Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
famosi eru<strong>di</strong>ti del secolo, le cui opere possono ancor oggi riuscire <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che utilità con la descrizione <strong>di</strong><br />
monete appartenenti a vecchie collezioni andate irrime<strong>di</strong>abilmente perdute. Infatti il Cohen nelle sue<br />
Monnaies frappées sous l’Empire Romain pubblicate circa due secoli dopo cita ancora <strong>di</strong> frequente il<br />
Vaillant. Questi morì nel 1706, quin<strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni suoi lavori furono pubblicati nei primi anni del sec. XV<strong>II</strong>I.<br />
Il Patin e il Vaillant svilupparono quell’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> numismatici che si può chiamare cat<strong>al</strong>ogico<br />
e <strong>di</strong> cui troviamo un primo esempio nel già citato Familiae Romanae dell’Orsini (fig. 3). E proprio<br />
dell’opera dell’Orsini il Patin curò una nuova e<strong>di</strong>zione pubblicata a Parigi nel 1663, nella cui prefazione<br />
elenca le collezioni visitate in Europa. Si resta meravigliati a leggere il numero delle collezioni visitate e<br />
i viaggi compiuti da questi stu<strong>di</strong>osi del XV<strong>II</strong>-XV<strong>II</strong>I sec., in un’epoca in cui i viaggi erano molto più <strong>di</strong>fficili<br />
<strong>di</strong> oggi. Il Vaillant, per cercare monete <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> arricchire la collezione <strong>di</strong> Luigi XIV, visitò do<strong>di</strong>ci<br />
<strong>vol</strong>te l’It<strong>al</strong>ia, viaggiò in Olanda, in Inghilterra, Grecia, Egitto, e arrivò fino in Persia.<br />
Da questa intensa attività <strong>di</strong> ricerca nacque una maggiore sensibilità critica, un’attenzione più viva<br />
<strong>al</strong>le caratteristiche e <strong>al</strong>le particolarità della moneta, ora descritta in base <strong>al</strong>l’esperienza <strong>di</strong>retta affinata<br />
attraverso la conoscenza <strong>di</strong> innumere<strong>vol</strong>i esemplari. Jean Vaillant <strong>di</strong>chiara nella prefazione dell’opera<br />
de<strong>di</strong>cata <strong>al</strong>le serie imperi<strong>al</strong>i greche, Numismata Imperatorum Augustarum et Caesarum a populis Romanae<br />
<strong>di</strong>tionis Graece loquentibus, <strong>di</strong> essersi fermamente attenuto <strong>al</strong> principio <strong>di</strong> descrivere solo le monete<br />
esaminate person<strong>al</strong>mente. E in coerenza a questo principio il Vaillant accanto <strong>al</strong>la descrizione del pezzo<br />
ci dà anche l’in<strong>di</strong>cazione del museo ove ha visto la moneta, un concetto moderno questo che rende utili<br />
le opere del Vaillant ancora oggi. La visione moderna del Vaillant viene <strong>di</strong>mostrata anche dagli in<strong>di</strong>ci<br />
<strong>al</strong>fabetici particolareggiati che completano l’opera sopra citata: in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> città e popoli, delle città con<br />
particolari titoli, delle neokorai e delle omonoiai, dei magistrati, delle feste e dei giochi ricordati sulle<br />
monete, etc.<br />
A Ch. Patin (fig. 7) si deve anche una Introduction à l’histoire par la connaissance des médailles,<br />
pubblicata a Parigi nel 1665 e che ebbe successivamente numerose e<strong>di</strong>zioni, tra cui anche una traduzione<br />
it<strong>al</strong>iana <strong>di</strong> Costantino Belli, Prattica delle medaglie, e<strong>di</strong>ta a Venezia nel 1673. L’opera, che precede <strong>di</strong><br />
quasi trent’anni un <strong>al</strong>tro lavoro dello stesso genere ed <strong>al</strong>trettanto famoso, La science des médaílles, del<br />
padre Louis Jobert, pubblicato a Parigi nel 1692, si può considerare il primo manu<strong>al</strong>e scritto non per i dotti<br />
ma per i principianti. Una nuova e<strong>di</strong>zione fu pubblicata postuma a Parigi nel 1695 con il titolo Histoire des<br />
médailles ou introduction à la connoissance de cette science: i vari capitoli sono de<strong>di</strong>cati ai nomi delle<br />
monete, <strong>al</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> coniazione, <strong>al</strong>la tecnica <strong>di</strong> fabbricazione, <strong>al</strong>le varie categorie <strong>di</strong> monete, greche, romane<br />
repubblicane ed imperi<strong>al</strong>i, puniche, spagnole, gotiche, ai medaglioni, <strong>al</strong>le monete f<strong>al</strong>se, etc.<br />
Tra le opere it<strong>al</strong>iane <strong>al</strong>cune seguono il vecchio filone delle Effigies, anche se con un titolo nuovo,<br />
come l’Historia Augusta da Giulio Cesare a Costantino il Magno illustrata con la verità delle antiche<br />
medaglie <strong>di</strong> Francesco Angeloni (Roma 1685, Ia e<strong>di</strong>z. 1641) (fig. 9), opera storica illustrata nella <strong>II</strong>a<br />
e<strong>di</strong>zione con monete tratte d<strong>al</strong>la raccolta della regina Cristina e descritte da Giovanni Pietro Bellori.<br />
L’opera è interessante come documentazione della collezione, che fu una delle più famose e delle più<br />
ricche del sec. XV<strong>II</strong>. Alla stessa raccolta si riportano anche le Effigies Romanorum Imperatorum <strong>di</strong> Pietro<br />
Aquila, pubblicate a Roma nel 1681.<br />
Una piccola raccolta <strong>di</strong> monete romane descritta con cura è quella <strong>di</strong> Pellegrino Ascani, Raccolta <strong>di</strong><br />
medaglie antiche imperi<strong>al</strong>i (Modena 1677). Ad un’<strong>al</strong>tra collezione meritatamente famosa si riferiscono<br />
invece due opere: Giuseppe Monterchi, Scelta <strong>di</strong> medaglioni più rari nella biblioteca dell’Eminentiss. e<br />
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