Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
Contemporanee <strong>al</strong>le medaglie dei da Carrara sono le medaglie, coniate ad imitazione dell’antico,<br />
dai Sesto, una famiglia <strong>di</strong> incisori della zecca veneziana, da <strong>al</strong>cuni stu<strong>di</strong>osi supposti autori delle medaglie<br />
carraresi. Le une e le <strong>al</strong>tre, però, sebbene risentano, speci<strong>al</strong>mente quelle padovane, del rinnovato<br />
fervore <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> verso l’antichità classica suscitato a Padova soprattutto d<strong>al</strong> Petrarca, non ebbero seguito<br />
e rimasero episo<strong>di</strong> isolati.<br />
È probabile che Pisanello conoscesse, quando preparava la medaglia per Giovanni V<strong>II</strong>I P<strong>al</strong>eologo,<br />
le medaglie <strong>di</strong> Costantino e <strong>di</strong> Eraclio (si veda per esempio l’unione delle lingue greca e latina nella leggenda<br />
sul dritto come nella medaglia <strong>di</strong> Eraclio) e quelle fatte coniare da Francesco <strong>II</strong> da Carrara. Ciò<br />
non toglie nulla però <strong>al</strong>la sua origin<strong>al</strong>ità dato il completo <strong>di</strong>stacco sia tecnico che artistico della medaglia<br />
pisanelliana, fusa e non coniata, dai pezzi sopra citati, pervasi quelli del duca <strong>di</strong> Berry da un accentuato<br />
spirito gotico, più classici nella concezione degli <strong>al</strong>tri, ma lontani anch’essi, per la loro pe<strong>di</strong>ssequa<br />
imitazione dell’antico, d<strong>al</strong>la vera medaglia rinasciment<strong>al</strong>e.<br />
È questa una nuova forma <strong>di</strong> espressione artistica, creazione del Rinascimento it<strong>al</strong>iano, che si avv<strong>al</strong>e<br />
della stessa tecnica della scultura in bronzo, la fusione, e che nella sua concezione non trova precedenti né<br />
nell’antichità classica né nel mondo me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>e. Si è spesso affermato che l’idea <strong>di</strong> medaglia ris<strong>al</strong>e attraverso<br />
il me<strong>di</strong>oevo <strong>al</strong>l’epoca romana. Ma questo non è esatto. Infatti ciò che caratterizza a medaglia, oltre le particolarità<br />
<strong>di</strong> stile, <strong>di</strong> tecnica e <strong>di</strong> tipi, sono il <strong>di</strong>verso fine per cui essa viene creata e soprattutto la sua possibilità<br />
<strong>di</strong> essere emessa anche a nome e con l’effigie <strong>di</strong> un privato, elemento questo che le <strong>di</strong>fferenzia nettamente<br />
d<strong>al</strong>la moneta, che è sempre stata ed è tuttora una <strong>di</strong>retta emanazione dell’autorità stat<strong>al</strong>e.<br />
Sotto questo aspetto il mondo antico non ha mai avuto medaglie nell’accezione moderna del termine,<br />
ed anzi ignorava lo stesso concetto <strong>di</strong> medaglia cioè <strong>di</strong> un pezzo monetiforme coniato o fuso a nome<br />
e con l’effigie <strong>di</strong> un privato citta<strong>di</strong>no, anche se insigne, e completamente <strong>di</strong>sgiunto da ogni idea <strong>di</strong><br />
moneta circolante. Quelli che noi oggi chiamiamo medaglioni romani erano in re<strong>al</strong>tà multipli della<br />
moneta corrente, emessi esclusivamente a nome dell’imperatore o <strong>di</strong> quel personaggio della sua famiglia<br />
<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e era stato concesso il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> effigie secondo le norme che regolavano l’emissione della<br />
moneta. Pur avendo un carattere più spiccatamente commemorativo (ma tutta la moneta romana imperi<strong>al</strong>e<br />
ha carattere celebrativo) e non essendo destinati in particolare <strong>al</strong>la circolazione, essi tuttavia si<br />
inserivano nel quadro monet<strong>al</strong>e del momento in cui venivano coniati sia per il met<strong>al</strong>lo sia per il peso sia<br />
per le caratteristiche tipologiche gener<strong>al</strong>i. Che rappresentassero un v<strong>al</strong>ore monetario determinato, lo<br />
prova anche il fatto che vengono quasi sempre rinvenuti insieme <strong>al</strong>le monete correnti. Neppure il<br />
me<strong>di</strong>oevo o l’impero bizantino conobbero mai medaglie, dato che i pochi medaglioni bizantini conservati<br />
o <strong>di</strong> cui si ha notizia, tutti appartenenti <strong>al</strong> V e <strong>al</strong> VI secolo d.C., rispondono anch’essi <strong>al</strong>le norme<br />
che regolavano l’emissione dei medaglioni romani.<br />
Perciò non è esatto <strong>di</strong>re che d<strong>al</strong>l’antichità gli uomini del Quattrocento abbiano appreso il concetto <strong>di</strong><br />
medaglia, concetto che gli antichi non hanno mai posseduto, ma piuttosto è vero che d<strong>al</strong>la conoscenza e<br />
d<strong>al</strong>lo stu<strong>di</strong>o delle monete romane, che già nel Duecento e nel trecento erano note e ispiravano t<strong>al</strong>ora monete<br />
dell’epoca (si vedano gli august<strong>al</strong>es <strong>di</strong> Federico <strong>II</strong>), gli umanisti trassero il gusto per la moneta antica e<br />
l’ispirazione a creare la medaglia simile <strong>al</strong>la moneta per la forma ma <strong>di</strong>versa nella sua natura e nel fine.<br />
La medaglia quin<strong>di</strong> non solo nasce da una concezione artistica nuova, ma è anche il frutto <strong>di</strong> un particolare<br />
ambiente e <strong>di</strong> una civiltà nella qu<strong>al</strong>e le nuove concezioni che es<strong>al</strong>tano l’in<strong>di</strong>viduo, sia esso un principe,<br />
un condottiero o un letterato, creano un desiderio <strong>di</strong> gloria, che spinge gli uomini a tramandare in<br />
ogni modo il loro ricordo ai posteri anche me<strong>di</strong>ante il piccolo <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> met<strong>al</strong>lo recante la loro effigie.<br />
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