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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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Alcune delle osservazioni di Baldini, mi trovano pienamente<br />

consenziente; questo mi ha creato qualche incertezza nell'individuare<br />

dove possa situarsi l'origine di quella diversità di vedute invece così<br />

netta in ordine ad altri passi del suo ragionamento. Ma veniamo a ciò<br />

che, pur se con diversa angolazione, condivido: nella Carboneria, il<br />

processo di parassitismo distruttivo, operato da estranei al mestiere, è<br />

stata una realtà che ha avuto analogo ma meno deleterio svolgimento<br />

anche in Massoneria.<br />

In entrambi i casi, la continuità non fu però compromessa, con la<br />

differenza che la situazione della Carboneria, nel XIX sec., era ormai<br />

lontanissima dalla partecipazione dei membri ad una consapevolezza<br />

iniziatica dell'organizzazione d'appartenenza.<br />

In Massoneria, l'aggressione profaneggiante fu operata dai fondatori<br />

della Gran Loggia speculativa del 1717 (i Moderns) ma la tradizione era<br />

ben conservata dai maggioritari Antients. In ogni caso, sebbene<br />

mancanti, sia negli intenti, sia nella conservazione del patrimonio<br />

rituale, non si poteva rimproverare agli Speculativi una soluzione di<br />

continuità nella trasmissione. Questo vulnus non c'è mai stato in alcuna<br />

delle due parti: tutti loro erano già stati iniziati massoni ancorché<br />

Anderson e Desaguliers lo fossero nelle forme limitate che ho<br />

specificato in Mysteria Latomorum. Diverso sarebbe stato il discorso se,<br />

da profano, qualcuno si fosse inventato la cosa, leggiucchiando magari<br />

qua e là, per poi decidere di darsi un travestimento muratorio, come<br />

avrebbe potuto anche preferirne un qualsiasi altro; per l'appunto, quello<br />

pastorale. Infine, nel 1813, con la fondazione della United Grand Lodge<br />

of England (UGLE), fu deciso d'emendare gran parte delle<br />

manchevolezze provenienti da quel settore parallelo, grazie ad un<br />

paziente lavoro di ricucitura, affidato ad un'apposita Lodge of<br />

Reconciliation. Questa, quattro anni dopo ossia nel 1817, portò a<br />

termine un lavoro non facile ma che, in linea di massima, è rimasto<br />

immutato sino ad oggi.<br />

Non vedo quindi in qual modo si possa fare ironia sulla continuità e<br />

sulla discendenza da un'origine, collocabile in illo tempore, della<br />

Massoneria giunta sino ai nostri giorni. Si può invece concordare su<br />

un'eterogeneità dei fini, ben espressa dal denunciato<br />

dal Baldini; superfetazione però che si deve sempre intendere parziale,<br />

limitata a gruppi, correnti e individui e, quasi mai, disgiunta dalla<br />

consapevolezza di ciò che, di difforme, si stava facendo. Inoltre, anche<br />

il pleonasmo laicizzante e politico di alcune Obbedienze dei paesi<br />

cattolici non è imputabile alla UGLE, che sempre lo ha condannato con

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