N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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linee parallele erano il simbolo della vita vegetale, di un'energia<br />
organica e biologica di grado inferiore; le quadrettature oblique e le<br />
losanghe indicavano la vita animale; le linee verticali e orizzontali, la<br />
vita umana; le piramidi, complessi energetici di assorbimento, accumulo<br />
e distribuzione di energia.<br />
Ma le incisioni che più interessarono Cabrera, proprio per il fatto di<br />
essere medico e chirurgo, furono quelle della serie sulla medicina e<br />
sulla chirurgia, Su pietre di enormi dimensioni - circa 90 centimetri di<br />
diametro e quasi 500 chili di peso - vide illustrate le varie fasi di parti<br />
naturali e di parti con taglio cesareo; molti tipi di anestesia - compresa<br />
quella per agopuntura - operazioni di asportazione di tumori, di<br />
trasfusioni di sangue e, impensabili in quegli anni (Christian Barnard<br />
non aveva ancora compiuto il suo primo trapianto di cuore), operazioni<br />
di trapianti di cuore, appunto, oltre che di fegato, di reni e addirittura di<br />
emisferi cerebrali.<br />
Notò che gli individui impegnati in attività importanti portavano dei<br />
copricapo apparentemente fatti di piume - ma che a un più attento<br />
esame capì che erano foglie - mentre altri esseri ne erano sprovvisti,<br />
quasi a suggerire la presenza di vari tipi con caratteristiche diverse.<br />
Fu proprio la foglia a fornirgli la prima chiave di lettura di quel<br />
linguaggio ermetico. Aveva contato più di cento posizioni in cui la<br />
foglia era collocata all'interno delle composizioni, evidentemente per<br />
suggerire differenti interpretazioni a seconda di come era accostata ai<br />
vari elementi.<br />
Cabrera si chiese se la costante presenza di foglie non indicasse una<br />
funzione particolare. Esaminando una serie di incisioni in cui dei raggi<br />
di sole si insinuavano fra le foglie dei copricapo dei personaggi<br />
importanti, e terminavano alla base delle loro teste, arrivò a puntare la<br />
sua attenzione sulla ghiandola pineale, o epifisi, presente alla base del<br />
cervello, in prossimità della nuca.<br />
Dell'epifisi la scienza sa poco, perché solo recentemente ha<br />
cominciato a interrogarsi sulla sua funzione. Oggi sappiamo che<br />
produce la melatonina, un ormone legato al sistema delle endorfine, che<br />
presiede ai ritmi del sonno e della veglia, e quindi all'alternanza<br />
energetica senza la quale un organismo non può reggere. Benché si<br />
trovi all'interno della scatola cranica, riceve la luce del sole attraverso<br />
un circuito nervoso che trasmette la luce dalla retina fino alla ghiandola.<br />
Più di venti anni fa, quando l'epifisi veniva ancora definita inutile,<br />
Javier Cabrera rilasciò queste dichiarazioni alla rivista argentina "El