N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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come la nostra dama. I Matronalia, festa in suo onore, dedicata al<br />
risveglio della natura e alla fertilità dei campi, degli animali e delle<br />
donne, si tenevano alle Calende di Marzo, cioè all'inizio della<br />
primavera. Il nome "Iuno" poi deriva da "iun-", forma sincopata di<br />
"iuven-", contenendo dunque l'idea di "forza vitale", "giovinezza".<br />
La dea è già incinta di Marte, dio non solo della guerra ma anche<br />
preposto alla tutela delle messi, cui era dedicato il mese di Marzo,<br />
primo mese della primavera e primo mese dell'anno secondo i latini.<br />
Le tre Grazie - anch'esse menzionate in Ovidio - sono verosimilmente<br />
quelle adorate ad Eleusi, ossia Auxò, Tallò e Carpò , nomi che evocano<br />
la crescita, il germogliare delle piante e la piena maturità dei frutti. È<br />
quindi constatabile una simmetria anche semantica tra Zefiro e Auxò,<br />
Chloris e Tallò, Flora e Carpò, spiegata facilmente con il fatto che la<br />
sequenza Zefiro - Chloris - Flora è una serie di sviluppo naturale: è il<br />
vento tiepido di primavera che aiuta i verdi e teneri germogli (Chloris =<br />
chloros = verde pallido) a fiorire. Ora, le tre Cariti - come abbiamo<br />
visto - ripetono esattamente la stessa sequenza.<br />
Giunone concepisce "dummodo casta": a mio avviso è per significare<br />
questo che Cupido, assente dal brano di Ovidio, viene inserito da<br />
Botticelli nella composizione. Egli rivolge la sua freccia verso la Grazia<br />
Tallò (Viriditas), quella vergine, che rappresenta appunto la Castità.<br />
Così Botticelli figura il desiderio di Giunone. Infatti nel caso in<br />
questione la gravidanza non è la mera conseguenza della copulazione,<br />
cioè di un desiderio sessuale. Naturalmente, il Cupido in questione è<br />
figlio di Venere Urania, non di Venere Pandemia.<br />
Noi vediamo allora che, in questa prospettiva, all'unità formale della<br />
parte destra della composizione corrisponde l'unità testuale e semantica<br />
di una lunga citazione da Ovidio che costituisce una straordinaria<br />
celebrazione della primavera.<br />
Prendiamo ora in considerazione la figura del giovanotto sulla sinistra<br />
del dipinto, formalmente fuori simmetria. Questo "in più" formale va<br />
letto secondo me nel modo seguente: il quadro è diviso in due parti<br />
giustapposte il cui senso si equivale, cioè l'una spiega l'altra, come in<br />
una specie di equazione, formale perché semantica.<br />
I calzari alati e il caduceo sono ovviamente sufficienti a identificare il<br />
personaggio come Mercurio. Anch'egli è assente dal racconto di Ovidio,<br />
tuttavia sappiamo che, per tradizione, era considerato scorta e duce<br />
delle Grazie: Botticelli, introducendolo nella composizione, sfrutta<br />
dunque la compiacenza di un tópos letterario. Tuttavia, proprio in<br />
relazione all'aggiunta di Cupido e Mercurio, dobbiamo sottolineare che<br />
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