N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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tecnologia avanzatissima, patrimonio di una umanità sconosciuta. Altra<br />
teoria a sostegno dell'ipotesi di Fawcett.<br />
E ancora: esaminando le incisioni che mostravano cavalli e lama con<br />
cinque dita, Cabrera si ricordò che un archeologo peruviano - Julio C.<br />
Tello - aveva pubblicato uno studio sui queros di stile Tiahuanaco<br />
(stoffe con figure intessute), in cui vi erano lama con cinque dita, come<br />
nei lama preistorici e non come in quelli attuali che hanno zoccoli<br />
bipartiti. Alcuni studiosi avevano giudicato quei disegni come il<br />
prodotto della fantasia di artisti pre-colombiani che avevano voluto<br />
umanizzare i lama. Ma, a distanza di pochi anni, lo stesso Julio Tello<br />
aveva scoperto scheletri di lama con cinque dita. Questo ritrovamento,<br />
che avrebbe dovuto interessare archeologi e paleontologi, passò del<br />
tutto inosservato, così come era stata ignorata la scoperta di antropologi<br />
indiani, comunicata alla Accademia delle Scienze dell'U.R.S.S. nel<br />
1973, di fossili umani estratti da rocce mesozoiche (fra i 230 e i 63<br />
milioni di anni fa). Cabrera ebbe questa notizia dal dottor A. Zoubov,<br />
antropologo russo e membro dell'Accademia delle Scienze, in occasione<br />
di una sua visita per una serie di conferenze nei paesi latino americani.<br />
E proprio a Ocucaje, nel 1989, Jimenez del Oso rinvenne una colonna<br />
vertebrale umana accanto a fossili di dinosauri. Con queste conferme<br />
Cabrera si convinse che la sua teoria aveva solide basi scientifiche.<br />
A mano a mano che la collezione di pietre si arricchiva di nuovi<br />
esemplari, lo stupore di Cabrera aumentava. Quando vide incisioni che<br />
illustravano complesse operazioni chirurgiche, altre in cui degli uomini<br />
scrutavano il cielo con telescopi, o muniti di lenti di ingrandimento<br />
osservavano divisioni di cellule e altri dettagli microscopici, ed<br />
esemplari con disegni di macchine volanti, ebbe la certezza che quella<br />
specie di biblioteca di pietre era stata creata per tramandare una serie di<br />
notizie sul grado di civiltà e di sviluppo scientifico e tecnologico di<br />
un'umanità che aveva abitato il pianeta in un'epoca imprecisata, ma<br />
certamente remota.<br />
Con lo studio sistematico di oltre cinquecento pietre, si accorse che<br />
certi segni si ripetevano in posizioni diverse a seconda delle diverse<br />
situazioni. Ne dedusse che si doveva trattare di una forma di<br />
crittografia. E alla fine, con una buona dose di intuizione e di fortuna,<br />
riuscì a interpretare il significato di un buon numero di segni: spirali,<br />
triangoli, rombi, reticoli, foglie, frecce, linee, e arrivò a decodificare<br />
quella specie di linguaggio simbolico. La foglia era il simbolo della vita<br />
e indicava la trasformazione dell'energia solare in energia elettronica; le<br />
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