Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
Una storia del collezionismo numismatico it<strong>al</strong>iano è ancora da scrivere, abbiamo solamente qu<strong>al</strong>che<br />
stu<strong>di</strong>o parzi<strong>al</strong>e o brevi note inserite in temi più vasti, riguardanti il collezionismo <strong>di</strong> oggetti d’arte<br />
antica o me<strong>di</strong>oev<strong>al</strong>e e moderna in genere 5 . Tuttavia una simile storia sarebbe molto interessante per lo<br />
stu<strong>di</strong>o della formazione <strong>di</strong> molte delle attu<strong>al</strong>i raccolte pubbliche e implicherebbe anche una storia degli<br />
stu<strong>di</strong> numismatici in It<strong>al</strong>ia, anche questa ancora da scrivere. Attu<strong>al</strong>mente l’unica guida in proposito è il<br />
lungo capitolo riguardante gli stu<strong>di</strong> e il collezionismo numismatico <strong>di</strong> ogni paese, redatto da E. Babelon<br />
nel 1900 nel suo monument<strong>al</strong>e Traitè des monnaies grecques et romaines.<br />
In questa storia il sec. XIX avrebbe un posto <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne, non inferiore a quello tenuto dai secoli<br />
precedenti, anzi sotto un certo aspetto anche più interessante, perché più a <strong>di</strong>retto contatto con la nostra<br />
epoca: infatti le raccolte che <strong>al</strong>lora si riunirono hanno influenzato le collezioni pubbliche e private o<strong>di</strong>erne,<br />
contribuendo molto spesso <strong>al</strong>la loro formazione.<br />
L’Ottocento non solo vide il sorgere <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune gran<strong>di</strong> raccolte pubbliche che ancora esistono (come<br />
quelle milanesi <strong>di</strong> Brera e comun<strong>al</strong>e, poi riunite insieme, la Collezione Sabauda <strong>di</strong> Torino, e nella seconda<br />
metà del secolo il Medagliere Capitolino a Roma, la collezione del Museo Archeologico <strong>di</strong> P<strong>al</strong>ermo<br />
etc.) o la definitiva costituzione <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre collezioni <strong>di</strong>sperse d<strong>al</strong>l’invasione napoleonica, ma si può <strong>di</strong>re<br />
che rappresentò anche l’ultimo periodo d’oro del collezionismo numismatico it<strong>al</strong>iano, periodo che durò<br />
fino ai primi decenni <strong>di</strong> questo secolo e che poté vantare un collezionismo spesso mecenatesco, colto,<br />
lontano da spirito speculativo. Certamente i tempi erano <strong>di</strong>versi dai nostri.<br />
Di questo collezionismo che chiamerei illuminato fece parte anche il P<strong>al</strong>agi. Se dobbiamo dar fede<br />
<strong>al</strong>le sue carte conservate nella Biblioteca dell’Archiginnasio <strong>di</strong> Bologna, egli si <strong>di</strong>ede piuttosto tar<strong>di</strong> a<br />
raccogliere monete. La prima data che leggiamo nelle sue lettere a numismatici o nelle note delle monete<br />
acquistate è il 1843, quin<strong>di</strong> aveva 66 anni. Ma forse qu<strong>al</strong>che cosa è andata <strong>di</strong>spersa e quin<strong>di</strong> la raccolta<br />
può essere cominciata anche in epoca anteriore. Certo che dopo questa data l’attività numismatica del<br />
P<strong>al</strong>agi risulta molto intensa e aumenta ancora nel periodo tra il 1850 e il 1860.<br />
Il P<strong>al</strong>agi è in corrispondenza con numismatici in ogni parte d’It<strong>al</strong>ia e anche <strong>al</strong>l’estero. Uno dei più<br />
famosi e con il qu<strong>al</strong>e ha i maggiori contatti è Gennaro Riccio <strong>di</strong> Napoli, autore <strong>di</strong> lavori sulla monetazione<br />
romana apprezzati ai suoi tempi e del qu<strong>al</strong>e in un appunto del P<strong>al</strong>agi ritroviamo l’in<strong>di</strong>rizzo: “Il Sig. Giu<strong>di</strong>ce<br />
Gennaro Riccio celebre numismatico, Strada Alabar<strong>di</strong>eri a Chiaia n. 36”. Non è il solo numismatico<br />
d’<strong>al</strong>tronde, <strong>di</strong> cui il P<strong>al</strong>agi ci conserva con precisione l’in<strong>di</strong>rizzo. Il primo contatto col Riccio, per quanto<br />
risulta d<strong>al</strong>le carte, è del luglio 1855: un’offerta <strong>di</strong> monete romane repubblicane da parte del Riccio, ma<br />
non è escluso che i contatti siano precedenti perché non tutte le carte sono datate. Segue un s<strong>al</strong>do per<br />
“medaglie provenienti da Napoli” in data 6 agosto 1855 a firma Bernardo Solei, che pagava a Napoli per<br />
conto del P<strong>al</strong>agi; un <strong>al</strong>tro ancora pagato <strong>al</strong> Riccio tramite il Solei il 18 novembre dello stesso anno; poi<br />
<strong>al</strong>tre ricevute in data 22 gennaio 1856 per 101 ducati, 4 marzo per 46 ducati, 20 maggio per 30 ducati, 4<br />
agosto per 40 ducati, 13 luglio 1857 per 27 ducati, 10 <strong>di</strong>cembre 1858 per 50 ducati. Le cifre, cospicue per<br />
quei tempi, fanno pensare a note<strong>vol</strong>i acquisti da parte del P<strong>al</strong>agi, soprattutto <strong>di</strong> monete romane repubblicane,<br />
romane-campane e <strong>di</strong> zecche dell’It<strong>al</strong>ia meri<strong>di</strong>on<strong>al</strong>e, come risulta da qu<strong>al</strong>che elenco conservato.<br />
5<br />
Per il collezionismo e gli stu<strong>di</strong> numismatici a Padova si veda l’opera sopra citata <strong>di</strong> G. Gorini; per il sorgere del collezionismo e degli<br />
stu<strong>di</strong> numismatici a Firenze, F. PANVINI ROSATI, La Numismatica a Firenze: collezioni, collezionisti e numismatici tra il Me<strong>di</strong>o Evo e l’età<br />
moderna, in Bollettino Numismatico V<strong>II</strong>, n. 6, <strong>di</strong>c. 1970, p. 4 ss., entrambi i lavori con bibliografia precedente. Cfr. infra, pp. 253-259.<br />
250<br />
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