Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
La zecca <strong>di</strong> Spoleto d<strong>al</strong>le origini <strong>al</strong> XV Secolo<br />
<strong>al</strong>cune riserve, da Ludovico il Pio nell’817. Le riserve consistevano nel fatto che l’imperatore conservava<br />
per sé l’<strong>al</strong>ta sovranità sul ducato, concedendo <strong>al</strong>la Chiesa solo le ren<strong>di</strong>te che si dovevano pagare <strong>al</strong>la<br />
cassa imperi<strong>al</strong>e. T<strong>al</strong>i riserve furono confermate anche nei successivi privilegi fino ad Enrico <strong>II</strong>. Così si<br />
spiega come gli imperatori nel X<strong>II</strong> secolo avevano concesso il ducato in feudo a feudatari loro fedeli.<br />
Però <strong>al</strong>la morte <strong>di</strong> Enrico VI nel 1198 Innocenzo <strong>II</strong>I afferma il suo dominio su Spoleto come sulle <strong>al</strong>tre<br />
città dell’Umbria. Gli imperatori ancora contestano le riven<strong>di</strong>cazioni pap<strong>al</strong>i, ma Federico <strong>II</strong> riconosce nel<br />
1231 il dominio della Chiesa su Spoleto e da quell’epoca il ducato entra a far parte definitivamente dei<br />
domini dello Stato Pontificio, che vi invia dei rettori per il governo. Spoleto continua però ancora per<br />
qu<strong>al</strong>che tempo a reggersi a comune, che doveva essere costituito già nei primi decenni del 1100.<br />
Per motivi stilistici e tipologici la moneta con S. Ponziano non può essere anteriore <strong>al</strong>l’epoca in cui Federico<br />
<strong>II</strong> riconosceva <strong>al</strong>la Chiesa il dominio su Spoleto, d’<strong>al</strong>tronde il governo con or<strong>di</strong>namento proprio che Spoleto<br />
conservò anche dopo il 1230 rendeva possibile l’emissione <strong>di</strong> una monetazione autonoma nel X<strong>II</strong>I o XIV<br />
secolo. Anzi osserverò che proprio l’esistenza <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e moneta viene a confermare che Spoleto godeva anche<br />
sotto i Papi, <strong>al</strong>meno in un primo periodo, <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> autonomia che le permetteva <strong>di</strong> usufruire <strong>di</strong> quel<br />
caratteristico segno <strong>di</strong> sovranità che è la moneta. Con ciò Spoleto si inserisce, seppure in ritardo, in quel vasto<br />
movimento <strong>di</strong> natura politica ed economica che portò, tra la metà del X<strong>II</strong> e la metà del X<strong>II</strong>I secolo, quasi tutti<br />
i Comuni dell’It<strong>al</strong>ia settentrion<strong>al</strong>e e centr<strong>al</strong>e a battere moneta a proprio nome, la maggior parte per concessione<br />
dell’imperatore, <strong>al</strong>tri per propria autonoma iniziativa. Questa tendenza per ragioni varie, politiche ed economiche,<br />
riguardò poco l’Umbria. Solo Orvieto per un breve periodo <strong>di</strong> tempo e Perugia per un periodo più<br />
lungo ebbero, a partire d<strong>al</strong>la metà del X<strong>II</strong>I secolo, una monetazione autonoma. Spoleto si aggiunge ad esse,<br />
ma la sua monetazione autonoma dovette essere <strong>di</strong> breve durata se consideriamo la rarità degli esemplari.<br />
Rimane ancora aperto il problema della datazione. In questo campo possiamo procedere solo per<br />
ipotesi, consape<strong>vol</strong>i che nuove scoperte <strong>di</strong> monete o <strong>di</strong> fonti possono mo<strong>di</strong>ficare o scon<strong>vol</strong>gere completamente<br />
le nostre affermazioni.<br />
Il confronto con le monete <strong>di</strong> Perugia non è <strong>di</strong> molta utilità, nonostante questa città presenti delle<br />
emissioni simili a quella <strong>di</strong> cui stiamo trattando; infatti la monetazione perugina manca anch’essa <strong>di</strong> una<br />
cronologia sicura che possa costituire un v<strong>al</strong>ido termine <strong>di</strong> paragone. Qu<strong>al</strong>che aiuto ci può venire d<strong>al</strong>la<br />
monetazione <strong>di</strong> una regione vicina <strong>al</strong>l’Umbria, cioè da quella delle Marche, dove troviamo la città <strong>di</strong><br />
Ancona 19 che ci presenta, a partire d<strong>al</strong>la prima metà del X<strong>II</strong>I secolo una monetazione, la cui successione<br />
cronologica si può determinare in modo abbastanza sicuro. Ve<strong>di</strong>amo che le monete più antiche mostrano<br />
una semplicità e linearità nel <strong>di</strong>segno anche delle leggende, ignote <strong>al</strong>la moneta spoletina; poi il campo<br />
monet<strong>al</strong>e si riempie <strong>di</strong> rosette, anellini e <strong>al</strong>tri motivi decorativi, le lettere della leggenda <strong>di</strong>ventano sempre<br />
più elaborate ed ornate. Quanto osserviamo per la monetazione <strong>di</strong> Ancona potremmo ripetere per <strong>al</strong>tre<br />
monetazioni <strong>di</strong> zecche marchigiane (per es. Ascoli) e in genere per tutte le monetazioni delle <strong>al</strong>tre zecche<br />
dell’It<strong>al</strong>ia centr<strong>al</strong>e durante il corso del XIV secolo. A questo periodo sarei incline a riportare anche i sestini<br />
<strong>di</strong> Spoleto con la croce patente e la P. Questa lettera, che campeggia nel centro del rovescio della moneta, è<br />
probabilmente l’inizi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Protector riferito a S. Ponziano, il cui nome è riportato nel circolo della stessa<br />
faccia. Un S. Ponziano Spoletino fu martire dell’epoca degli Antonini 20 . Per quanto riguarda la cronologia,<br />
19<br />
CNI, X<strong>II</strong>I, p. 1 ss.<br />
20<br />
Debbo l’informazione su S. Ponziano <strong>al</strong> prof. Gaetano V<strong>al</strong>entini <strong>di</strong> Spoleto, che cor<strong>di</strong><strong>al</strong>mente ringrazio.<br />
77<br />
http://www.numismaticadellostato.it