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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

Per i nuovi tipi epigrafici che appaiono su entrambe le facce, i denari pisani appartengono inequivocabilmente<br />

<strong>al</strong> periodo posteriore <strong>al</strong>la riforma attuata da Carlo Magno con il passaggio da un denaro<br />

più leggero ad un denaro più pesante e <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e si riferisce, ormai per opinione unanime, un passo del<br />

Capitolare <strong>di</strong> Francoforte datato <strong>al</strong> giugno 794. La riforma, già posta d<strong>al</strong> Grierson <strong>al</strong> 790 6 , viene ora<br />

datata in base a nuove ricerche, <strong>al</strong>l’inverno 793-794 7 . I pesi dei due esemplari, della collezione re<strong>al</strong>e e in<br />

collezione privata a Pisa, sono <strong>di</strong> molto superiori <strong>al</strong>la me<strong>di</strong>a c<strong>al</strong>colata sia d<strong>al</strong> Grierson che d<strong>al</strong> Lafaurie 8<br />

e che si aggira intorno ai gr 1,68-1,70, superiori anche ai pesi dei corrispondenti denari dello stesso<br />

periodo della Zecca <strong>di</strong> Lucca 9 . Il peso <strong>di</strong> gr 1,90-1,99 è quin<strong>di</strong> del tutto anom<strong>al</strong>o; la causa <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e anom<strong>al</strong>ia<br />

è <strong>di</strong>fficile da in<strong>di</strong>viduare; forse è dovuta <strong>al</strong>la poca cura degli zecchieri addetti <strong>al</strong>la preparazione e <strong>al</strong>la<br />

pesatura dei tondelli L’ipotesi proposta d<strong>al</strong> Lenzi nell’articolo citato, che i due pesi rappresentino la<br />

norma del denaro pesante <strong>di</strong> Carlo Magno basato quin<strong>di</strong> su una libbra <strong>di</strong> g 450-480, non risolve il problema<br />

perché, a parte la oscillazione del v<strong>al</strong>ore assegnato <strong>al</strong>la libbra, occorrerebbe spiegare perché tutti<br />

gli <strong>al</strong>tri denari post-riforma <strong>di</strong> Carlo Magno pesano in me<strong>di</strong>a gr 1,70 e solo eccezion<strong>al</strong>mente raggiungono<br />

i gr 1,80. La libbra carolingia post-riforma è stata c<strong>al</strong>colata d<strong>al</strong> Lafaurie 10 un quarto più pesante della<br />

libbra romana, quin<strong>di</strong> equiv<strong>al</strong>ente a g 400 circa. Perciò credo che sia da preferire, pur nella scarsezza<br />

della documentazione e sino a prova contraria, l’ipotesi che l’<strong>al</strong>to peso dei due denari pisani si debba<br />

attribuire ad un <strong>di</strong>fetto dell’organizzazione interna della zecca.<br />

Circa la data <strong>di</strong> emissione dei denari in argomento, essa va collocata sicuramente dopo l’inverno<br />

793-794, quando ebbe inizio la riforma. Il termine ante quem è più <strong>di</strong>fficile da determinare. Potrebbe<br />

essere costituito d<strong>al</strong>l’inizio della coniazione della serie con Cristiana religio. Questa serie è stata variamente<br />

datata: recentemente il Grierson 11 ha proposto la data dell’806; pertanto l’emissione pisana<br />

dovrebbe datarsi tra il 794 e l’806. La serie carolingia con cristiana religio, già <strong>di</strong> per sé rara, non risulta<br />

coniata in It<strong>al</strong>ia 12 . A rigore non si può escludere con certezza che una zecca periferica, come erano quelle<br />

<strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong> Lucca, abbia continuato a coniare con i tipi puramente epigrafici anche dopo che erano<br />

entrati nell’uso i denari con i tipi del busto imperi<strong>al</strong>e e del tempietto. Tuttavia <strong>al</strong>lo stato attu<strong>al</strong>e delle<br />

nostre conoscenze l’ipotesi più fondata ci sembra quella <strong>di</strong> Grierson, che vuole sospesa la coniazione<br />

dei tipi epigrafici nell’806.<br />

Il problema più importante e finora non affrontato mi sembra un <strong>al</strong>tro: il perché <strong>di</strong> questa breve<br />

coniazione della zecca <strong>di</strong> Pisa, problema che si inquadra in quello più gener<strong>al</strong>e delle zecche carolingie,<br />

ere<strong>di</strong> delle zecche longobarde. Problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione sul qu<strong>al</strong>e possiamo solo fare <strong>al</strong>cune osservazioni.<br />

6<br />

PH. GRIERSON, Cronologia delle riforme monetarie <strong>di</strong> Carlo Magno, in RIN 1954, p. 65 ss.<br />

7<br />

PH. GRIERSON, Money and Coinage under Charlemagne, in Karl der Grosse, I, Dusseldorf 1967, p. 501 ss.; J. LAFAURIE, Numismatique<br />

des Carolingiens aux Capétiens, in Cahiers de Civilisation mé<strong>di</strong>év<strong>al</strong>e X<strong>II</strong>I, 2, 1970, p. 125; ID., Numismatique des Mérovingiens aux Carolingiens.<br />

Les monnaies de Pepin le Bref, in Francia, Forschungen zur westeuropäischen Geschichte, München 1975, p. <strong>37</strong>. Il Lafaurie avanza<br />

l’ipotesi che la riforma sia stata emanata l’11 novembre 793.<br />

8<br />

GRIERSON, Money and Coinage, op. cit., p. 501; LAFAURIE, in Cahiers de civilisation mé<strong>di</strong>év<strong>al</strong>e, art. cit., p. 126.<br />

9<br />

CNI, X<strong>II</strong>, p. 60, n. 14 ss.<br />

10<br />

LAFAURIE, in Cahiers de civilisation mé<strong>di</strong>év<strong>al</strong>e, art. cit., p.128.<br />

11<br />

GRIERSON, Money and Coinage, cit., p. 501 ss.<br />

12<br />

K.F. MERRISON, H GRUNTHAL, Carolingian Coinage, American Numismatic Society, NNM, 158, New York 1967, p. 107 ss. (zecche<br />

it<strong>al</strong>iane).<br />

132<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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