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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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Come, da soli, o grazie a poche righe su una guida turistica, sono<br />

arrivati alla porta di legno del suo malandato museo, identificabile<br />

soltanto da una targhetta d'ottone con nome e cognome. Il titolare del<br />

tutto tira fuori di tasca le chiavi, gira tre o quattro mandate, apre,<br />

"attenzione al gradino", e presenta il suo antro, con un gesto circolare e<br />

solenne della mano: "Questa è una bibliooteca - indica metri e metri di<br />

scaffali sbilenchi -, una biblioteca in cui i libri sono le pietre". Ombre<br />

grigie sistemate alla rinfusa. Il dottore preme un tasto e le luci al neon<br />

rivelano tre piccole stanze senza finestre. Si direbbe il deposito dei<br />

doppioni di un istituto di mineralogia.<br />

Accettando la metafora della biblioteca, sembrano libri tutti sullo stesso<br />

argomento o quanto meno rilegati dalla stessa mano. Cambia la<br />

sfumatura di grigio delle pietre, colore dell'asfalto o quasi nere,<br />

allineate sui ripiani in doppia o tripla fila. E cambiano le dimensioni: da<br />

ciottolo a masso. Dal tascabile all'enciclopedia. Javier Cabrera li<br />

individua muovendo una lunga bacchetta, come quella dei maestri<br />

elementari di una volta, e interroga: "Che cosa vedete qui? I continenti,<br />

esatto - approva sfiorando con la punta dell'asticella un approssimativo<br />

mappamondo di pietra -. Non notate altro? Sono sei, giusto. Ce n'è uno<br />

in più. E, dunque, qual è il continente scomparso? Atlantide? Bravi.<br />

Avete già capito".<br />

Una pietra più piccola attira la sua attenzione e la sua bacchetta: "Che<br />

cosa rappresentano per voi queste incisioni? Un drago? No, non<br />

proprio. Osservate meglio: è un brontosauro, vero? Che cosa sta<br />

facendo? Già, sta proprio divorando un uomo. Voi direte: impossibile,<br />

sono animali preistorici, erano estinti da milioni d'anni quando l'uomo è<br />

comparso sulla terra. Invece no: ecco la prova della loro coabitazione"<br />

esulta come se gliel'avesse portata il visitatore.<br />

Nella biblioteca di pietra il tempo si annulla, e tutto sembra davvero<br />

possibile. L'omino millenario inciso con le fattezze e un casco<br />

rudimentale da esploratore spaziale. Il draghetto preistorico che non<br />

riesce ad addentare un angelo. Le tredici costellazioni che l'astronomo<br />

di una perduta civiltà aveva già localizzato in barba agli attuali,<br />

sofisticatissimi telescopi. Le scoperte scientifiche degli ultimi anni, i<br />

grandi successi del progresso sfilano sotto la bacchetta del dottor<br />

Cabrera, sulla superficie levigata dei suoi volumi pietrificati, piombati<br />

dal passato o da un altro pianeta a scardinare tutte le certezze ufficiali.<br />

Pacato, impermeabile ai sorrisi scettici, il profeta di Ica, un ex medico,<br />

prosegue la sua visita guidata fino al cuore del piccolo museo, il suo<br />

studio, pieno di libri di archeologia, astrofisica, palentologia e<br />

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