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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Un’ine<strong>di</strong>ta medaglia d’argento <strong>di</strong> Sigismondo<br />

qui si pubblica. Non solo, ma anche per il resto del XV secolo le medaglie d’argento sono ben scarse. L’Hill<br />

ricorda un esemplare della medaglia <strong>di</strong> Pisanello per Alfonso d’Aragona del tipo Liber<strong>al</strong>itas Augusta (Hill<br />

41), ora a Madrid (Biblioteca Nacion<strong>al</strong>), e due attribuiti a Gian Francesco Enzola: uno a Napoli della medaglia<br />

<strong>di</strong> Bianca Pellegrini de Rossi (Hill 297) e uno a Firenze, <strong>di</strong> Costanzo Sforza con il castello (Hill 299)<br />

entrambi <strong>di</strong> coniazioni tarde. Lo stesso Weiss 9 ricorda un esemplare in argento della medaglia <strong>di</strong> Paolo <strong>II</strong><br />

ancora car<strong>di</strong>n<strong>al</strong>e Barbo con lo stemma car<strong>di</strong>n<strong>al</strong>izio, apparsa nel mercato antiquario nel marzo 1957. Ma non<br />

è accertato se si trattava <strong>di</strong> un esemplare dell’epoca o <strong>di</strong> una rifusione posteriore. Ciò aumenta l’importanza<br />

del nostro pezzo che viene così ad essere l’unica medaglia origin<strong>al</strong>e in argento conosciuta, non solo <strong>di</strong> Matteo<br />

dei Pasti ma probabilmente anche del XV secolo. Mi limito <strong>di</strong> proposito <strong>al</strong> Quattrocento poiché nel<br />

secolo seguente, col <strong>di</strong>ffondersi della tecnica della coniazione, le medaglie in argento <strong>di</strong>ventano frequenti.<br />

Sulle medaglie <strong>di</strong> Matteo dei Pasti e in particolari su quelle m<strong>al</strong>atestiane, vi è già un’abbondante<br />

bibliografia 10 e ben poco è da aggiungere. Osserverò che la medaglia porta la firma con le inizi<strong>al</strong>i <strong>di</strong><br />

Matteo ed appartiene a quella serie che è considerata, anche dai critici più rigorosi come C<strong>al</strong>abi e Cornaggia<br />

11 , una delle opere autentiche dell’artista e non lavoro dei suoi imitatori.<br />

Il tipo del rovescio deriva, secondo C<strong>al</strong>abi e Cornaggia 12 , d<strong>al</strong> cimiero che figura nel campo a sinistra<br />

della medaglia <strong>di</strong> Pisanello con Sigismondo Pandolfo stante in piena armatura. Il Pisanello, a sua<br />

<strong>vol</strong>ta, avrebbe derivato il tipo ar<strong>al</strong><strong>di</strong>co d<strong>al</strong> grande stemma scolpito sulla porta del castello <strong>di</strong> Rimini.<br />

Non mi sembra sia necessario ricorrere a questa doppia derivazione. È piuttosto probabile che sia il<br />

cimiero raffigurato sulla medaglia pisanelliana, sia il tipo della medaglia pastiana derivino <strong>di</strong>rettamente<br />

da quell’insieme <strong>di</strong> elementi decorativi che sono caratteristici dell’epoca m<strong>al</strong>atestiana. Inoltre la composizione<br />

sulla medaglia <strong>di</strong> Matteo è origin<strong>al</strong>e nell’unione delle parti che la compongono e non ha precedenti<br />

sulle medaglie. L’eleganza e la leggerezza della composizione, ove la giustapposizione <strong>di</strong> vari elementi<br />

poteva ingenerare un senso <strong>di</strong> pesantezza, rivelano l’abilità dell’artista che si <strong>di</strong>mostra anche<br />

nell’adattamento <strong>di</strong> tutta la complessa figurazione <strong>al</strong> campo rotondo della medaglia e nell’inserimento in<br />

essa, con fine senso decorativo, delle lettere ben evidenti della leggenda.<br />

Il significato delle lettere SI intrecciate, è stato già a lungo <strong>di</strong>battuto 13 e non posso io portare nuovi<br />

elementi. Mi sembra però che la spiegazione più probabile sia quella proposta d<strong>al</strong> Ricci 14 , secondo la<br />

qu<strong>al</strong>e le due lettere SI erano interpretate uffici<strong>al</strong>mente come le inizi<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Sigismondo e Isotta con un<br />

gioco equivoco che serviva a giustificare la presenza della I <strong>di</strong> Isotta. L’interpretazione <strong>di</strong> SI come Sigismondus<br />

imperator, riproposta da Cornaggia e C<strong>al</strong>abi 15 e già respinta quasi due secoli fa d<strong>al</strong> Battaglini 16 ,<br />

mi appare meno probabile e insolita e non documentata.<br />

Il dritto ci dà uno dei migliori ritratti <strong>di</strong> Sigismondo, dove il profilo incisivo, la bocca d<strong>al</strong>le labbra<br />

sottili serrate, l’occhio fisso a guardare lontano, gli zigomi marcati, rendono il carattere duro e <strong>vol</strong>itivo<br />

9<br />

WEISS, op. cit. p. 73 n. 4.<br />

10<br />

HILL, op. cit., p. <strong>37</strong> con la bibliografia precedente; <strong>al</strong>tra bibliografia più recente in F. PANVINI ROSATI, Medaglie e placchette it<strong>al</strong>iane<br />

d<strong>al</strong> Rinascimento <strong>al</strong> XV<strong>II</strong>I secolo, Roma 1968, p. 22.<br />

11<br />

A. CALABI-G. CORNAGGIA, I medaglisti del Rinascimento it<strong>al</strong>iano: Matteo dei Pasti e Anonimi Riminesi del secolo XV, in RIN 1925,<br />

p. 49 ss.; degli stessi autori, Matteo dei Pasti, Milano s.d.<br />

12<br />

op. cit. p. 30, n. 6.<br />

13<br />

C. RICCI, Il tempio M<strong>al</strong>atestiano, Milano-Roma 1924, p 315 ss.<br />

14<br />

loc. cit.<br />

15<br />

loc. cit.<br />

16<br />

F.G. BATTAGLINI, Memorie istoriche <strong>di</strong> Rimini e de’ suoi signori artatamente scritte ad illustrare la zecca e la moneta riminese, pubblicate<br />

e corredate da note da G.A. Zanetti, Bologna 1789, p. 259.<br />

197<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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