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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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piani differenti e ciò gli consentisse da una parte di non rinnegare il suo<br />

amato Origene, dall'altra di non rifiutare del tutto l'idea del primato<br />

mariano. Infatti, qualora per "Immacolata Concezione" s'intendesse<br />

volgarmente il concepimento senza unione sessuale, egli deve ben aver<br />

teso a dar piena ragione a Origene. Ma tuttavia, nel suo modo tipico,<br />

egli deve averla considerata - attraverso la testimonianza ovidiana -<br />

anche la cristianizzazione di un mito pagano da riferire al rinnovamento<br />

annuale della natura, in una visione platonico-naturalistica<br />

dell'Immacolata Concezione che, se fosse stata esposta apertamente,<br />

avrebbe potuto attirare su di lui gli strali della Santa Chiesa.<br />

Tipicamente - e ancora una volta origenianamente - egli deve averla<br />

considerata vera solo in modo allegorico.<br />

Da buon allievo di Ficino, Sandro Botticelli ci dice insomma - con tutta<br />

la discrezione che la prudenza poteva suggerire a quei tempi - che il<br />

mistero dell'Immacolata Concezione non è altra cosa da ciò che cifrano<br />

i miti antichi cui si riferisce, ossia quello del rinnovamento ciclico della<br />

natura. In effetti, nell'ambiente del neoplatonismo fiorentino,<br />

l'eguaglianza di tutte le religioni era proprio costituita nel loro rendere<br />

percettibili per il volgo delle verità naturali universali e impercettibili.<br />

Come ci si poteva attendere, il quadro non fa altro che rispecchiare una<br />

parte significativa delle credenze filosofiche professate in modo<br />

discreto dai componenti dell'Accademia Fiorentina.<br />

Naturalmente non sono sicuro della mia interpretazione e non intendo<br />

certo combattere battaglie in sua difesa: mi limito ad offrirla al giudizio<br />

degli specialisti segnalando che rispetto a quella tradizionale ha, ai miei<br />

occhi, indubbi vantaggi:<br />

- innanzitutto essa - a differenza della tradizionale - rende<br />

scrupolosamente conto della struttura formale del dipinto;<br />

- è perfettamente compatibile con il pensiero generalmente espresso dai<br />

membri dell'Accademia Fiorentina, di cui Botticelli faceva parte;<br />

- spiega l'enigmaticità del dipinto con il suo esprimere discretamente<br />

un'opinione molto complessa e delicata su un tema allora assai<br />

controverso;<br />

- conferma, prolungandolo, gran parte del migliore lavoro esegetico<br />

fatto dagli specialisti.<br />

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