Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
Francesco Panvini Rosati<br />
possiamo neppure essere certi che non esistano, in qu<strong>al</strong>che raccolta, medaglie a noi del tutto sconosciute.<br />
È un fatto questo che d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista metodologico dobbiamo sempre tener presente quando si<br />
vuole stu<strong>di</strong>are la produzione <strong>di</strong> un artista o <strong>di</strong> una scuola.<br />
LIMITI CRONOLOGICI: credo che occorra <strong>di</strong>stinguere anche nella medaglia: in periodo del primo<br />
barocco e un periodo del tardo barocco, i cui inizi si potrebbero porre nell’ultimo quarto del XV<strong>II</strong>I sec.<br />
Ma su questo argomento gli storici potranno correggermi e parlare con maggior competenza <strong>di</strong> me. A<br />
me basta aver posto il problema e osservare che i pochi stu<strong>di</strong> che ho sopra citato hanno per oggetto<br />
soprattutto la medaglia fusa. Ma esiste anche la medaglia coniata, che pure è degna <strong>di</strong> considerazione ed<br />
è stata abbondantemente usata anche nel periodo barocco. Anzi mi sembra che nell’ambito della medaglia<br />
barocca la medaglia coniata preceda quella fusa. Ecco un caso in cui sarebbe molto utile poter<br />
<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un corpus delle medaglie barocche per poter avere un quadro completo delle emissioni e<br />
della loro successione cronologica. Credo che gli inizi della prima medaglia barocca si possano porre <strong>al</strong><br />
primo ventennio del XV<strong>II</strong> secolo. Con l’attività <strong>di</strong> Gaspare Mola, attivo nella zecca <strong>di</strong> Firenze, per i<br />
Gonzaga a Guast<strong>al</strong>la e a Mantova, infine a Roma, dove nel 1625 <strong>di</strong>venne incisore della zecca, carica che<br />
ricoprì fino <strong>al</strong> 1640 e nella qu<strong>al</strong>e gli successe il nipote Gaspare Morone Mola. Il limite cronologico<br />
estremo è posto gener<strong>al</strong>mente negli anni intorno <strong>al</strong>la metà del 1700 e non mi sembra che vi siano obiezioni<br />
in proposito. È evidente che si tratta <strong>di</strong> limiti flui<strong>di</strong> come tutte le partizioni cronologiche.<br />
I CENTRI: i centri più attivi e più importanti per la medaglia barocca sono, come è già stato affermato,<br />
Milano, Roma e Firenze. A Milano la medaglia vanta una lunga tra<strong>di</strong>zione: era iniziata già col Pisanello,<br />
che modellò due medaglie per Filippo Mariù Visconti e Francesco Sforza, continuò nel cinquecento<br />
con <strong>al</strong>tri insigni artisti, basti pensare a Leone Leoni che a Milano lavorò anche per la zecca, incidendo<br />
i coni <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune tra le più belle monete <strong>di</strong> Carlo V. Anche a Roma la medaglia incomincia a<br />
<strong>di</strong>ffondersi nella seconda metà del ‘400 e praticamente la produzione medaglistica non viene mai meno.<br />
Roma, per la presenza della corte pap<strong>al</strong>e, attira artisti da tutta It<strong>al</strong>ia e nel campo specifico della medaglia<br />
si pensi <strong>al</strong> Caradosso, a B. Cellini, <strong>al</strong>lo stesso Leone Leoni solo per fare <strong>al</strong>cuni nomi. Roma quin<strong>di</strong> in<br />
periodo barocco continua e rinver<strong>di</strong>sce una tra<strong>di</strong>zione che non era venuta mai meno e che permane<br />
anche in epoca successiva. Infatti a Roma s<strong>vol</strong>se la sua prima attività il più grande incisore, dell’epoca<br />
neoclassica, Benedetto Pistrucci. A Firenze la situazione era un po’ <strong>di</strong>versa. Firenze non ha nel ‘400 una<br />
grande scuola medaglistica. Operano a Firenze Bertoldo <strong>di</strong> Giovanni e Niccolò Fiorentino, entrambi<br />
buoni ritrattisti ma piuttosto goffi e incerti nei rovesci. L’inizio <strong>di</strong> una grande produzione medaglistica a<br />
Firenze coincide con il nascere del governo granduc<strong>al</strong>e. Il superbo fiorire della medaglia a Firenze nel<br />
XV<strong>II</strong> e XV<strong>II</strong>I secolo è dovuto soprattutto <strong>al</strong>le forti person<strong>al</strong>ità artistiche <strong>di</strong> M. Soldani Benzi e <strong>di</strong> Antonio<br />
Selvi. Ora si pone il problema: come mai in <strong>al</strong>tre città pure capit<strong>al</strong>i come Torino o Venezia non si<br />
sviluppa una scuola <strong>di</strong> medaglisti Lo stesso si può <strong>di</strong>re per Napoli, dove tuttavia aveva lavorato il Pisanello,<br />
negli ultimi anni della sua vita. Napoli non aveva un sovrano, solo un vicerè ma anche Milano<br />
non aveva il sovrano ma un governatore. Credo che la causa <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>verso comportamento debba<br />
ricercarsi in ragioni politiche, soci<strong>al</strong>i e cultur<strong>al</strong>i, ma occorrerebbe anzitutto s<strong>vol</strong>gere una ricerca<br />
approfon<strong>di</strong>ta nelle collezioni prima <strong>di</strong> poter dare una risposta definitiva.<br />
Se ri<strong>vol</strong>giamo ora la nostra attenzione agli artisti e <strong>al</strong>le medaglie del periodo <strong>di</strong> cui ci occupiamo credo<br />
che si possano definire <strong>al</strong>cuni caratteri comuni. I medaglisti del periodo barocco, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quelli del<br />
Rinascimento, sono tutti scultori. Nel Rinascimento i medaglisti erano pittori, orafi, incisori in vetro, relati<br />
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