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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Le collezioni numismatiche<br />

Nei secoli XVI e XV<strong>II</strong> aumenta il numero delle collezioni <strong>di</strong> monete, già cospicuo agli inizi del<br />

‘500, spesso unite a raccolte <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri materi<strong>al</strong>i. I centri maggiori del collezionismo sono ancora Padova,<br />

Firenze, Roma (cui si aggiunge Venezia). Continua in maniera più ampia quel processo, iniziato in parte<br />

nel secolo precedente, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione e formazione <strong>di</strong> nuove raccolte, un processo che ancor oggi caratterizza<br />

il collezionismo numismatico e rende possibile il continuo rinnovarsi delle collezioni.<br />

Tra le più importanti raccolte ricordo a Padova quella del card. Pietro Bembo 28 lasciata per testamento<br />

<strong>al</strong> figlio Torquato e <strong>al</strong>la morte <strong>di</strong> quest’ultimo nel 1595 <strong>di</strong>spersa. La raccolta è ricordata d<strong>al</strong> numismatico<br />

Enea Vico nel 1555 nei Discorsi sulle medaglie degli antichi, insieme ad <strong>al</strong>tre viste d<strong>al</strong> Vico a Padova, fra le<br />

qu<strong>al</strong>i quella <strong>di</strong> Marco Mantova Benavides 29 , conservata d<strong>al</strong>la famiglia fino agli inizi del sec. XV<strong>II</strong>I e poi<br />

anch’essa <strong>di</strong>spersa, e la raccolta del giureconsulto u<strong>di</strong>nese Tiberio Deciano, professore presso lo stu<strong>di</strong>o<br />

padovano 30 . Il numismatico francese Charles Patin, professore <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>al</strong>la Università <strong>di</strong> Padova d<strong>al</strong><br />

1676, ricorda nella Introductio ad historiam numismatum, pubblicata ad Amsterdam nel 1683 (p. 247), le<br />

collezioni <strong>di</strong> Padova esistenti <strong>al</strong> tempo suo, tra le qu<strong>al</strong>i quelle <strong>di</strong> Giovanni da Lazara, la maggiore, <strong>di</strong> Giorgio<br />

della Torre, <strong>di</strong> Sebastiano Guzzoni, etc. Altre numerose collezioni sono ricordate da autori contemporanei.<br />

Anche a Venezia non mancavano collezioni <strong>di</strong> monete; mi limiterò a citare quella <strong>di</strong> Federico Contarini<br />

(morto nel 1613) passata per ere<strong>di</strong>tà a Carlo Ruzzini e contenente 3.600 monete, <strong>di</strong> cui 380 d’oro<br />

e 2.070 d’argento 31 . All’inizio del sec. XV<strong>II</strong> troviamo menzionata la collezione <strong>di</strong> Andrea Vendramin<br />

che insieme a marmi antichi e quadri moderni comprendeva numerose monete antiche 32 . A Venezia il<br />

collezionismo numismatico era cominciato più tar<strong>di</strong> rispetto a Padova, ma poi si era ampiamente sviluppato<br />

e il numismatico francese Jean Vaillant (1632-1706) <strong>al</strong>la fine del XV<strong>II</strong> secolo cita nella prefazione<br />

delle sue opere, tra le collezioni da lui visitate, ben 15 raccolte veneziane, tra le qu<strong>al</strong>i quella <strong>di</strong> Sebastiano<br />

Erizzo, Pietro Morosini, Gian Domenico Tiepolo, Geronimo Correr 33 .<br />

A Firenze dominava sopra ogni <strong>al</strong>tra la collezione dei Me<strong>di</strong>ci che, ricostituita da Cosimo I, fu poi<br />

accresciuta dai suoi successori, soprattutto da Francesco I e da Cosimo <strong>II</strong>I 34 . La collezione non solo non<br />

aveva riv<strong>al</strong>i in It<strong>al</strong>ia, ma era una delle più grosse in Europa.<br />

28<br />

L. FRANZONI, op. cit., p. 15; G. GORINI, op. cit., p. 23. Alla morte del figlio Torquato una parte della raccolta passò <strong>al</strong> numismatico francese<br />

Claude Peiresc e una parte <strong>al</strong>la collezione dei Savoia a Torino.<br />

29<br />

L. POLACCO, Il Museo <strong>di</strong> Marco Mantova Benavides e la sua formazione, in Arte in Europa. Stu<strong>di</strong> in onore <strong>di</strong> W. Arslan, Milano 1966,<br />

p. 665 ss.; B. CANDIDA, I c<strong>al</strong>chi rinasciment<strong>al</strong>i della collezione Mantova Benavides nel Museo del Liviano a Padova, Padova 1967, p. 19 ss.;<br />

G. GORINI, op. cit., p. 24 ss.<br />

30<br />

P.S. LEICHT, Il Medagliere <strong>di</strong> Tiberio Deciano, in Memorie Storiche forogiuliesi 1913, pp. 233 s.; G. GORINI, op. cit., p. 26. Parte del<br />

medagliere del Deciano fu acquistata d<strong>al</strong> duca Ercole <strong>II</strong> d’Este nel 1563.<br />

31<br />

L. FRANZONI, op. cit., p. 11 s.<br />

32<br />

L. FRANZONI, op. cit., p. 13. È stato osservato che carattere particolare delle raccolte archeologiche veneziane nel XVI sec. era che<br />

note<strong>vol</strong>e parte del materi<strong>al</strong>e veniva d<strong>al</strong>la Grecia (FRANZONI, p. 12), il che è logico dati i rapporti tra Venezia e l’Oriente. Se t<strong>al</strong>e era anche la<br />

fonte <strong>di</strong> rifornimento per le collezioni numismatiche, buona parte delle monete doveva essere costituita da monete greche. Non so se un’indagine<br />

in t<strong>al</strong> senso sia possibile, comunque sarebbe interessante tentarla.<br />

33<br />

E. BABELON, op. cit., col. 140.<br />

34<br />

E. MÜNTZ, Les collections d’antiques formées par les Me<strong>di</strong>cis au XVI e siècle, in Mémoires de l’Academie des Inscriptions et Belles<br />

Lettres XXXV, 1895, p. 85 ss.; IDEM, Les collections de Cosme Ier de Me<strong>di</strong>cis (1574). Nouvelles recherches, in RA 1895, p. 336 ss. Per gli<br />

incrementi successivi a Cosimo I e per le vicende della collezione fino <strong>al</strong>l’epoca moderna, cfr. G. BENCIVENNI PELLI, op. cit. passim; A. GOTTI,<br />

Le G<strong>al</strong>lerie <strong>di</strong> Firenze, Firenze 1872, passim; cfr. anche I. B. SUPINO, Il Medagliere Me<strong>di</strong>ceo nel R. Museo Nazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Firenze, Firenze 1899.<br />

Alle monete <strong>di</strong> Cosimo I accenna il Vasari parlando dello stu<strong>di</strong>olo <strong>di</strong> Cosimo: “dove è ... una infinità <strong>di</strong> medaglie d’oro, d’argento e <strong>di</strong> bronzo<br />

accomodate con bellissimo or<strong>di</strong>ne” (Degli Accademici del <strong>di</strong>segno, in Le Vite..., Milano, ed. a cura <strong>di</strong> P. DELLA PERGOLA, L. GRASSI e G. PRE­<br />

VITALI, 1966, V<strong>II</strong>I, p. 26). Tra i maggiori incrementi della collezione me<strong>di</strong>cea si debbono annoverare gli acquisti effettuati <strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong><br />

13.000 monete da un giu<strong>di</strong>ce spagnolo a Napoli e della collezione del card. Camillo Massimi a Roma.<br />

271<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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