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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

primo periodo, <strong>di</strong> una forma d’autonomia che le permetteva <strong>di</strong> battere moneta. Per precisare meglio la<br />

cronologia, il confronto con le monete <strong>di</strong> Perugia che abbiamo visto e con quelle <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre zecche dell’It<strong>al</strong>ia<br />

centr<strong>al</strong>e, che presentano una semplicità e linearità nel <strong>di</strong>segno anche delle leggende ignote <strong>al</strong>la<br />

moneta spoletina, mi sembra porti a datare il sestino <strong>di</strong> Spoleto <strong>al</strong> XIV secolo, forse nella seconda metà,<br />

nei decenni precedenti la signoria <strong>di</strong> Rin<strong>al</strong>do Orsini. Si tratta solo <strong>di</strong> un’ipotesi che nuove scoperte <strong>di</strong><br />

monete o <strong>di</strong> fonti possono mo<strong>di</strong>ficare. Aggiungerò ancora che la P sul rovescio è probabile inizi<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />

Protector riferito a S. Ponziano 14 .<br />

Orvieto<br />

Di Orvieto si conosce solo un quattrino <strong>di</strong> mistura, il seguente:<br />

D/ VRBS VETVS Grande V accostata da tre rosette<br />

R/ SCA MARIA Croce patente<br />

CNI, p. 186, 1 ss., tav. X<strong>II</strong>I, 12 (Fig. 8)<br />

La moneta è stata datata, in base a documenti, dopo la metà del X<strong>II</strong>I secolo. È l’unica emissione<br />

conosciuta <strong>di</strong> Orvieto e a giu<strong>di</strong>care dagli esemplari noti non dovette costituire una emissione molto<br />

ricca, né protrarsi per molti anni.<br />

Dopo <strong>di</strong> che la zecca <strong>di</strong> Orvieto fu chiusa.<br />

Per concludere osserverò innanzi tutto lo scarso numero dei Comuni che battono moneta e la<br />

povertà <strong>di</strong> queste monetazioni: anche Perugia, che pure è la città che conia in maggiore abbondanza,<br />

non ha una monetazione ricca: pochi i grossi, la maggior parte delle emissioni è costituita <strong>di</strong> piccoli,<br />

quattrini, sestini, monete <strong>di</strong> mistura <strong>di</strong> bassa lega (un<strong>di</strong>ci once <strong>di</strong> rame, una d’argento). La serie più<br />

abbondante è quella dei bolognini: se vogliamo delle cifre <strong>di</strong>rò che il CNI elenca solo sei esemplari del<br />

primo grosso, do<strong>di</strong>ci esemplari del secondo tipo <strong>di</strong> grosso, e circa cinquanta esemplari del bolognino. Il<br />

Corpus non elenca certo tutti gli esemplari noti (ho già detto che una ricerca <strong>di</strong> questo genere non c’è e<br />

sarebbe molto desiderabile), tuttavia le cifre che ho esposto sono anche nei loro limiti significative.<br />

Manca nella monetazione perugina il grosso pesante o doppio grosso, che nella seconda metà del X<strong>II</strong>I<br />

secolo viene coniato in tutte le zecche dell’It<strong>al</strong>ia centr<strong>al</strong>e sull’esempio <strong>di</strong> Ancona, manca la moneta<br />

d’oro.<br />

Le città umbre partecipano solo scarsamente <strong>di</strong> quel moto politico ed economico che porta quasi<br />

tutti i Comuni dell’It<strong>al</strong>ia centro-settentrion<strong>al</strong>e a battere moneta a proprio nome già nel X<strong>II</strong> e nel X<strong>II</strong>I<br />

secolo, la maggior parte per concessione dell’imperatore, <strong>al</strong>cuni <strong>di</strong> propria iniziativa. Per ricordare solo<br />

una regione confinante con l’Umbria, le Marche, noi vi troviamo più città che coniano, fra le qu<strong>al</strong>i<br />

Ancona la cui moneta, ampiamente nota e <strong>di</strong>ffusa nell’It<strong>al</strong>ia centr<strong>al</strong>e, circolò anche nell’Umbria.<br />

Il periodo più ricco per la monetazione perugina è quello degli ultimi decenni del XIV secolo quando<br />

la città conia i suoi bolognini.<br />

Cosa circolava <strong>al</strong>lora in Umbria Per l’oro tutti i documenti sono espliciti: il fiorino costituiva la<br />

v<strong>al</strong>uta comunemente accettata per i grossi pagamenti e come misura <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore dei beni importanti. Per la<br />

14<br />

Sulle monete <strong>di</strong> Spoleto in epoca me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>e, cfr. anche infra, pp. 73-84.<br />

92<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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