Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...
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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />
La zecca <strong>di</strong> Spoleto d<strong>al</strong>le origini <strong>al</strong> XV Secolo<br />
Ferrara e Mantova. Possiamo supporre che, in occasione del viaggio <strong>di</strong> Pio <strong>II</strong> attraverso l’Umbria, sia<br />
stata emessa moneta d’oro e d’argento a nome del papa e con l’in<strong>di</strong>cazione del ducato spoletino. Mentre<br />
non possiamo stabilire con certezza, mancando dati sicuri, l’occasione in cui furono emesse le monete<br />
su menzionate, ipotesi più fondate possiamo fare invece sul nome dell’incisore che ha lavorato i coni.<br />
Viene subito <strong>al</strong>la mente il nome <strong>di</strong> Emiliano <strong>di</strong> Pier Matteo Orfini da Foligno che, come sappiamo dai<br />
documenti, in questi anni lavorava per la zecca pap<strong>al</strong>e. Dai mandati <strong>di</strong> pagamento risulta che già nel<br />
1461 Emiliano Orfini ricevette somme in compenso delle monete coniate. Non solo, ma monete della<br />
zecca <strong>di</strong> Spoleto del successore <strong>di</strong> Pio <strong>II</strong>, Paolo <strong>II</strong>, recano la sigla <strong>di</strong> Emiliano 22 .<br />
Emiliano aveva il permesso d<strong>al</strong> papa <strong>di</strong> coniare in qu<strong>al</strong>unque città del dominio pontificio egli <strong>vol</strong>esse.<br />
A questo proposito vi è un breve <strong>di</strong> Pio <strong>II</strong> in data 1 ottobre 1461 <strong>di</strong>retto <strong>al</strong> priori del popolo <strong>di</strong> Spoleto,<br />
molto interessante e significativo. Scrive il papa: “concedemmo <strong>al</strong> <strong>di</strong>letto figlio Emiliano folignate la licenza<br />
<strong>di</strong> coniare le monete <strong>di</strong> rame e <strong>di</strong> argento in qu<strong>al</strong>unque delle nostre città <strong>vol</strong>esse sotto certe con<strong>di</strong>zioni e<br />
patti. Voi cercate <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> ciò fare, <strong>di</strong> che moltissimo ci meravigliamo, mentre la nostra concessione<br />
è utile a città e terre”, Perciò il papa or<strong>di</strong>na sotto pena <strong>di</strong> mille ducati d’oro che “in appresso non abbiate<br />
l’ar<strong>di</strong>re <strong>di</strong> fargli <strong>al</strong>cuno impe<strong>di</strong>mento o <strong>di</strong> proibirgli che a norma dei capitoli stabiliti possa coniare moneta;<br />
e se credete <strong>di</strong> avere <strong>al</strong>cun <strong>di</strong>ritto in proposito inviatene a noi un oratore onde <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e <strong>di</strong>ritto ci <strong>di</strong>a informazione<br />
e nulla <strong>di</strong> meno intanto cessate da qu<strong>al</strong>unque impe<strong>di</strong>mento e proibizione sotto la pena predetta”.<br />
Da questo breve appren<strong>di</strong>amo dunque che l’Emiliano incontrava <strong>di</strong>fficoltà a Spoleto. Non sappiamo<br />
<strong>di</strong> qu<strong>al</strong>i <strong>di</strong>fficoltà si trattasse né la ragione. Forse esisteva un <strong>al</strong>tro zecchiere a Spoleto, un concorrente<br />
Oppure si trattava <strong>di</strong> una ragione campanilistica poiché l’Orfini era <strong>di</strong> Foligno Secondo lo<br />
Zanetti 23 la zecca <strong>di</strong> Spoleto fu trasportata a Foligno nel 1461. Non abbiamo prove per confermare<br />
l’asserzione dello Zanetti. Non sappiamo neppure se dopo l’ammonizione pap<strong>al</strong>e le <strong>di</strong>fficoltà dell’Orfini<br />
siano cessate o no. Mi sembra certo però che l’Orfini, essendo <strong>di</strong> Foligno, abbia approfittato della licenza<br />
pap<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coniare moneta ove più gli piacesse per incidere i suoi coni e battere moneta a Foligno sua<br />
patria. In questo caso si può anche pensare che le monete pap<strong>al</strong>i spoletine siano state battute materi<strong>al</strong>mente<br />
a Foligno, sebbene recassero il nome del ducato spoletino e risultassero uffici<strong>al</strong>mente della città<br />
<strong>di</strong> Spoleto poiché questa era la capit<strong>al</strong>e del ducato 24 .<br />
Sempre a riguardo dell’Orfini ci si presenta ancora un <strong>al</strong>tro problema: dai documenti, compreso il<br />
breve <strong>di</strong> Pio <strong>II</strong>, risulta che l’Orfini aveva licenza <strong>di</strong> coniare moneta <strong>di</strong> rame e d’argento: non si fa menzione<br />
della moneta d’oro. Era coniata d<strong>al</strong>lo stesso Orfini oppure vi era per questa moneta un <strong>al</strong>tro incisore<br />
che noi non conosciamo Forse una ricerca più approfon<strong>di</strong>ta negli archivi potrebbe offrirci qu<strong>al</strong>che elemento<br />
chiarificatore in proposito. In mancanza <strong>di</strong> ciò si potrebbe avanzare l’ipotesi che trattandosi <strong>di</strong><br />
coniazioni straor<strong>di</strong>narie limitate a una piccola quantità <strong>di</strong> pezzi, l’incarico fosse affidato <strong>al</strong>l’incisore <strong>vol</strong>ta<br />
per <strong>vol</strong>ta quando le circostanze lo richiedessero, mentre invece per l’argento e il rame, trattandosi <strong>di</strong><br />
coniazioni or<strong>di</strong>narie da eseguire con una certa regolarità, fosse concesso un permesso v<strong>al</strong>ido per un lungo<br />
22<br />
Per 1e notizie su Emiliano Orfini ve<strong>di</strong> E. MARTINORI, Ann<strong>al</strong>i della zecca <strong>di</strong> Roma. Niccolò V, etc., Roma 1918, Paolo <strong>II</strong>, Roma 1917;<br />
cfr. anche G.F. HILL, A Corpus of it<strong>al</strong>ian Med<strong>al</strong>s of the Renaissance before Cellini, London 1930, I, p. 201 con bibliografia.<br />
23<br />
op. cit., <strong>II</strong>, p. 477.<br />
24<br />
È questa anche l’opinione del Serafini, il qu<strong>al</strong>e ritiene giustamente che le monete con l’in<strong>di</strong>cazione del ducato <strong>di</strong> Spoleto debbono<br />
essere assegnate a questa città anche se battute <strong>al</strong>trove (C. SERAFINI, Le monete e le bolle plumbee pontificie del Medagliere Vaticano, I, Milano<br />
1910, p. 332, n. 111).<br />
79<br />
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