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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

LA LETTERATURA NUMISMATICA DEI SECOLI XVI-XV<strong>II</strong>I<br />

DALLE RACCOLTE DELLA BIBLIOTECA DI ARCHEOLOGIA<br />

E STORIA DELL’ARTE *<br />

La Numismatica è una scienza antica. Il primo numismatico si può considerare Francesco Petrarca,<br />

che raccoglieva le monete, che frequentemente venivano <strong>al</strong>la luce nella campagna romana (una piccola<br />

raccolta <strong>di</strong> monete imperi<strong>al</strong>i romane fu da lui donata <strong>al</strong>l’imperatore Carlo IV in occasione del viaggio <strong>di</strong><br />

quest’ultimo in It<strong>al</strong>ia nel 1354), ne <strong>di</strong>scuteva nelle sue lettere, le <strong>di</strong>segnava ai margini dei co<strong>di</strong>ci delle<br />

vite <strong>di</strong> Svetonio e dell’Historia Augusta.<br />

Con ciò non si vuole affermare che la conoscenza delle monete romane fosse venuta meno durante<br />

tutto il Me<strong>di</strong>o Evo: ritrovamenti <strong>di</strong> antiche monete non dovevano essere rari in It<strong>al</strong>ia e in tutte le province<br />

dell’Impero romano, anche se è probabile che speci<strong>al</strong>mente i pezzi d’oro e d’argento finissero nel<br />

crogiolo per ricavarne met<strong>al</strong>lo. Le imitazioni <strong>di</strong> tipi monet<strong>al</strong>i romani, che ve<strong>di</strong>amo su monete me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>i<br />

in It<strong>al</strong>ia e fuori d’It<strong>al</strong>ia, <strong>di</strong>mostrano che <strong>al</strong>cuni tipi più famosi come la lupa con i gemelli o i ritratti<br />

imperi<strong>al</strong>i, erano noti agli zecchieri me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>i e avevano colpito la loro fantasia. L’esempio più noto e<br />

importante è costituito dagli august<strong>al</strong>i d’oro <strong>di</strong> Federico <strong>II</strong>, in cui il ritratto ide<strong>al</strong>izzato dell’imperatore<br />

deriva d<strong>al</strong> ritratto <strong>di</strong> Augusto sugli aurei romani.<br />

Nella prima metà del sec. XIV Giovanni de Matociis <strong>di</strong> Verona <strong>di</strong>segnava sul manoscritto della sua<br />

Historia Imperi<strong>al</strong>is le monete degli imperatori <strong>di</strong> cui narrava la storia, precedendo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni<br />

decenni il Petrarca. Fu quest’ultimo però il primo a usare le monete come documento storico, a intuirne<br />

le possibilità come fonte storica <strong>di</strong> primaria importanza accanto <strong>al</strong>le fonti scritte.<br />

Dopo il Petrarca par<strong>al</strong>lelamente <strong>al</strong> collezionismo numismatico, che vede tra i suoi princip<strong>al</strong>i esponenti<br />

signori e Papi come Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico, Paolo <strong>II</strong> Barbo, o umanisti come<br />

Poggio Bracciolini e Niccolò Niccoli, si accresce anche l’attenzione che <strong>al</strong>le monete viene portata nei<br />

loro scritti da antiquari e da umanisti. Frutto <strong>di</strong> questa nuova attenzione e dell’interesse che ormai le<br />

monete suscitano nei dotti sono i trattati <strong>di</strong> Numismatica che conosciamo o <strong>di</strong> cui abbiamo notizia, scritti<br />

nella seconda metà del sec. XV, come quello <strong>di</strong> Giannantonio Pandoni, detto il Porcellio, o quello,<br />

purtroppo perduto, <strong>di</strong> Filippo Red<strong>di</strong>to o l’<strong>al</strong>tro del tedesco Giacomo Aurelio Questenberg.<br />

Le opere più importanti, che maggiormente incisero in questa prima fase degli stu<strong>di</strong> numismatici,<br />

sebbene molto <strong>di</strong>verse tra loro per argomento e per impostazione metodologica, furono il De asse et<br />

partibus eius <strong>di</strong> Guillaume Budé, pubblicata per la prima <strong>vol</strong>ta a Parigi nel 1515, e le Illustrium imagines<br />

<strong>di</strong> Andrea Fulvio, pubblicata a Roma nel 1517. Il De asse ebbe parecchie e<strong>di</strong>zioni, fra cui una a<br />

*<br />

Da: La letteratura numismatica dei secoli XVI-XV<strong>II</strong>I d<strong>al</strong>le raccolte della Biblioteca <strong>di</strong> Archeologia e Storia dell’arte, Cat<strong>al</strong>ogo della<br />

mostra, Roma, P<strong>al</strong>azzo Venezia, 29 maggio-29 giugno 1980, pp. 7-20.<br />

283<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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