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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

1760 47 . Il Medagliere si arricchisce anche con l’acquisto <strong>di</strong> varie collezioni nella seconda metà del sec.<br />

XV<strong>II</strong>I e nella prima metà del XIX. Dopo la Restaurazione nel 1818 il Museo viene <strong>di</strong>chiarato duc<strong>al</strong>e e<br />

quin<strong>di</strong> anche il Medagliere partecipa <strong>di</strong> questa uffici<strong>al</strong>ità. Più complessa la situazione a Modena 48 . La<br />

vecchia collezione estense, cui si è già accennato, era stata trasferita da Ferrara a Modena nel 1598<br />

quando Ferrara, morto Alfonso <strong>II</strong>, fu unita <strong>al</strong>lo stato pontificio. Già prima del 1690 molte delle monete<br />

erano passate nella collezione me<strong>di</strong>cea <strong>di</strong> Firenze. Le monete della vecchia collezione estense sono<br />

facilmente riconoscibili per l’aquiletta che recano punzonata su una delle due facce. Il resto della collezione<br />

andò <strong>di</strong>sperso <strong>al</strong>l’epoca dell’occupazione francese nel 1796: buona parte fu portata via d<strong>al</strong> duca<br />

Ercole <strong>II</strong>I e poi da lui ceduta <strong>al</strong>l’abate Panonici <strong>di</strong> Venezia e da questo dopo la sua morte passò <strong>al</strong><br />

Museo <strong>di</strong> Milano. Molte delle monete però dovettero trasmigrare anche a Vienna. Quanto era rimasto a<br />

Modena insierne a co<strong>di</strong>ci e libri fu portato a Parigi come preda <strong>di</strong> guerra e solo in parte restituito. La<br />

collezione fu completamente ricostituita dopo il 1815 con la raccolta dell’arciduca d’Austria d’Este<br />

Massimiliano e con quelle dei suoi fratelli arcivescovo Carlo Ambrogio, Francesco e Fer<strong>di</strong>nando, con la<br />

collezione del marchese Tommaso Obizzi del Cataio che lasciò tutte le sue raccolte <strong>al</strong>la casa d’Austria<br />

d’Este, e con numerosi ritrovamenti <strong>di</strong> monete soprattutto romane repubblicane. Nel 1858 il Medagliere<br />

emigrò <strong>di</strong> nuovo in Austria con l’ultimo duca Francesco V, ma dopo il 1866 con il trattato <strong>di</strong> Vienna fu<br />

restituito a Modena.<br />

A Bologna 49 il card. Lambertini, eletto Papa col nome <strong>di</strong> Benedetto XIV, lasciava <strong>al</strong>lo stu<strong>di</strong>o bolognese<br />

la sua ricchissima raccolta <strong>di</strong> monete greche, romane e it<strong>al</strong>iane, speci<strong>al</strong>mente bolognesi, una delle<br />

più cospicue dell’epoca, che andò ad arricchire il Museo Universitario fondato nel 1712. A Ferrara il<br />

Municipio acquistò nel 1758 la collezione del numismatico ferrarese Vincenzo Bellini, che fu unita <strong>al</strong>la<br />

raccolta lapidaria già formata nel P<strong>al</strong>azzo dell’Università e che più tar<strong>di</strong> costituirà il primo nucleo della<br />

collezione del Museo Civico <strong>di</strong> Schifanoia. Sono significative e ritengo degne <strong>di</strong> essere riportate le<br />

parole scritte in proposito d<strong>al</strong>lo stesso Bellini nella de<strong>di</strong>ca della sua opera Delle monete <strong>di</strong> Ferrara 50 :<br />

“quelle stesse monete che io già per mio gusto raccolsi e che oggi sono <strong>al</strong> pubblico comodo ed uso collocate<br />

ed esposte”.<br />

A Firenze la collezione me<strong>di</strong>cea, <strong>di</strong>venuta nel corso del XVI e XV<strong>II</strong> secolo una delle maggiori<br />

d’It<strong>al</strong>ia, rimane proprietà privata della famiglia Me<strong>di</strong>ci fino <strong>al</strong> 17<strong>37</strong>, quando per una convenzione con il<br />

granduca Francesco <strong>II</strong>I <strong>di</strong> Lorena, Anna Ludovica elettrice <strong>di</strong> Baviera, ultima <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong>retta dei<br />

Me<strong>di</strong>ci, cede tutte le raccolte, già proprietà della famiglia, <strong>al</strong> nuovo granduca “a con<strong>di</strong>zione espressa che<br />

<strong>di</strong> quello che è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri<br />

non ne sarà nulla trasportato fuori della capit<strong>al</strong>e dello Stato del Granducato” 51 . Il Medagliere ebbe un<br />

47<br />

A. FROVA, Parma, Museo Nazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Antichità, Parma, 1965, p. 7 ss. (bibliografia sul Museo a p. 164). Fra le raccolte acquistate quella<br />

del p. Canonici nel 1768, del p. Cattaneo nel 1773, dei frati <strong>di</strong> Montechiarugolo nel 1776, dei Canonici Lateranensi <strong>di</strong> Piacenza nel 1798, oltre<br />

ad <strong>al</strong>cuni ripostigli <strong>di</strong> monete romane e me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>i.<br />

48<br />

C. CAVEDONI, Dell’origine ed incremento dell’o<strong>di</strong>erno R. Museo Estense delle Medaglie e della <strong>di</strong>spersione dell’<strong>al</strong>tro ad esso anteriore,<br />

Modena 1846; F. PANVINI ROSATI, Il rior<strong>di</strong>namento del Medagliere estense <strong>di</strong> Modena, in A<strong>II</strong>N 3, 1956, p. 191 s.<br />

49<br />

A. S. FAVA, Il Medagliere del Museo Civico <strong>di</strong> Bologna,in A<strong>II</strong>N 5-6, 1958-59, p. 240 ss.<br />

50<br />

V. BELLINI, Delle monete <strong>di</strong> Perrara, Ferrara 1761, p. 3.<br />

51<br />

L’elettrice Anna Maria Luisa morì nel 1743 e le con<strong>di</strong>zioni espresse nella convenzione furono riba<strong>di</strong>te per testamento. A. GOTTI, op.<br />

cit., p. 148 ss. Osserva il Gotti che “a questo punto e per quest’atto d<strong>al</strong>l’essere una cosa interamente privata dei principi regnanti in Toscana<br />

<strong>di</strong>vennero le G<strong>al</strong>lerie vera proprietà e in<strong>al</strong>ienabile dello Stato”.<br />

274<br />

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