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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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126<br />

tradizione razionalistica. 13 Nella socialità postmoderna assume un ruolo<br />

centrale il sentimento, inteso come partecipazione affettiva conglobante<br />

non razionale, come esplicita regressione alle forme più elementari<br />

radicate "nello slancio vitale della vita vegetale". In questo nuovo<br />

ordine confusionale il soggetto tradizionale, fondato sul principio di<br />

individuazione, si dissolve per confondersi nel tutto e nell'indiviso: il<br />

nuovo "soggetto" non domina se stesso, non progetta nel tempo e non<br />

progetta il tempo, ma vive l'istante e in esso si esaurisce in un ciclo<br />

senza fine.<br />

Si starebbe già configurando una nuova etica sociale fondata sul<br />

godimento improduttivo, che rifiuta l'utilitarismo e il linearismo storico<br />

di tipo teleologico, le separazioni artificiose e limitatrici stabilite dalla<br />

tradizionale logica amministrativa della ratio: Prometeo, che ha ormai<br />

realizzato il suo compito, è divenuto anacronistico e cede alla rivincita<br />

di Dioniso, lascia il passo ad un mutamento di valori profondo e<br />

positivo: "la fine di un certo senso della Storia, le "rovine del senso", il<br />

fallimento del politico o la stanchezza dell'economia non rinviano<br />

necessariamente al catastrofismo. [...] La saturazione dei valori<br />

prometeici che hanno trionfato per un periodo [...] nel nostro ambito di<br />

civiltà, non implica minimamente una qualunque apocalisse"; al<br />

contrario, si sviluppano "reticoli di solidarietà che testimoniano la<br />

perduranza del voler-vivere collettivo", emerge una sorta di<br />

"umanesimo antropologico che può far dire: "Niente di ciò che è infraumano...<br />

mi è estraneo"", le cui manifestazioni più significative sono "la<br />

relativizzazione della morale del lavoro, l'accentuazione del corpo,<br />

l'erranza polimorfa, il disimpegno ideologico, i gruppi puntuali di<br />

consumo, i reticoli di cameratismo amoroso, l'importanza<br />

dell'abbigliamento e della cosmetica". 14 Emerge di fatto una nuova<br />

socialità, fondata su una sorta di originaria "simpatia universale" che ha<br />

superato il principio di individuazione e tende all'autopienezza, all'unità<br />

contraddittoriale delle origini, e che ha come segno emblematico la<br />

bisessualità. 15 L'idea di una struttura originaria anteriore a separazioni e<br />

gerarchie richiama ciò che Freud aveva tentato di esprimere nella<br />

nozione, assai discutibile se non aporetica, di "narcisismo primario", di<br />

uno stadio della vita psichica anteriore alla costituzione dell'Io e a<br />

qualsiasi investimento oggettuale. È quindi nel segno della ripetizione e<br />

dell'amplificazione di una sorta di "narcisismo primario" che dovrebbe<br />

costruirsi la nuova socialità postmoderna.<br />

La problematicità di queste "nuove" categorie etiche e sociali è<br />

evidente. Ma, anche a volerle assumere provvisoriamente senza critica,

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