Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
Un <strong>al</strong>tro aspetto per nulla trascurabile, anzi quanto mai importante per la cultura <strong>di</strong> Mantova e dei<br />
Gonzaga, è rappresentato d<strong>al</strong> ritratto sulle monete, che in<strong>di</strong>ca come la monetazione mantovana si inserisca<br />
nel clima propriamente rinasciment<strong>al</strong>e. Il primo ritratto <strong>di</strong> un Gonzaga sulla moneta è quello <strong>di</strong><br />
Ludovico <strong>II</strong> su un raro ducato d’oro coniato attorno <strong>al</strong> 1460, sul qu<strong>al</strong>e è raffigurato <strong>al</strong> <strong>di</strong>ritto il busto del<br />
marchese corazzato e con elmo laureato. È questo uno dei primi ritratti sulla moneta it<strong>al</strong>iana, subito<br />
dopo quello <strong>di</strong> Francesco Sforza a Milano e <strong>di</strong> Borso d’Este a Ferrara apparsi <strong>al</strong>la metà circa del XV<br />
secolo. Il ritratto fisionomico è una delle gran<strong>di</strong> innovazioni della moneta it<strong>al</strong>iana del Rinascimento,<br />
anzi riteniamo, come già affermato in <strong>al</strong>tra sede, che è proprio l’apparizione del ritratto sulle monete <strong>al</strong>la<br />
metà del XV secolo che segna l’inizio della nuova monetazione rinasciment<strong>al</strong>e. Il ritratto signorile non è<br />
certo l’unica caratteristica della moneta it<strong>al</strong>iana del Rinascimento ma ne è senza dubbio la manifestazione<br />
più significativa. Cre<strong>di</strong>amo anzi <strong>di</strong> poter affermare che il ritratto insieme ad <strong>al</strong>tre innovazioni, qu<strong>al</strong>i<br />
ad esempio le coniazioni <strong>di</strong> pezzi più pesanti sia d’argento - i testoni - sia d’oro - i doppi ducati - seguì<br />
nei primi decenni della seconda metà del XV secolo il passaggio d<strong>al</strong>la moneta me<strong>di</strong>ev<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la moneta<br />
moderna, che è da porsi prima della data “scolastica” del 1492. Il ritratto sulla moneta rinasciment<strong>al</strong>e<br />
trova la sua origine in quello sulla moneta romana imperi<strong>al</strong>e, la cui conoscenza si andava <strong>di</strong>ffondendo<br />
nel XV secolo in It<strong>al</strong>ia, dove si erano formate già numerose collezioni <strong>di</strong> monete romane (fra le più<br />
gran<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> papa Paolo <strong>II</strong> a Roma e <strong>di</strong> Lorenzo il Magnifico a Firenze). La derivazione del ritratto<br />
monet<strong>al</strong>e rinasciment<strong>al</strong>e da quello della moneta romana imperi<strong>al</strong>e è puramente concettu<strong>al</strong>e perché i tipi<br />
del ritratto sulle monete del Rinascimento sono ben <strong>di</strong>versi da quelli romani. Non vi è più un’imitazione<br />
<strong>di</strong>retta, come era avvenuto più <strong>di</strong> due secoli prima con l’august<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Federico <strong>II</strong>, in cui il ritratto ide<strong>al</strong>izzato<br />
dell’imperatore derivava <strong>di</strong>rettamente d<strong>al</strong> ritratto <strong>di</strong> Augusto raffigurato su aurei.<br />
Sulle monete del Rinascimento il ritratto <strong>di</strong>venta il simbolo del potere che il signore si è acquistato<br />
combattendo duramente e che egli riesce a conservare con la forza delle armi o con l’astuzia della politica.<br />
L’in<strong>di</strong>viduo è ora <strong>al</strong> centro della vita in ogni sua manifestazione e queste nuove concezioni trovano il<br />
loro riflesso sulla moneta.<br />
I precedenti imme<strong>di</strong>ati del ritratto sulle monete rinasciment<strong>al</strong>i occorre cercarli, a nostro parere,<br />
nella medaglia: del 1438 è la prima medaglia del Pisanello, fusa per Giovanni V<strong>II</strong>I P<strong>al</strong>eologo in visita a<br />
Ferrara. Pisanello aveva lavorato a Mantova dove, tra gli anni 1439-1440 e il 1448, aveva eseguito le<br />
medaglie per Gian Francesco, Cecilia e Ludovico <strong>II</strong> con le effigi dei personaggi celebrati. Non meraviglia<br />
quin<strong>di</strong> che i Gonzaga fossero tra i primi ad adottare la nuova forma artistica del ritratto sulle monete,<br />
che consente la possibilità <strong>di</strong> es<strong>al</strong>tazione dell’uomo, <strong>di</strong> propaganda, <strong>di</strong> rafforzamento del potere e <strong>di</strong><br />
prestigio attraverso l’effigie del signore posta sul piccolo tondello <strong>di</strong> met<strong>al</strong>lo che, se prezioso, poteva<br />
arrivare solo a una ristretta cerchia <strong>di</strong> persone ma, se <strong>di</strong> met<strong>al</strong>lo meno nobile, raggiungeva un più vasto<br />
numero <strong>di</strong> persone nella città e fuori.<br />
Dopo Ludovico <strong>II</strong> e per tutto il XV secolo e il seguente troviamo una grande varietà <strong>di</strong> tipi, busti a<br />
testa nuda, laureata o con il berretto. Con il XV<strong>II</strong> secolo il busto si fa più complesso: con i più grossi<br />
pezzi d’oro e d’argento aumentano le <strong>di</strong>mensioni dell’immagine: spesso essa arriva <strong>al</strong>la cintola, il signore<br />
regge lo scettro, ha la corazza su cui ris<strong>al</strong>ta il Toson d’oro. Fer<strong>di</strong>nando Gonzaga nei ritratti dei primi<br />
anni appare in abito car<strong>di</strong>n<strong>al</strong>izio.<br />
Spesso il signore appare a figura intera come sui ducati del primo periodo <strong>di</strong> Ludovico <strong>II</strong> (1444<br />
1460) sul cui <strong>di</strong>ritto il marchese è raffigurato - in uno stile ancora gotico - stante e armato <strong>di</strong> spada e<br />
scudo. Francesco <strong>II</strong> è invece rappresentato armato, su <strong>di</strong> un cav<strong>al</strong>lo <strong>al</strong> g<strong>al</strong>oppo, con il bastone del coman<br />
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