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cgil provinciale di pesaro e urbino - Biblioteca Archivio Vittorio ...

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a, una somma pari al valore del 24% del prodotto lordo <strong>di</strong> parte padronale <strong>di</strong> un<br />

anno agrario (art. 2).<br />

Tale compenso per i danni <strong>di</strong> guerra avrebbe dovuto essere erogato in due annate: il<br />

14% sulla produzione 1945 e il restante 10% sul bilancio 1946, fissando pertanto i<br />

nuovi criteri <strong>di</strong> spartizione al 57% nel primo anno e al 55% in quello successivo .<br />

Fondamentale era anche l’articolo 3 che prevedeva l’accantonamento del 10% del<br />

prodotto <strong>di</strong> parte padronale nell’anno agrario 1946 per intraprendere lavori <strong>di</strong> miglioria<br />

e <strong>di</strong> sistemazione sui poderi. Con questo provve<strong>di</strong>mento, si intendeva rilanciare la<br />

sistemazione dei danni bellici e la ricostruzione e dare, al contempo, una risposta al<br />

fenomeno della <strong>di</strong>soccupazione, esplicitata dall’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> utilizzare obbligatoriamente<br />

solo manodopera bracciantile, alle tariffe vigenti.<br />

Disposizioni <strong>di</strong> rilievo riguardavano anche il bestiame. L’articolo 4 prevedeva<br />

infatti il risarcimento da parte del proprietario della quota <strong>di</strong> spettanza del colono per<br />

i capi <strong>di</strong> bestiame perduti a causa <strong>di</strong> eventi bellici, l’obbligo per il concedente <strong>di</strong> ripristinare<br />

entro il 1° ottobre il patrimonio zootecnico del podere e un premio per ogni<br />

capo bovino o equino salvato dal mezzadro durante il passaggio del fronte.<br />

Un capitolo particolarmente delicato affrontava il tema delle regalie. L’articolo 5<br />

affidava il problema alle trattative per il nuovo capitolato, ma prevedeva la sospensione<br />

degli obblighi colonici e dei relativi debiti per i due anni <strong>di</strong> riferimento, ribadendo<br />

al contempo il carattere transitorio ed eccezionale, “in considerazione delle per<strong>di</strong>te per<br />

causa <strong>di</strong> guerra subite dai mezzadri negli allevamenti <strong>di</strong> bassa corte”, della normativa.<br />

Il rispetto <strong>di</strong> eventuali accor<strong>di</strong> già in vigore, più favorevoli ai mezzadri, veniva<br />

garantito attraverso l’istituzione <strong>di</strong> una commissione arbitrale, composta da un rappresentante<br />

dei conta<strong>di</strong>ni e uno degli agrari più un terzo membro nominato dal presidente<br />

del Tribunale della circoscrizione entro la quale era compreso il fondo (art. 6).<br />

L’articolo 7 sanciva infine la definitiva pacificazione delle campagne, impegnando<br />

da una parte la Federterra “a far cessare ogni agitazione mezzadrile, a ripristinare lo<br />

stato <strong>di</strong> legalità nelle aziende, compresa la eliminazione delle commissioni <strong>di</strong> fattoria<br />

[…] ed a sconfessare le agitazioni che eventualmente si riaccendessero per gli stessi<br />

motivi”, invitando dall’altra i concedenti a prendere “le <strong>di</strong>sposizioni necessarie per<br />

determinare la decadenza imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> tutti i proce<strong>di</strong>menti giu<strong>di</strong>ziari civili in corso,<br />

relativi alla vertenza mezzadrile”.<br />

Pur inferiori alle richieste avanzate dalla Cgil, le in<strong>di</strong>cazioni contenute nel lodo<br />

De Gasperi vennero accolte come una grande vittoria della mobilitazione popolare dai<br />

rappresentanti sindacali e dai partiti <strong>di</strong> sinistra. I cattolici, per parte loro, attribuirono<br />

al leader democristiano il merito del risultato conseguito, aprendo un primo terreno <strong>di</strong><br />

contesa sulla paternità dell’avanzamento sociale dei ceti subalterni.<br />

Al <strong>di</strong> là delle sue intenzioni pacificatrici, l’intervento del presidente del Consiglio<br />

spostava il terreno <strong>di</strong> scontro sul rispetto del lodo, aprendo una nuova fase <strong>di</strong> lotte,<br />

senza peraltro cancellare le riven<strong>di</strong>cazioni precedenti. La pressione dei mezzadri pesaresi<br />

per il rispetto dell’arbitrato ebbe inizio già in luglio, mentre la Federterra Marche<br />

avvertì le prefetture della regione che sarebbe stata lanciata una nuova fase <strong>di</strong> agitazio-<br />

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