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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

monete <strong>di</strong> Ercole I d’Este nelle zecche <strong>di</strong> Ferrara, Modena, Reggio (l’idra, Ercole che atterra il toro, a Ferrara;<br />

Ercole che uccide il leone, a Modena; Ercole che solleva Anteo, a Modena e a Reggio Emilia). Si<br />

hanno anche figurazioni ispirate <strong>al</strong>la Bibbia (ved. Sansone su un noto testone <strong>di</strong> Alfonso I d’Este della<br />

zecca <strong>di</strong> Ferrara). Anche le scene religiose <strong>di</strong>ventano più varie e più complesse, non limitate solamente <strong>al</strong>la<br />

figura del Santo protettore: oltre la rappresentazione del Cristo sorgente d<strong>al</strong> sepolcro ripetuta a Mantova e<br />

a Ferrara troviamo, per citare solo <strong>al</strong>cuni esempi, Cristo e il Fariseo sul doppio ducato <strong>di</strong> Alfonso I d’Este<br />

a Ferrara o la caduta <strong>di</strong> San Paolo e Cristo e la Madd<strong>al</strong>ena sui testoni e la mezza lira dello stesso Alfonso I;<br />

la rappresentazione dell’Ascensione sulle monete d’oro <strong>di</strong> Gian Francesco Pico della Mirandola e San<br />

Francesco che riceve le stimmate sui doppi ducati dello stesso; il presepio su un mezzo giulio <strong>di</strong> Leone X<br />

della zecca <strong>di</strong> Pesaro o la crocifissione sul rarissimo scudo d’argento <strong>di</strong> Federico <strong>II</strong> Gonzaga.<br />

Abbiamo ora i primi riferimenti sulle monete ed avvenimenti contemporanei: come sui ducati <strong>di</strong><br />

camera <strong>di</strong> Sisto IV con l’in<strong>di</strong>cazione AN. IUBILAEI o sul pezzo da tre ducati <strong>di</strong> Alessandro VI per il<br />

giubileo del 1500 o, con la raffigurazione della Porta Santa, sulle monete <strong>di</strong> Clemente V<strong>II</strong> per il giubileo<br />

del 1525; il tipo dei Re Magi riferito ad un’ambasceria del re del Portog<strong>al</strong>lo sui pezzi da ducati due e<br />

mezzo <strong>di</strong> Leone X, o quello <strong>di</strong> San Pietro liberato d<strong>al</strong>l’Angelo sui testoni <strong>di</strong> Clemente V<strong>II</strong>, <strong>al</strong>lusivo <strong>al</strong>la<br />

fuga del Papa <strong>al</strong> tempo del sacco <strong>di</strong> Roma.<br />

L’attività del Signore nelle sue varie manifestazioni viene anch’essa celebrata sulle monete; cito qui<br />

per esempio i testoni <strong>di</strong> Francesco <strong>II</strong> Gonzaga con la figura del marchese a cav<strong>al</strong>lo col bastone <strong>di</strong><br />

comando, che ricorda la carica <strong>di</strong> capitano gener<strong>al</strong>e della Repubblica Veneta ricoperta d<strong>al</strong> Marchese, o i<br />

doppi ducati dello stesso che menzionano la carica <strong>di</strong> gonf<strong>al</strong>oniere della Chiesa. Il tipo del marchese a<br />

cav<strong>al</strong>lo <strong>al</strong> passo con il bastone ricorre anche sui doppi ducati e testoni <strong>di</strong> Federico <strong>II</strong> Gonzaga, riferito<br />

<strong>al</strong>la carica <strong>di</strong> Capitano Gener<strong>al</strong>e della Chiesa. Sui giuli <strong>di</strong> Leone X appare il prospetto della Basilica <strong>di</strong><br />

San Pietro in Vaticano <strong>al</strong>lora in costruzione. Su doppio testone rarissimo e sulle prove in rame dei doppi<br />

testoni <strong>di</strong> Francesco <strong>II</strong> Gonzaga è rappresentato il Marchese in atto <strong>di</strong> dare l’elemosina ai poveri.<br />

Anche gli anim<strong>al</strong>i trovano il loro posto nella tipologia monet<strong>al</strong>e: si veda il cervo accovacciato sulle<br />

monete <strong>di</strong> Guglielmo <strong>II</strong> P<strong>al</strong>eologo a Cas<strong>al</strong>e o il cav<strong>al</strong>lo <strong>al</strong> g<strong>al</strong>oppo su un molto raro doppio ducato <strong>di</strong><br />

Ludovico <strong>II</strong> Fieschi a Messerano. Non mancano ora neppure scene i<strong>di</strong>lliache come il pastorello seduto<br />

su un poggio circondato d<strong>al</strong>le pecore sul pezzo da quattro ducati della più <strong>al</strong>ta rarità, <strong>di</strong> Giulio <strong>II</strong>. Anche<br />

gli stemmi, i cimieri, i tipi emblematici, dove persistono o per tra<strong>di</strong>zione o per opportunità politica, con i<br />

loro <strong>di</strong>segni e i loro schemi consacrati d<strong>al</strong>l’ornato gotico del periodo precedente, acquistano un maggior<br />

respiro nella <strong>di</strong>stribuzione dei vari elementi nel campo monet<strong>al</strong>e, non restando estranea <strong>al</strong> ritmo compositivo<br />

molto spesso la leggenda stessa, che in questi anni muta le sue lettere gotiche in capit<strong>al</strong>i romane.<br />

A Mantova t<strong>al</strong>e passaggio avviene intorno <strong>al</strong>la metà del regno <strong>di</strong> Ludovico <strong>II</strong> (ca. 1460); a Milano negli<br />

ultimi anni <strong>di</strong> G<strong>al</strong>eazzo Maria Sforza.<br />

L’e<strong>vol</strong>uzione tipologico-artistica avviene come si è visto gradu<strong>al</strong>mente, non contemporaneamente<br />

in tutte le zecche, con attardamenti in <strong>al</strong>cune regioni e con il persistere <strong>di</strong> vecchi schemi accanto ai<br />

nuovi. Anche i vari nomin<strong>al</strong>i contribuiscono a questa <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> stili e <strong>di</strong> tipi: in genere sui nomin<strong>al</strong>i<br />

minori rimangono più a lungo i tipi tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i. La creazione <strong>di</strong> nuovi tipi e l’e<strong>vol</strong>versi dello stile sono<br />

favoriti d<strong>al</strong>l’apparizione <strong>di</strong> nuove monete d’argento e d’oro <strong>di</strong> modulo e <strong>di</strong> peso maggiori, innanzi tutto<br />

il testone d’argento, moneta <strong>di</strong> circa 9-10 gr, così denominata d<strong>al</strong> ritratto raffigurato sul dritto e che<br />

viene coniata per la prima <strong>vol</strong>ta a Milano negli ultimi anni <strong>di</strong> G<strong>al</strong>eazzo Maria Sforza.<br />

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