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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Medaglie e placchette it<strong>al</strong>iane d<strong>al</strong> Rinascimento <strong>al</strong> XV<strong>II</strong>I Secolo<br />

<strong>di</strong>rezione della zecca, Gian Federico Bonzagna, autore <strong>di</strong> numerosissime medaglie pap<strong>al</strong>i e Giorgio<br />

Rancetti. A Roma, verso la metà del ‘500, lavorò per Paolo <strong>II</strong>I anche Leone Leoni, scultore, incisore<br />

della zecca pontificia e autore dei più bei coni delle monete pap<strong>al</strong>i: trasferitosi a Milano, lavorò presso<br />

quella zecca per Carlo V, che lo chiamò anche a Bruxelles.<br />

Nel Nord fiorì la scuola veneziana con Andrea Spinelli da Parma e quella padovana con V<strong>al</strong>erio<br />

Belli e Giovanni Cavino, famoso f<strong>al</strong>sificatore <strong>di</strong> monete romane. Ancora <strong>al</strong> nord è da ricordare Jacopo<br />

Nizzola da Trezzo <strong>al</strong> servizio prima <strong>di</strong> Carlo V e poi <strong>di</strong> Filippo <strong>II</strong>.<br />

Molti degli artisti che abbiamo nominato, furono famosi anche nelle arti cosiddette maggiori: scultori,<br />

come Matteo dei Pasti, il Caradosso, Bertoldo <strong>di</strong> Giovanni, o come Benvenuto Cellini, Leone Leoni<br />

(fig. 6), il Riccio. Non mancarono tra essi i pittori: basti pensare <strong>al</strong> più famoso <strong>di</strong> tutti, <strong>al</strong> Pisanello che<br />

sulle medaglie <strong>vol</strong>le sempre denominarsi pictor. Numerosi esercitarono anche l’arte dell’orafo, moltissimi<br />

poi incisero i coni delle monete <strong>di</strong> quegli stessi sovrani per i qu<strong>al</strong>i preparavano le medaglie. È nota<br />

d<strong>al</strong>la sua autobiografia l’attività del Cellini come autore <strong>di</strong> coni per Clemente V<strong>II</strong> e Alessandro dei<br />

Me<strong>di</strong>ci; meno nota forse è l’attività <strong>di</strong> incisore <strong>di</strong> coni <strong>di</strong> Leone Leoni, autore dei più bei ritratti monet<strong>al</strong>i<br />

<strong>di</strong> Paolo <strong>II</strong>I e <strong>di</strong> Carlo V, pari, a nostro giu<strong>di</strong>zio, se non superiori, <strong>al</strong>le stesse medaglie e <strong>di</strong> una forza <strong>di</strong><br />

espressione e <strong>di</strong> una incisività non più superate.<br />

Abbiamo ricordato due degli incisori tra i più famosi, ma dagli inizi del ‘500 quasi tutti i medaglisti<br />

eseguirono anche i coni per le monete. Alcuni ricoprirono la carica uffici<strong>al</strong>e <strong>di</strong> incisori della zecca anche<br />

per molti anni, sicché le due attività <strong>di</strong> medaglista e <strong>di</strong> incisore vennero spesso a coincidere, in ciò favorite<br />

d<strong>al</strong> prev<strong>al</strong>ere della tecnica della coniazione per le medaglie.<br />

Anche se con la metà del secolo XVI si può considerare chiuso il periodo aureo della medaglia it<strong>al</strong>iana,<br />

non mancano tuttavia nei secoli seguenti artisti che, pur nell’esuberanza delle forme barocche,<br />

tengono ancora viva la tra<strong>di</strong>zione dell’arte medaglistica it<strong>al</strong>iana.<br />

Scompare ora quel forte plasticismo, che era caratteristica <strong>di</strong> quasi tutti i medaglisti del secolo XV<br />

e degli inizi del secolo XVI e che t<strong>al</strong>ora faceva delle medaglie <strong>di</strong> quel periodo quasi opera <strong>di</strong> scultura. Il<br />

rilievo <strong>di</strong>venta più basso e le <strong>di</strong>mensioni della medaglia, anche a causa della tecnica della coniazione ora<br />

prev<strong>al</strong>ente, <strong>di</strong>ventano più piccole mentre, invece, le raffigurazioni del rovescio si fanno più complesse<br />

con una minuziosità <strong>di</strong> particolari che rivela l’abilità tecnica dell’incisore ma rende più pesante la scena<br />

e ne <strong>di</strong>minuisce l’efficacia.<br />

Sono da ricordare nella prima metà del secolo XV<strong>II</strong> Gaspare Mola, scultore in bronzo e autore <strong>di</strong><br />

numerose medaglie me<strong>di</strong>cee e pap<strong>al</strong>i tra le migliori del tempo (fig. 7) e Gaspare Morone Mola, suo<br />

nipote, che lavorò per la zecca romana. Roma continua ad essere ancora un centro <strong>di</strong> grande produzione<br />

<strong>di</strong> medaglie, soprattutto per le esigenze anche religiose della corte pontificia. Tra gli artisti che s<strong>vol</strong>sero<br />

la loro opera a Roma i più noti sono, oltre il Morone Mola, gli Hamerani, una famiglia <strong>di</strong> medaglisti <strong>di</strong><br />

origine tedesca che operarono a Roma per più generazioni, preparando anche i coni per le monete pap<strong>al</strong>i:<br />

Alberto e Giovanni nel secolo XV<strong>II</strong>, Ermenegildo e Ottone nel successivo (fig. 8). Tra le medaglie<br />

pap<strong>al</strong>i assumono note<strong>vol</strong>e importanza le medaglie annu<strong>al</strong>i, che spesso riproducono monumenti <strong>di</strong> Roma<br />

e del Lazio, soprattutto e<strong>di</strong>fici sacri, col fine <strong>di</strong> celebrare gli avvenimenti più s<strong>al</strong>ienti del pontificato dei<br />

singoli papi e <strong>di</strong> note<strong>vol</strong>e interesse, più che per il loro v<strong>al</strong>ore artistico, per il loro v<strong>al</strong>ore documentario.<br />

A Firenze si <strong>di</strong>stinguono Massimiliano Soldani Benzi, scultore, e Antonio Selvi suo <strong>al</strong>lievo, autori<br />

entrambi <strong>di</strong> molte medaglie fuse <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> membri della famiglia granduc<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri personaggi<br />

dell’epoca.<br />

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