08.01.2015 Views

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Note <strong>di</strong> numismatica pisana<br />

moneta “che ha corso in Pisa”, tanto più che un <strong>al</strong>tro documento <strong>di</strong> venti anni prima, un atto del 13 ottobre<br />

1131, parla <strong>di</strong> “argenti optimi solidos mille probate pisane monete” 23 e finora nessuno, a quanto mi risulta,<br />

ne ha dedotto che Pisa batteva moneta già nel 1131. Perciò ritengo che, in attesa <strong>di</strong> nuovi documenti, si<br />

possa ancora fissare l’apertura della zecca pisana <strong>al</strong>l’anno 1155 in relazione <strong>al</strong> <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Federico I.<br />

Altro problema che si presenta <strong>al</strong> numismatico, e non da oggi, è quello della f<strong>al</strong>sificazione della<br />

moneta lucchese da parte <strong>di</strong> Pisa. Una serie <strong>di</strong> notizie d<strong>al</strong> cronista Tolomeo <strong>di</strong> Lucca e d<strong>al</strong> cronista genovese<br />

Caffaro 24 ci parla delle condanne dei Pisani da parte del Papa e dell’imperatore perché contraffacevano<br />

la moneta <strong>di</strong> Lucca. Nel 1175, fra l’<strong>al</strong>tro, l’imperatore Federico I aveva condannato i Pisani e<br />

l’anno seguente aveva messo <strong>al</strong> bando la città per lo stesso delitto.<br />

Osserva giustamente l’Herlihy che le notizie <strong>di</strong> queste condanne ci sono pervenute solo da Tolomeo<br />

<strong>di</strong> Lucca e da Caffaro che, per essere citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> una città nemica acerrima <strong>di</strong> Pisa, doveva essere propenso<br />

a credere <strong>al</strong>le c<strong>al</strong>unnie lucchesi. Con questo però non mi sembra che si possa escludere qu<strong>al</strong>unque<br />

atten<strong>di</strong>bilità <strong>al</strong>le notizie riportate d<strong>al</strong>le cronache, forse vi saranno state delle esagerazioni. Ma il problema,<br />

da un punto <strong>di</strong> vista numismatico è un <strong>al</strong>tro: qu<strong>al</strong>i sono queste imitazioni della moneta lucchese<br />

Nella relazione da me s<strong>vol</strong>ta nel 1967 <strong>al</strong> “Convegno sulle zecche minori toscane” 25 osservavo che nessuna<br />

delle monete <strong>di</strong> Pisa finora note poteva essere considerata un’imitazione della moneta lucchese, né<br />

essere scambiata per una moneta <strong>di</strong> Lucca e quin<strong>di</strong> concludevo che se un’imitazione era stata non doveva<br />

riguardare, nel senso moderno del termine, il tipo, ma piuttosto il peso e la lega.<br />

Alla luce <strong>di</strong> un più approfon<strong>di</strong>to esame delle monete pisane credo <strong>di</strong> dover mo<strong>di</strong>ficare in parte la mia<br />

opinione. Le prime monete coniate d<strong>al</strong>la zecca <strong>di</strong> Pisa, secondo il Corpus Nummorum, che è a tutt’oggi<br />

l’unica opera che ci <strong>di</strong>a una classificazione complessiva della monetazione pisana, anche se non priva <strong>di</strong><br />

incertezze, sono i denari recanti <strong>al</strong> D/ la leggenda circolare IMPERATOR intorno a F e <strong>al</strong> R/ la leggenda circolare<br />

AVGVSTVS e nel campo PISA con le lettere <strong>di</strong>sposte a croce 26 . Si tratta <strong>di</strong> monete d<strong>al</strong> peso oscillante<br />

tra ca. gr 0,50 e 0,72, <strong>di</strong> tecnica molto rozza, con le leggende confuse e <strong>di</strong>fficilmente leggibili tanto che in<br />

parecchi pezzi risulta molto arduo <strong>di</strong>stinguervi le caratteristiche epigrafiche riportate d<strong>al</strong> CNI. I denari non<br />

sono riconoscibili imme<strong>di</strong>atamente come monete della zecca <strong>di</strong> Pisa. In questa situazione non è da meravigliarsi<br />

se esemplari <strong>di</strong> questa serie, che senza dubbio per i suoi caratteri epigrafici, tecnici e ponder<strong>al</strong>i deve<br />

considerarsi la prima coniata a Pisa, si potessero facilmente confondere con la moneta lucchese, che intorno<br />

<strong>al</strong>la metà del X<strong>II</strong> secolo recava sul dritto la leggenda IMPERATOR come la moneta pisana e non era d<strong>al</strong><br />

punto <strong>di</strong> vista tecnico migliore <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Pisa. Se questa confusione avvenisse per deliberata <strong>vol</strong>ontà degli<br />

zecchieri pisani, per avv<strong>al</strong>ersi del prestigio <strong>di</strong> cui godeva la moneta lucchese, o anche in<strong>vol</strong>ontariamente per<br />

la loro inesperienza è <strong>al</strong>tra questione <strong>di</strong>fficile a risolversi. Probabilmente però un qu<strong>al</strong>che proposito <strong>di</strong> battere<br />

una moneta che potesse essere confusa per quella <strong>di</strong> Lucca doveva esservi, come si può dedurre anche<br />

d<strong>al</strong>la pace monetaria, <strong>di</strong> cui parleremo appresso. Ed è abbastanza comprensibile che la nuova zecca cercasse<br />

<strong>di</strong> soppiantare sui mercati anche con questi mezzi poco leciti la vecchia moneta lucchese.<br />

23<br />

S.P.P. SCALFATI, Carte dell’Archivio della Certosa <strong>di</strong> Pavia <strong>II</strong> (1100-1150), Roma 1971, n. 63. Debbo questa informazione <strong>al</strong>la cortesia<br />

delle dott. Maria Luisa Ceccarelli Lemut e Gabriella Garzelli, <strong>al</strong>unne della Scuola Speci<strong>al</strong>e per Archeologi dell’Università <strong>di</strong> Pisa, che hanno<br />

in preparazione un lavoro d<strong>al</strong> titolo “La moneta nei documenti pisani nei secoli XI e X<strong>II</strong>”.<br />

24<br />

HERLIHY, in “Le zecche minori toscane fino <strong>al</strong> XIV secolo”, op. cit., p. 179.<br />

25<br />

F. PANVINI ROSATI, art. cit., p. 134 s.<br />

26<br />

CNI, X<strong>II</strong>, p. 287, nn. 1-3, tav. XV<strong>II</strong>I, 6. Il CNI cita anche un obolo (p. 287, n. 4, tav. XV<strong>II</strong>I, 7) che sembra degli stessi tipi del denaro.<br />

135<br />

http://www.numismaticadellostato.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!