Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
La letteratura numismatica dei secoli XVI-XV<strong>II</strong>I<br />
cui <strong>di</strong>mostra la sua profonda conoscenza delle fonti antiche e delle monete, sono le Familiae Romanae<br />
quae reperiuntur in antiquis numismatibus ab urbe con<strong>di</strong>ta ad tempora dívi Augusti, pubblicata a Roma<br />
nel 1577 (fig. 3). Per la prima <strong>vol</strong>ta abbiamo una descrizione sistematica delle monete limitata ad un settore<br />
preciso, quello delle monete romane repubblicane, <strong>di</strong>vise per famiglie, poste in or<strong>di</strong>ne <strong>al</strong>fabetico<br />
per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> ricerca. La moneta non è v<strong>al</strong>orizzata e stu<strong>di</strong>ata solo per il tipo raffigurato, ma viene<br />
inquadrata in una classe monet<strong>al</strong>e omogenea. L’opera inizia un nuovo settore nella bibliografia numismatica,<br />
quello dei cat<strong>al</strong>oghi gener<strong>al</strong>i o dei corpora, e anche se contiene monete non repubblicane o <strong>di</strong><br />
fantasia, tuttavia il materi<strong>al</strong>e vi viene considerato con un’acutezza critica prima ignota: per esempio, i<br />
denari con i tipi del tempio <strong>di</strong> Giove Capitolino e <strong>di</strong> Vesta coniati nel 69 d.C. vengono esclusi d<strong>al</strong>la serie<br />
repubblicana e posti in relazione con Vitellio, le monete con leggenda ITALIA e il tipo del giuramento<br />
vengono assegnate giustamente ai soci it<strong>al</strong>ici.<br />
Poco dopo la metà del ‘500 inizia in It<strong>al</strong>ia un <strong>al</strong>tro genere <strong>di</strong> opere numismatiche, che potremmo<br />
chiamare con termine moderno “trattati”: pubblicazioni, cioè, che trattano <strong>di</strong> vari argomenti relativi <strong>al</strong>la<br />
natura delle monete, <strong>al</strong>la loro origine, <strong>al</strong>le autorità che coniano, ai tipi, agli imitatori moderni della<br />
moneta, agli autori che hanno scritto sulle monete precedentemente. Tra gli it<strong>al</strong>iani il primo a pubblicare<br />
un’opera <strong>di</strong> t<strong>al</strong> genere, detta con termine cinquecentesco, “<strong>di</strong>scorso”, è Enea Vico, <strong>di</strong> cui appaiono a<br />
Venezia nel 1555 (<strong>II</strong>a e<strong>di</strong>z. 1558) i Discorsi sopra le medaglie degli antichi, che recano agli inizi l’elenco<br />
degli scrittori antichi e moderni citati. Il Vico, oltre ad argomenti strettamente riferentisi <strong>al</strong>le monete<br />
antiche, per esempio il significato della sigla SC sulle monete romane imperi<strong>al</strong>i, tratta anche <strong>di</strong> argomenti<br />
più vicini <strong>al</strong>la sua epoca, qu<strong>al</strong>i gli artisti che hanno imitato le monete romane o che si sono ispirati<br />
ad esse, il Gambello, il Cavino, Benvenuto Cellini, il Grechetto, Jacopo da Trezzo, Federico Bonzagna<br />
(libro I, cap. XX<strong>II</strong>I) e nel cap. V<strong>II</strong> del libro <strong>II</strong> fa una critica degli autori che lo hanno preceduto. L’opera<br />
del Vico ebbe grande <strong>di</strong>ffusione e <strong>al</strong>tre e<strong>di</strong>zioni ne furono stampate nel XV<strong>II</strong> sec. Altre opere del Vico o<br />
<strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i il Vico <strong>di</strong>ede la sua collaborazione come incisore, furono le Imagini delle donne Auguste<br />
(Venezia 1557) e Le imagini con tutti i riversi trovati et le vite degli imperatori (Venezia 1558), che<br />
appartengono entrambe <strong>al</strong> genere delle Illustrium imagines. Inferiore in confronto <strong>al</strong>l’opera del Vico ci<br />
appare il Discorso sopra le medaglie degli antichi <strong>di</strong> Sebastiano Erizzo, pubblicato a Venezia nel 1559,<br />
con e<strong>di</strong>zioni nel 1568, nel 1571, e una quarta e<strong>di</strong>zione, posteriore <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che anno. L’Erizzo si pone la<br />
questione se gli esemplari che ci provengono d<strong>al</strong>l’antichità siano monete o medaglie commemorative e<br />
cerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che t<strong>al</strong>i pezzi non sono monete.<br />
Lavori <strong>di</strong> questo genere vengono pubblicati anche fuori d’It<strong>al</strong>ia: sono note due opere <strong>di</strong> note<strong>vol</strong>e<br />
fama ed importanza, una <strong>di</strong> Antoine Le Pois, Discours sur les med<strong>al</strong>les et graveurs antiques princip<strong>al</strong>ement<br />
Romaines (Paris 1579): l’Autore passa in rassegna criticamente gli scrittori che hanno trattato delle<br />
monete prima <strong>di</strong> lui, rilevando gli errori <strong>di</strong> attribuzione compiuti da <strong>al</strong>cuni, per esempio Andrea Fulvio,<br />
e lodando Enea Vico e Sebastiano Erizzo; l’<strong>al</strong>tra è costituita dai Di<strong>al</strong>oghi intorno <strong>al</strong>le medaglie <strong>di</strong> Antonio<br />
Agustín, arcivescovo <strong>di</strong> Tarragona, amico <strong>di</strong> Fulvio Orsini, pubblicati postumi in spagnolo a Tarragona<br />
nel 1587 e in it<strong>al</strong>iano a Roma nel 1592, opera anch’essa <strong>di</strong> grande dottrina (fig. 4).<br />
Alla fine del sec. XVI la scienza numismatica ci si presenta, per merito soprattutto <strong>di</strong> dotti it<strong>al</strong>iani,<br />
già s<strong>al</strong>damente costituita e mostra le premesse essenzi<strong>al</strong>i per il suo ulteriore sviluppo. Nel secolo successivo<br />
il contributo it<strong>al</strong>iano è meno rilevante, gli stu<strong>di</strong> sono dominati da person<strong>al</strong>ità straniere, fra le<br />
qu<strong>al</strong>i sono da ricordare nella seconda metà del ‘600 Charles Patin e soprattutto Jean Vaillant, due dei più<br />
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