Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
Medaglia anonima <strong>di</strong> Giuliano dei Me<strong>di</strong>ci, duca <strong>di</strong> Nemours, raffigurante Roma seduta su armi<br />
<strong>vol</strong>ta a s. con una Vittoriola nella s. Protesa (Hill, 889) (fig. 9), ispirata con lievi varianti <strong>al</strong>la figura <strong>di</strong><br />
Roma seduta su armi sei sesterzi <strong>di</strong> Nerone (fig. 10) 14 .<br />
Bertoldo <strong>di</strong> Giovanni, medaglia per Lorenzo il Magnifico con la leggenda OB CIVES SERVATOS<br />
e figura stante in corazza e con asta fra tre figure sedute (Hill, 916) (fig. 11), copiata d<strong>al</strong> sesterzio <strong>di</strong><br />
Traiano ARMENIA ET MESOPOTAMIA IN POTESTATEM PR REDACTAE (fig. 12) 15 , mentre la<br />
leggenda è ripresa da quella notissima inscritta sulle monete imperi<strong>al</strong>i da Augusto in poi.<br />
Nicolò Spinelli, medaglia per Silvestro Daziari, vescovo <strong>di</strong> Chioggia, raffigurante un globo su<br />
un’ara (Hill, 922) (fig. 13), copiata d<strong>al</strong>le monete <strong>di</strong> bronzo <strong>di</strong> Costantino, con la leggenda BEATA<br />
TRANQVILLITAS (fig. 14) 16 .<br />
Medaglia attribuita a Nicolò Spinelli per il vescovo Rin<strong>al</strong>do Orsini con la figura della Fortuna<br />
Redux seduta con cornucopia e timone su globo (Hill, 9<strong>37</strong>) (fig. 15) copiata d<strong>al</strong>le monete imperi<strong>al</strong>i (cfr.<br />
per esempio un sesterzio <strong>di</strong> Commodo 17 , che più degli <strong>al</strong>tri è vicino <strong>al</strong>la medaglia).<br />
Medaglia anonima per Costantino Cominato, principe macedone <strong>al</strong> servizio dei marchesi <strong>di</strong><br />
Monferrato (Hill, 1124) (fig. 16); <strong>al</strong> rovescio la scena <strong>di</strong> adlocutio riproduce nella leggenda e nel tipo<br />
le note scene <strong>di</strong> adlocutio delle monete romane. Si veda in particolare l’ad1ocutio sui sesterzi <strong>di</strong><br />
G<strong>al</strong>ba (fig. 17) 18 , che per <strong>al</strong>cuni dettagli, per esempio i due soldati in primo piano con gran<strong>di</strong> scu<strong>di</strong> <strong>al</strong><br />
braccio sinistro e insegne, mi sembra la più vicina <strong>al</strong>l’ad1ocutio raffigurata sulla medaglia: l’autore <strong>di</strong><br />
questa ultima ha sintetizzato la scena riducendo il numero dei personaggi e interpretando a suo modo<br />
le figure.<br />
Serie <strong>di</strong> medaglie attribuite a Nicolò <strong>di</strong> Forzore Spinelli detto Nicolò Fiorentino, riproducenti <strong>al</strong><br />
rovescio il gruppo delle Tre Grazie. Riproduco qui quella fusa per Giovanna Albizzi Tornabuoni, moglie<br />
<strong>di</strong> Lorenzo il Magnifico, con la leggenda <strong>al</strong> rovescio CASTITAS PVLCHRITVDO AMOR (Hill, 1021)<br />
(fig. 18). La scena non deriva in questo caso da figurazioni monet<strong>al</strong>i ma piuttosto da un gruppo scultoreo,<br />
probabilmente da quel gruppo delle Tre Grazie rinvenuto a Roma e poi portato a Siena nella Libreria<br />
del Duomo 19 . Il gruppo doveva essere molto noto negli ultimi decenni del ‘400 e molto probabilmente<br />
l’autore o gli autori delle medaglie con le Tre Grazie l’avevano visto in origin<strong>al</strong>e o in <strong>di</strong>segno. Non si<br />
può escludere del tutto però che l’ispirazione sia venuta anche da <strong>al</strong>tri oggetti antichi come sarcofagi,<br />
gemme, ecc.<br />
Dò ora <strong>al</strong>cuni esempi <strong>di</strong> medaglie nelle qu<strong>al</strong>i l’ispirazione classica è generica senza riferimenti a<br />
modelli precisi:<br />
14<br />
H. MATTINGLY, op. cit., I, tav. 43. Il tipo neroniano <strong>di</strong> Roma ha l’elmo e leggermente <strong>di</strong>versa è la posizione del braccio d. posato sullo<br />
scudo, ma per il resto la figurazione sulla medaglia è ugu<strong>al</strong>e a quella della moneta: la stessa posizione delle gambe, del braccio s. proteso con la<br />
Vittoria, lo stesso abito amazzonico, la stessa collocazione della leggenda ROMA <strong>al</strong>l’esergo. La sigla S C nel campo della moneta è sostituita sulla<br />
medaglia con la sigla C P = consensu publico. Una figura ugu<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Roma si trova anche sulla medaglia pure anonima <strong>di</strong> Leone X (HILL, 885).<br />
15<br />
H. MATTINGLY, op. cit., <strong>II</strong>I, p. 221, n. 1033, tav. 42,6-7.<br />
16<br />
P. BRUUN, Roman Imperi<strong>al</strong> Coinage, V<strong>II</strong>, London 1966, passim, in particolare p. 191 ss., tav. 4.<br />
17<br />
H. MATTINGLY, op. cit., IV, p. 817, n. 618, tav. 108,2.<br />
18<br />
H. MATTINGLY, op. cit., I, tav. 58,8; C.M. KRAAY, The aes coinage of G<strong>al</strong>ba, in Numismatic Notes and Monographs 133, New York<br />
1956, tav. XXX<strong>II</strong>, p. 188 e p. 192.<br />
19<br />
Ve<strong>di</strong> per ultimo C. BECATTI, Raffaello e l’antico, in Raffaello. L’opera, le fonti, la fortuna, Novara 1968, p. 502 ss.<br />
204<br />
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