08.01.2015 Views

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

città e pone sulla moneta il suo nome o il suo stemma o comunque un segno del suo dominio; infine la<br />

terza fase, quando la regione passa sotto il <strong>di</strong>retto dominio pontificio e le città coniano moneta con il<br />

nome del papa: in questa fase presto tutte le zecche vengono chiuse sicché agli inizi del XV<strong>II</strong> secolo<br />

non si ha più una monetazione marchigiana. Molte zecche vengono riaperte per un breve periodo sotto<br />

Pio VI solo per la coniazione del bronzo, eccetto Ancona che conia anche moneta d’argento.<br />

Ho già scritto nella mia relazione sopra citata che la zecca <strong>di</strong> Ancona si apre probabilmente ca. il<br />

1170 con la coniazione <strong>di</strong> denari e successivamente <strong>di</strong> grossi primitivi. Seguono <strong>al</strong>la zecca <strong>di</strong> Ancona,<br />

ca. la metà del X<strong>II</strong>I secolo, Camerino e poi Ascoli e forse un po’ più tar<strong>di</strong>, nella prima metà del XIV<br />

secolo, Fermo. Camerino conia grossi <strong>di</strong> ca. gr 1 e quattrini, Ascoli mezzi grossi, bolognini e quattrini e<br />

in una seconda fase, probabilmente dopo la metà del XIV secolo, grossi agontani, <strong>di</strong> peso ridotto rispetto<br />

<strong>al</strong>la moneta origin<strong>al</strong>e. Il grosso agontano è la moneta d’argento battuta da Ancona, del peso <strong>di</strong> ca.<br />

gr 3, contrad<strong>di</strong>stinta d<strong>al</strong>la raffigurazione <strong>al</strong> R/ <strong>di</strong> S. Ciriaco stante front<strong>al</strong>e. Le sue caratteristiche sono il<br />

peso più forte del norm<strong>al</strong>e grosso e la figura del Santo protettore della città stante front<strong>al</strong>e con i suoi<br />

attributi (se vescovo la mitra e il pastor<strong>al</strong>e). L’inizio della sua coniazione nella zecca <strong>di</strong> Ancona è da<br />

porre probabilmente tra la fine del X<strong>II</strong>I e gli inizi del XIV secolo poiché nel 1338 esso fu imitato a<br />

Bologna da Taddeo Pepoli. Una ricerca archivistica potrebbe forse precisare meglio l’inizio della coniazione<br />

e l’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dell’agontano, che da quanto possiamo vedere d<strong>al</strong>le monete stesse, ebbe un<br />

grande successo. Infatti l’agontano fu imitato oltre che nelle Marche anche in Emilia e in Toscana. Con<br />

la sua buona lega d’argento e il peso maggiore rispetto ai precedenti grossi, l’agontano costituiva quella<br />

moneta <strong>di</strong> cui aveva bisogno il mercato in mancanza <strong>di</strong> una moneta d’oro loc<strong>al</strong>e, <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e si suppliva<br />

con l’uso del fiorino, una delle v<strong>al</strong>ute auree più famose e più apprezzate in It<strong>al</strong>ia e in Europa.<br />

Tra la metà del XIV secolo e la metà del XV <strong>al</strong>cune città passano sotto il governo dei Signori che<br />

impongono il loro nome o un segno del loro dominio sulla moneta. Dapprima Pesaro, la cui zecca viene<br />

aperta poco dopo la metà del 1300 sotto i M<strong>al</strong>atesta. In questa prima fase, che dura fino <strong>al</strong> governo <strong>di</strong><br />

Pandolfo, Carlo e G<strong>al</strong>eazzo (1429-1438), Pesaro conia quattrini d’argento e monete <strong>di</strong> mistura eccezion<strong>al</strong>mente<br />

senza segni che attestino la Signoria dei M<strong>al</strong>atesta: o la città conservava ancora una certa<br />

forma <strong>di</strong> autonomia oppure i nuovi signori non ritenevano opportuno, per ragioni politiche, manifestare<br />

in modo p<strong>al</strong>ese la loro signoria sulla città.<br />

A Camerino i Da Varano coniano in epoca incerta, ma probabilmente nella seconda metà del XIV<br />

secolo, grossi d’argento. Segue un periodo <strong>di</strong> governo popolare tra il 1434 ed il 1444 con una coniazione<br />

più articolata <strong>di</strong> grossi, bolognini e piccioli e poi con Giulio Cesare da Varano (1444-1502) riprende<br />

la coniazione signorile che continua fino a Giulia da Varano (1534-1539). Dopo un breve governo <strong>di</strong><br />

Ottavio Farnese (1541-1545) la città tornò definitivamente ai papi.<br />

Ad Ascoli una breve monetazione signorile si ha con Andrea Matteo d’Acquaviva <strong>al</strong>la fine del<br />

secolo XIV (1395-1396); poi la città passa nel secolo XV sotto vari Signori, che lasciano traccia del loro<br />

dominio sulla moneta. A Fano la situazione è piuttosto incerta: il Castellani nell’articolo citato riferisce<br />

<strong>al</strong>la zecca loc<strong>al</strong>e la “moneta parve usu<strong>al</strong>is” che trova citata nei documenti fino <strong>al</strong> 1340. Se l’ipotesi del<br />

Castellani è corretta, come sembra, Fano avrebbe aperto la zecca già in epoca comun<strong>al</strong>e. Poi nel 1381<br />

troviamo ricordata per la prima <strong>vol</strong>ta la moneta <strong>di</strong> Fano. Con Pandolfo M<strong>al</strong>atesta nel 1384 inizia a Fano<br />

la monetazione signorile.<br />

Fermo conia moneta a nome <strong>di</strong> Ludovico Migliorati (1425-1428) e poi <strong>di</strong> Francesco Sforza tra il<br />

1434 ed il 1446.<br />

154<br />

http://www.numismaticadellostato.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!