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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

La zecca <strong>di</strong> Bologna<br />

Bologna conia, senza interruzione, un numero stragrande <strong>di</strong> emissioni comprendenti tutti i nomin<strong>al</strong>i, dai<br />

10 zecchini d’oro, incisi da Petronio Tadolini, e dai pezzi da quattro doppie d’oro fino ai quattrini, <strong>al</strong>le<br />

muraiole, ai mezzi baiocchi.<br />

Dopo la caduta del governo pap<strong>al</strong>e nel 1796, le monete <strong>di</strong> Bologna riflettono gli avvenimenti che<br />

travagliarono l’It<strong>al</strong>ia in quel turbinoso periodo. Abbiamo emissioni a nome del Governo Popolare con i<br />

caratteristici scu<strong>di</strong> e mezzi scu<strong>di</strong> d’argento che recano la figura della Beata Vergine <strong>di</strong> San Luca praesi<strong>di</strong>um<br />

et decus e in basso la città cinta da mura con la porta e le torri e sopraelevato il santuario del Dotti;<br />

emissioni della Repubblica Cispadana e, fin<strong>al</strong>mente, <strong>di</strong> Napoleone I. Con Napoleone I la zecca <strong>di</strong> Bologna<br />

è l’unica aperta nel regno it<strong>al</strong>iano oltre quelle <strong>di</strong> Milano e <strong>di</strong> Venezia; conia però solamente argento<br />

e rame, essendo la battitura dell’oro riservata <strong>al</strong>la zecca <strong>di</strong> Milano. In questo periodo fa la sua prima<br />

apparizione il sistema decim<strong>al</strong>e.<br />

Caduto Napoleone, le Legazioni tornano <strong>al</strong>la Chiesa e la zecca riprende la sua attività sotto il<br />

governo pap<strong>al</strong>e. Nello stato pontificio rimangono ora in funzione solo due zecche, Roma e Bologna, e<br />

per or<strong>di</strong>ne del governo centr<strong>al</strong>e si cerca <strong>di</strong> dare uniformità <strong>al</strong>le loro emissioni, non solo nel peso e nel<br />

titolo ma anche nei tipi, che devono essere simili, <strong>di</strong>stinguendosi le monete solo per il segno <strong>di</strong> zecca<br />

posto <strong>al</strong>l’esergo, B per Bologna, R per Roma. Con Leone X<strong>II</strong>, princip<strong>al</strong>e incisore è Giuseppe Cerbara<br />

che lavora anche per la zecca <strong>di</strong> Roma e la cui opera è pervasa da un fresco classicismo privo <strong>di</strong> ogni<br />

impeto <strong>di</strong> vita. Con Pio V<strong>II</strong>I e Gregorio XVI i coni vengono lavorati <strong>di</strong>rettamente a Roma e poi inviati a<br />

Bologna per la battitura. Nicola Cerbara, che ha sostituito il fratello Giuseppe, si limita a <strong>di</strong>rigere il<br />

lavoro della preparazione dei coni, che tuttavia portano il suo nome. Nel 1849 Bologna conia a nome<br />

della Repubblica Romana pezzi da quattro e da tre baiocchi.<br />

Dopo il 1849 l’attività della zecca è ridotta: vengono coniate soprattutto monete <strong>di</strong> rame, poche<br />

quelle d’oro e d’argento.<br />

Le ultime emissioni della zecca sono a nome <strong>di</strong> Vittorio Emanuele <strong>II</strong> nel 1859, 1860, 1861 (in<br />

quest’ultimo anno si coniano solo pezzi da 5 centesimi) finché, nel riassetto gener<strong>al</strong>e della monetazione<br />

it<strong>al</strong>iana, la zecca viene definitivamente chiusa.<br />

La tipologia.<br />

La tipologia della moneta bolognese non presenta gran<strong>di</strong> varietà: i tipi caratteristici che si ripetono<br />

per più <strong>di</strong> quattro secoli sono il leone rampante, che sorregge un vessillo con banderuola e San Petronio.<br />

La figura <strong>di</strong> San Petronio non è però la prima ad apparire sulla moneta ché il primo santo rappresentato<br />

è San Pietro sui doppi grossi <strong>di</strong> Taddeo Pepoli: il Santo è raffigurato stante <strong>di</strong> fronte con le chiavi e il<br />

libro e coesiste per <strong>al</strong>cuni secoli insieme a san Petronio. Fino a leone X esso costituisce, tranne poche<br />

eccezioni, il tipo della moneta d’oro.<br />

San Petronio appare per la prima <strong>vol</strong>ta su grossi dell’ultimo quarto del XIV secolo ed è raffigurato<br />

stante mitrato in atto <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re e con il pastor<strong>al</strong>e: viene rappresentato ancora sui grossi <strong>di</strong> Eugenio IV,<br />

sui qu<strong>al</strong>i appare per la prima <strong>vol</strong>ta la figura caratteristica del santo seduto <strong>di</strong> fronte con il pastor<strong>al</strong>e e la<br />

città, che dominerà tutta la monetazione bolognese fino <strong>al</strong>la fine del 1700.<br />

Quasi contemporaneamente su monete d’argento <strong>di</strong> Filippo Maria Visconti, il santo è raffigurato<br />

invece stante con la città e in atto <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re. Tipi particolari <strong>di</strong> San Petronio: il Santo inginocchiato<br />

prega sulla città che gli sta <strong>di</strong>nnanzi sulle lire delle Se<strong>di</strong> Vacanti 1667, 1691, 1700, 1774 e sugli scu<strong>di</strong><br />

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