08.01.2015 Views

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

La tecnica monetaria <strong>al</strong>tome<strong>di</strong>ev<strong>al</strong>e<br />

sime monete che presentano quei cordoni <strong>di</strong> met<strong>al</strong>lo in rilievo, caratteristici, prodotti da una fen<strong>di</strong>tura<br />

del conio nella qu<strong>al</strong>e penetrava <strong>al</strong> momento della battitura il met<strong>al</strong>lo del tondello formando appunto un<br />

cordone rilevato, che in <strong>al</strong>cuni casi si estende per quasi tutto il campo monet<strong>al</strong>e. È evidente che la fabbricazione<br />

<strong>di</strong> un conio comportava un lavoro lungo e faticoso, per cui si cercava <strong>di</strong> conservare il conio<br />

in funzione anche dopo una sua rottura, senza badare troppo se produceva monete <strong>di</strong>fettose. Da ciò deriva<br />

la ricerca e l’uso <strong>di</strong> accorgimenti tecnici per prolungare <strong>al</strong> massimo la vita <strong>di</strong> un conio.<br />

Tra i coni antichi pervenutici due meritano la nostra attenzione: sono due coni <strong>di</strong> un aureo <strong>di</strong><br />

Costante I della zecca <strong>di</strong> Antiochia rinvenuti in Francia e conservati nel Cabinet des Médailles <strong>di</strong> Parigi 7<br />

(fig. 4). Sono inseriti <strong>al</strong>l’estremità <strong>di</strong> due bracci, congiunti tra loro <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra estremità da un perno in<br />

modo da formare una specie <strong>di</strong> tenaglia. Tra le due branche della tenaglia si poneva il tondello, poi su<br />

una <strong>di</strong> esse, tenute in qu<strong>al</strong>che modo serrate, si vibrava il colpo <strong>di</strong> martello. Probabilmente erano coni <strong>di</strong><br />

f<strong>al</strong>si monetari, dato che <strong>di</strong>fficilmente coni della zecca <strong>di</strong> Antiochia si potevano trovare in Francia, ma ho<br />

già notato che la questione è <strong>di</strong> scarsa importanza perché i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavorazione dei f<strong>al</strong>sari o le innovazioni<br />

tecniche da essi adottate dovevano riflettere necessariamente i sistemi delle zecche uffici<strong>al</strong>i.<br />

L’interesse è dovuto invece <strong>al</strong> fatto che coni simili sono documentati anche in epoca più tarda fin<br />

quasi in età moderna. Conosciamo uno strumento a forma <strong>di</strong> vera e propria tenaglia, proveniente probabilmente<br />

d<strong>al</strong>la Grecia o da Costantinopoli e conservato nel Fogg Art Museum 8 . Esso reca <strong>al</strong>l’estremità<br />

delle branche due coni cilindrici con i tipi <strong>di</strong> un soldo del VI secolo d.C. dell’imperatore Giustino I o <strong>II</strong><br />

o <strong>di</strong> Giustiniano I. Uno strumento dello stesso genere, molto simile a quello romano <strong>di</strong> Parigi, anche se<br />

<strong>di</strong>verso nei particolari, è rappresentato stretto da una mano su un sigillo del XV sec. del monetario G.<br />

Houdaut <strong>di</strong> Av<strong>al</strong>on 9 .<br />

Ancora nel museo della Città <strong>di</strong> Colonia esiste una tenaglia <strong>di</strong> ferro, nelle cui branche si inserivano<br />

i coni 10 (fig. 5); lo strumento, molto simile a quello del Fogg Art Museum, è del 1546, pochi anni prima<br />

dell’introduzione del bilanciere.<br />

La documentazione, come abbiamo visto, è <strong>di</strong> varia epoca e si estende per un lungo periodo, circa<br />

do<strong>di</strong>ci secoli. Non abbiamo documentato l’uso <strong>di</strong> un utensile simile in Occidente proprio per i secoli che<br />

ci interessano, ma il fatto <strong>di</strong> trovare immutato nelle sue forme essenzi<strong>al</strong>i lo strumento, prima e dopo t<strong>al</strong>e<br />

periodo ci fa dedurre con una qu<strong>al</strong>che probabilità <strong>di</strong> certezza che qu<strong>al</strong>che cosa del genere doveva esistere<br />

anche nell’<strong>al</strong>to me<strong>di</strong>oevo.<br />

L’utilità <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong> strumenti consisteva nel fatto che essi consentivano <strong>di</strong> tenere più fermo<br />

il tondello durante la battitura e dare regolarità e costanza <strong>al</strong>la <strong>di</strong>rezione degli assi delle due facce della<br />

moneta. Infatti essendo i due coni fissati <strong>al</strong>le branche della tenaglia la loro posizione era sempre costante.<br />

D’<strong>al</strong>tra parte però il proce<strong>di</strong>mento della battitura era più lungo, occorrendo che le branche della tenaglia<br />

fossero strettamente serrate per non far sci<strong>vol</strong>are il tondello, e forse per questa ragione il sistema<br />

non ebbe molta <strong>di</strong>ffusione nelle zecche me<strong>di</strong>ev<strong>al</strong>i.<br />

7<br />

BABELON, op. cit., col. 911; C.C. VERMEULE, op. cit., p. 35, n. 58.<br />

8<br />

C.C. VERMEULE, op. cit., p. 7.<br />

9<br />

L. DROÜET D’ARCQ, 1nventaires et Documentes, Inventaire des Sceau, Paris 1863-1868, p. 402, n. 5911; BABELON, op. cit., col. 816 s.,<br />

fig. 9.<br />

10<br />

BABELON, op. cit., col. 821, fig. 12.<br />

45<br />

http://www.numismaticadellostato.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!