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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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il centro del medesimo. La gravità non è altro che la spinta archimedea<br />

dell'etere applicata ai corpi celesti, e originata dalla sua maggiore forza<br />

centrifuga.<br />

Ora questa teoria si presta ad almeno una sostanziale obiezione: questa,<br />

dovuta a Johann Bernoulli, fu pubblicata nel 1696 in un articolo sugli<br />

Acta Eruditorum, nel quale veniva dedotto che, in un vortice di tipo<br />

cartesiano, la gravità si sarebbe dovuta osservare verso l'asse del<br />

vortice, e non verso il centro dello stesso.<br />

Leibniz conosceva bene questo argomento, e diede la sua personale<br />

interpretazione (anzi ne diede due!): "E, come del resto è qui tacito, è<br />

necessario che questo etere sia mosso attorno alla terra non per<br />

l'equatore o per i paralleli, ma per circoli massimi, come sono i<br />

meridiani (altrimenti i gravi tenderebbero all'asse e non al centro), ma in<br />

questo modo è necessario l'etere stesso essere assai raccolto verso i poli;<br />

da ciò non appare in che modo i gravi, nei luoghi vicini ai poli e<br />

all'equatore, vengano spinti nello stesso modo verso il centro, il che<br />

tuttavia è fatto, né tanto è osservata, insegnano i fenomeni, differenza<br />

sensibile. ... Può essere assegnata un'altra causa della medesima, non<br />

soggetta a questa difficoltà, concependo un'esplosione di questa tal<br />

materia [l'etere] dal globo della terra, o dagli altri [astri] del cielo,<br />

propulsa in tutte le direzioni, con la quale è prodotta una qualche<br />

radiazione analoga alla radiazione della luce; così certamente abbiamo<br />

recesso dal centro della materia eterea, la quale, per la medesima forza<br />

di recedere dal centro, che i corpi più grandi non hanno, li spinge verso<br />

il centro, o li rende gravi."<br />

Assistiamo quindi ad una evoluzione della concezione del vortice<br />

cartesiano: non più solo un movimento rotatorio attorno al centro, ma<br />

anche un movimento trasversale uscente da detto centro. Questa<br />

spiegazione risolve apparentemente il grave problema della simmetria<br />

sferica dell'azione gravitazionale, ma ne apre di nuovi (e forse più<br />

gravi). Si deve ammettere in effetti che tali moti eterei divenivano<br />

estremamente complicati. Leibniz arrivò ad una conciliazione di queste<br />

cose in un modo inusuale.

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