazione a posteriori. Ciò<br />
che conta è la sua se<strong>di</strong>mentazione ed elaborazione nella memoria, come evento fondante<br />
della propria identità 43 .<br />
Un tratto abbastanza comune a molti testimoni, protagonisti della Resistenza e<br />
dell’antifascismo, enfatizzato anche nel ricordo <strong>di</strong> Manna (che non a caso amava il<br />
ribelle Germanetto delle “Memorie <strong>di</strong> un barbiere”), è quello della ribellione. Rappresentato<br />
come un dato caratteriale, prima ancora che politico, è un altro dei segni particolari<br />
<strong>di</strong> quella generazione. In molte testimonianze vi è più <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o, ostentato<br />
come la <strong>di</strong>mostrazione della propria propensione a violare le regole, a non accettare il<br />
conformismo. Per Rosina Frulla è la rottura <strong>di</strong> un’effigie <strong>di</strong> Mussolini in testa a un<br />
ligio funzionario che la invitava al saluto deferente al Duce. Per Gaetano Sanchini è lo<br />
______________________<br />
42 Intervista a Luigi Manna, a cura <strong>di</strong> C. Pala<strong>di</strong>ni e M. Savelli, 4 marzo 1985.<br />
43 Sull’uso della memoria e della fonte orale in relazione alla soggettività e alla ricostruzione del<br />
senso <strong>di</strong> sé L. Passerini, Storia e soggettività. Le fonti orali, la memoria, La Nuova Italia, Firenze 1988.<br />
Sui meccanismi della memoria e sulla sua vulnerabilità è assai stimolante la lettura <strong>di</strong> D. L. Schacter, Alla<br />
ricerca della memoria. Il cervello, la mente e il passato, Einau<strong>di</strong>, Torino 2001.