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Supplemento al n. 37 vol. II - MONETE E MEDAGLIE. Scritti di ...

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BdN suppl. <strong>al</strong> n. <strong>37</strong>.2 (2004)<br />

Francesco Panvini Rosati<br />

Venezia nel 1522 ed una traduzione it<strong>al</strong>iana ne fu fatta d<strong>al</strong> fiorentino Giovanni Bernardo Gu<strong>al</strong>an<strong>di</strong> e<br />

pubblicata a Firenze nel 1562. L’opera del Budé tratta delle <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> monete greche e romane,<br />

specificandone il significato e il v<strong>al</strong>ore rispetto a quelle del suo tempo. Per dottrina filologica e acutezza<br />

critica il De asse è nettamente superiore <strong>al</strong>le opere precedenti e si <strong>di</strong>stacca in pieno anche d<strong>al</strong>le Illustrium<br />

imagines. Quasi contemporanea <strong>al</strong>la Ia e<strong>di</strong>zione del Budé è l’opera <strong>di</strong> Leonardo Porzio, De<br />

sestertio, t<strong>al</strong>entis, ponderibus, mensuris, stipen<strong>di</strong>is militaribus, pubblicata per la prima <strong>vol</strong>ta a Venezia<br />

nel 1516, un anno dopo cioè il De asse del Budé.<br />

Molto maggiore notorietà e influenza rispetto <strong>al</strong> De asse ebbe l’opera <strong>di</strong> Andrea Fulvio. Il rigore<br />

critico e l’approfon<strong>di</strong>mento filologico rendevano il libro del Budé accessibile solo ai dotti, mentre le<br />

Illustrium imagines con le illustrazioni delle effigi imperi<strong>al</strong>i o <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri personaggi famosi e con le notizie<br />

storiche che l’accompagnano rappresentava un’autentica novità e sod<strong>di</strong>sfaceva sia i numismatici che gli<br />

archeologi. In re<strong>al</strong>tà le Illustrium imagines contengono monete m<strong>al</strong>e interpretate, pezzi f<strong>al</strong>si o inventati<br />

e immaginari, così che quasi nullo è il suo apporto per la conoscenza delle monete antiche. L’opera tuttavia<br />

ebbe l’innegabile merito <strong>di</strong> essere la prima in cui le monete venivano usate come fonte iconografica.<br />

Si può <strong>di</strong>re che G. Budè e Andrea Fulvio siano stati gli iniziatori dei due princip<strong>al</strong>i filoni degli stu<strong>di</strong><br />

numismatici: quello ponder<strong>al</strong>e che stu<strong>di</strong>a i rapporti <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore tra i <strong>di</strong>versi sistemi monet<strong>al</strong>i o tra i <strong>di</strong>versi<br />

nomin<strong>al</strong>i nell’ambito dello stesso sistema e quello tipologico che stu<strong>di</strong>a l’aspetto figurativo della moneta<br />

non solo d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista storico ma anche nei suoi rapporti con la grande arte. Ma mentre il De asse<br />

rimase per molto tempo un’opera isolata proprio per il suo rigore filologico e per l’approfon<strong>di</strong>ta conoscenza<br />

delle fonti che l’argomento richiedeva (si può <strong>di</strong>re che l’unica opera in It<strong>al</strong>ia che tratti un argomento<br />

affine è quella del Porzio già citata), le Illustrium imagines ebbero nel sec. XVI molti continuatori<br />

ed imitatori in It<strong>al</strong>ia e <strong>al</strong>l’estero. Spesso si tratta <strong>di</strong> opere in cui non mancano monete m<strong>al</strong>e interpretate,<br />

monete <strong>di</strong> fantasia o veri e propri f<strong>al</strong>si, come, per esempio, l’Epitome thesauri antiquitatum <strong>di</strong> Giacomo<br />

Strada (I e<strong>di</strong>z. Lione 1553; <strong>al</strong>tra e<strong>di</strong>zione, Zurigo, 1557) o il X<strong>II</strong> primorum Caesarum et LX<strong>II</strong>I ipsorum<br />

uxorum et parentum ex antiquis numismatibus <strong>di</strong> Levin Hulsius (<strong>II</strong> e<strong>di</strong>z., Spira 1599).<br />

Di <strong>di</strong>versa impostazione e con un maggiore approfon<strong>di</strong>mento critico le opere <strong>di</strong> Hubert Goltz e <strong>di</strong><br />

Fulvio Orsini. Il primo fu viaggiatore instancabile, visitò la Francia, i Paesi Bassi, la Germania, l’It<strong>al</strong>ia,<br />

stu<strong>di</strong>ando centinaia <strong>di</strong> collezioni e dando inizio a quella schiera <strong>di</strong> numismatici che sentirono l’esigenza<br />

<strong>di</strong> fondare i loro stu<strong>di</strong> non su una o due collezioni soltanto, ma sul più ricco materi<strong>al</strong>e presente nelle<br />

numerose raccolte che si erano venute formando in tutta Europa. Nonostante le severe critiche<br />

dell’Eckhel, che l’accusava <strong>di</strong> contenere molti pezzi f<strong>al</strong>si, l’opera del Goltz Vitae omnium fere imperatorum<br />

imagines (Anversa 1557; nello stesso anno fu pubblicata anche l’e<strong>di</strong>zione francese, Les images presque<br />

de tous les empereurs) è nettamente superiore per la parte antica <strong>al</strong>le opere precedenti, mentre è<br />

ancora <strong>di</strong> fantasia per il tardo antico e per il Me<strong>di</strong>o Evo. Il Goltz fu anche autore <strong>di</strong> un Thesaurus rei<br />

antiquariae (pubblicato ad Anversa nel 1579), in cui è da notare la presenza <strong>di</strong> numerosi in<strong>di</strong>ci (delle<br />

<strong>di</strong>vinità, dei giochi, degli imperatori, delle cose militari, delle regioni, etc.), insoliti per quest’epoca e<br />

che preludono agli in<strong>di</strong>ci moderni.<br />

Contemporaneo del Goltz e pari a lui per fama e per eru<strong>di</strong>zione, in contatto con tutti i dotti del suo<br />

tempo, fu Fulvio Orsini, autore <strong>di</strong> un’opera, Imagines et elogia virorum illustrium et eru<strong>di</strong>torum (Roma<br />

1570), che ebbe meritatamente grande fama e forse fu superiore anche <strong>al</strong>l’opera del Goltz per approfon<strong>di</strong>mento<br />

critico, anche se pur essa non è priva <strong>di</strong> monete inventate. L’Orsini fu anche collezionista e<br />

lasciò <strong>al</strong>la sua morte una ricca raccolta <strong>di</strong> monete romane d’oro, d’argento e <strong>di</strong> bronzo. Altra opera in<br />

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http://www.numismaticadellostato.it

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