Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
zione aumenta il v<strong>al</strong>ore della moneta d’oro, fenomeno questo che non è solo proprio della zecca <strong>di</strong><br />
Bologna ma <strong>di</strong>ffuso in quasi tutto gli <strong>al</strong>tri stati. Secondo i c<strong>al</strong>coli del S<strong>al</strong>vioni basati sui documenti <strong>di</strong><br />
zecca, mentre il bolognino d’oro <strong>al</strong>l’inizio della coniazione v<strong>al</strong>eva sol<strong>di</strong> 34, nel 1401 v<strong>al</strong>eva sol<strong>di</strong> <strong>37</strong> e<br />
la sv<strong>al</strong>utazione della moneta piccola continua per tutto il XV secolo, tanto che il ducato nel 1494 aveva<br />
raggiunto il v<strong>al</strong>ore <strong>di</strong> 64 sol<strong>di</strong>. Coesistevano <strong>di</strong> fatto due monete, una <strong>di</strong> buona lega, la moneta grossa<br />
d’argento, e una sv<strong>al</strong>utata, cioè i denari piccoli e i quattrini. Da qui derivano i contrasti tra debitori e cre<strong>di</strong>tori<br />
per i pagamenti e le <strong>di</strong>fferenti menzioni che spesso si trovano nei documenti, <strong>di</strong> lira <strong>di</strong> quattrini, o<br />
lira <strong>di</strong> bolognini d’argento.<br />
Appena entrato Giulio <strong>II</strong> in Bologna fu coniata una serie <strong>di</strong> ducati d’oro e <strong>di</strong> bolognini d’argento<br />
con la leggenda che ricordava la liberazione <strong>di</strong> Bologna d<strong>al</strong> dominio dei Bentivoglio. La zecca riprese a<br />
funzionare a pieno ritmo con i ducati d’oro a nome e con lo stemma del papa e dopo il 1508 furono<br />
coniati un doppio ducato d’oro, oggi della più <strong>al</strong>ta rarità, e monete d’argento con il ritratto <strong>di</strong> Giulio <strong>II</strong>:<br />
sono queste le monete i cui coni furono sicuramente incisi d<strong>al</strong> Francia.<br />
Ancora con Leone X abbiamo un ducato d’oro anch’esso molto raro con il ritratto del papa. È questa<br />
l’ultima moneta d’oro su cui è riprodotta l’effige del Pontefice, che non apparirà più sulla moneta<br />
d’oro fino a Benedetto XIV.<br />
La storia della moneta <strong>di</strong> Bologna non presenta più avvenimenti degni <strong>di</strong> particolare rilievo: si<br />
hanno <strong>al</strong>cune emissioni speci<strong>al</strong>i coniate <strong>al</strong>l’epoca <strong>di</strong> Clemente V<strong>II</strong> in occasione <strong>di</strong> una grave peste e<br />
carestia che afflissero nel 1529 la città <strong>di</strong> Bologna. Ancora sotto Clemente V<strong>II</strong> viene battuto per prima<br />
<strong>vol</strong>ta lo scudo del sole che sostituisce il ducato d’oro con il vecchio tipo del leone rampante. Il nuovo<br />
scudo d’oro reca lo stemma e il nome del Papa <strong>al</strong> dritto e <strong>al</strong> rovescio la leggenda BONONIA DOCET e<br />
una croce filettata e ornata.<br />
Nel 1530 la moneta ricorda l’arrivo a Bologna <strong>di</strong> Carlo V e la sua incoronazione in S. Petronio da<br />
parte del Pontefice. Vengono coniate in questa occasione monete d’oro e d’argento in emissioni limitate<br />
tanto che ora queste monete sono <strong>di</strong> estrema rarità; nella mostra è presente solo un esemplare del re<strong>al</strong>e<br />
d’argento.<br />
La storia <strong>di</strong> Bologna nel ‘600-‘700 si s<strong>vol</strong>ge senza avvenimenti particolarmente note<strong>vol</strong>i: la città<br />
mantiene le sue prerogative speci<strong>al</strong>i che la <strong>di</strong>fferenziano da tutte le <strong>al</strong>tre città facenti parte degli stati<br />
della Chiesa; ha il suo Senato che amministra la città; ha, unica, il suo ambasciatore a Roma, che la rappresenta<br />
presso la Corte Pontificia; è, dopo Roma, la città più importante dello Stato e riesce a tenere<br />
aperta ininterrottamente la sua zecca durante tutto il periodo del governo pap<strong>al</strong>e.<br />
Si coniano abbondantemente, quasi per ogni Papa, monete d’oro (scu<strong>di</strong> e doppi scu<strong>di</strong>), d’argento e<br />
<strong>di</strong> rame. Con Gregorio X<strong>II</strong>I (1572-1585) abbiamo il primo scudo d’argento e la prima quadrupla d’oro<br />
nella zecca <strong>di</strong> Bologna (Cfr. Numismatica n.s., I, 1, 1960, p. 12 ss.). Sotto Clemente X (1670-1676) inizia<br />
l’emissione degli scu<strong>di</strong> d’argento da 80 bolognini e mezzi scu<strong>di</strong> da 40. Particolarmente attiva la<br />
zecca fu sotto Innocenzo XI (1676-1689) e sotto Clemente XI (1700-1721). Con Clemente X<strong>II</strong> (1730<br />
1740) si ha la prima emissione dello zecchino d’oro contrad<strong>di</strong>stinto <strong>al</strong> dritto dagli stemmi a cuore del<br />
card. Legato e <strong>di</strong> Bologna, sormontati da chiavi decussate e da pa<strong>di</strong>glione, e <strong>al</strong> rovescio da leone rampante<br />
con vessillo. Ma i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggiore attività per la zecca furono quelli <strong>di</strong> Benedetto XIV e <strong>di</strong> Pio<br />
VI: per il primo furono coniati scu<strong>di</strong> d’argento con il suo ritratto e con scritte a lui inneggianti e monete<br />
d’oro con la leggenda PATRI PATRIAE. È soprattutto durante il pontificato <strong>di</strong> Pio VI che la zecca <strong>di</strong><br />
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