Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
La numismatica a Firenze<br />
Tutte le raccolte messe insieme dai Me<strong>di</strong>ci con grande amore, con fatica e con spesa non in<strong>di</strong>fferente<br />
furono <strong>di</strong>sperse due anni dopo nel saccheggio delle case dei Me<strong>di</strong>ci <strong>al</strong> tempo dell’invasione <strong>di</strong> Carlo V<strong>II</strong>I.<br />
In parte i pezzi andarono perduti, in parte furono portati via a Roma da Piero il giovane, che riuscí a s<strong>al</strong>vare<br />
la collezione <strong>di</strong> pietre incise, il resto fu confiscato d<strong>al</strong>la Signoria e messo <strong>al</strong>l’asta. Le monete seguirono<br />
la sorte <strong>di</strong> tutti gli <strong>al</strong>tri oggetti ed andarono anch’esse <strong>di</strong>sperse: “... numismataque auro, aere, argento,<br />
queis clarorum ducum effigies inerant, longo atque eru<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>uturna in pace cumulata” come scrive<br />
uno storico dell’epoca. La fama delle raccolte me<strong>di</strong>cee aveva v<strong>al</strong>icato le Alpi e Filippo <strong>di</strong> Comines scriveva<br />
nelle sue memorie “il n’y avoit point autant de belles medailles en It<strong>al</strong>ie ”. Ma quando il loro dominio<br />
si fu <strong>di</strong> nuovo stabilmente inse<strong>di</strong>ato in Firenze con il definitivo tramonto della Repubblica Fiorentina e la<br />
creazione dello stato granduc<strong>al</strong>e, i Me<strong>di</strong>ci ricominciarono a raccogliere insieme ad oggetti d’arte e libri,<br />
anche monete e medaglie. La collezione continuò ad arricchirsi con l’acquisto <strong>di</strong> raccolte in ogni città<br />
d’It<strong>al</strong>ia, tant’è vero che Giovanni Vaillant cita nella Prefaces delle sue opere sulle monete romane la collezione<br />
Me<strong>di</strong>cea tra quelle da lui visitate e l’abate Giuseppe Eckhel, colui che a buon <strong>di</strong>ritto viene considerato<br />
il padre della Numismatica, ricorda tra le collezioni it<strong>al</strong>iane degne <strong>di</strong> nota, insieme a quella del Museo<br />
Vaticano, <strong>al</strong>la collezione re<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Napoli, e a poche <strong>al</strong>tre, la collezione del Granduca a Firenze “insignes<br />
reliquiae magnificentiae et liber<strong>al</strong>itatis, quam gens Me<strong>di</strong>cea inde a principio bonis artibus impen<strong>di</strong>t”.<br />
Si <strong>di</strong>rebbe che l’interesse per la numismatica nella Firenze e nella Toscana dei secoli XV<strong>II</strong> e XV<strong>II</strong>I<br />
si concentri unicamente nell’arricchimento della collezione, conservando quella tra<strong>di</strong>zione che abbiamo<br />
visto ris<strong>al</strong>ire ben in<strong>di</strong>etro nel tempo nelle consuetu<strong>di</strong>ni dei primi Me<strong>di</strong>ci. Gli stu<strong>di</strong> numismatici invece<br />
sembrano quasi languire forse perché <strong>al</strong>tri in<strong>di</strong>rizzi, quelli scientifici o strettamente archeologici, prendono<br />
il sopravvento e polarizzano maggiormente l’attenzione. Ciononostante possiamo ancora ricordare<br />
un Anton Francesco Gori e soprattutto un Domenico Sestini. Il primo in tre monument<strong>al</strong>i <strong>vol</strong>umi del suo<br />
Museum Florentinum nel 1740 (Antiqua numismata aurea et argentea prestantioria et aerea maximi<br />
moduli quae in regio thesauro Magni Ducis adservantur) pubblica su ta<strong>vol</strong>e le riproduzioni delle monete<br />
possedute d<strong>al</strong>la famiglia dei Me<strong>di</strong>ci, documentazione insostituibile per la ricostruzione <strong>di</strong> quelle collezioni.<br />
Le incisioni delle monete sono accompagnate d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>dasc<strong>al</strong>ie: lo potremmo definire un cat<strong>al</strong>ogo,<br />
sia pure in latino e non troppo manegge<strong>vol</strong>e. Ma evidentemente i nostri antenati erano robusti e non<br />
li spaventava lo sfogliare con <strong>di</strong>sin<strong>vol</strong>tura tomi, la cui sola mole a noi moderni sembra respingerci.<br />
Occorre segn<strong>al</strong>are l’uso - non limitato d’<strong>al</strong>tra parte <strong>al</strong>le sole monete, ma <strong>di</strong>ffuso anche per le gemme e le<br />
iscrizioni - <strong>di</strong> presentare <strong>al</strong> lettore la riproduzione <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> monete.<br />
Lo stesso Gori insieme a Siegebert Havercamp e Christian Schlegel pubblicò anche un manoscritto<br />
ine<strong>di</strong>to del Morell sulle monete dei do<strong>di</strong>ci Cesari, e<strong>di</strong>to ad Amsterdam nel 1753.<br />
Con Domenico Sestini arriviamo quasi <strong>al</strong>la metà del XIX secolo. Fiorentino, nato nel 1750, morto<br />
nel 1832, fu anche un natur<strong>al</strong>ista e un grande viaggiatore. Con lui il campo <strong>di</strong> osservazione numismatico<br />
si amplia: il suo primo lavoro riguarda <strong>al</strong>cune monete armene. Seguono ben nove <strong>vol</strong>umi <strong>di</strong> lettere e <strong>di</strong>ssertazioni<br />
numismatiche, ma la sua opera non finisce qui: abbiamo ancora una ventina circa <strong>di</strong> opere, la<br />
maggior parte delle qu<strong>al</strong>i sono cat<strong>al</strong>oghi <strong>di</strong> collezioni it<strong>al</strong>iane e soprattutto straniere, dato che il Sestini<br />
era chiamato in tutta Europa dai piú famosi raccoglitori.<br />
Ernesto Babelon lo definí ‘il Vaillant del XIX secolo’ e non si può che sottoscrivere t<strong>al</strong>e giu<strong>di</strong>zio. Lo<br />
troviamo spesso citato d<strong>al</strong> Cohen nella sua opera sulle monete imperi<strong>al</strong>i. Benché non avesse l’eru<strong>di</strong>zione e<br />
l’acutezza critica dell’Eckhel, tuttavia si può considerare il suo degno successore nel campo della moneta<br />
romana e le descrizioni da lui date delle collezioni possono essere ancora utilmente consultate.<br />
Con il Sestini siamo già ormai in età moderna e il resto è quasi storia <strong>di</strong> oggi.<br />
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http://www.numismaticadellostato.it