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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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riportavano notizie di luoghi fertili, ricchi di fiumi e di porti, e che<br />

quindi avrebbero potuto dare lavoro alla massa di poveri e diseredati<br />

gravitante intorno alla capitale 14 .<br />

Non bisogna dimenticare, inoltre, che un importante precedente alla<br />

colonizzazione dell'America fu costituito per la nobiltà inglese dalla<br />

conquista dell'Irlanda. L'isola, che nel XV secolo si era retta su un<br />

sistema di governo affidato alle famiglie aristocratiche locali<br />

discendenti dal ceppo inglese che dominavano la popolazione di origine<br />

gaelica, venne sconvolta nel suo assetto dalla politica di Enrico VIII.<br />

Questi impose al paese la religione protestante, abolì i monasteri e<br />

mandò a morte i capi dell'eminente famiglia Fitzgerald di Kildare,<br />

creando un diffuso malcontento tra la popolazione. La nuova religione<br />

non aveva ancora fatto presa quando si profilò la minaccia di<br />

un'invasione spagnola; il papa stesso mandò dei soldati nel tentativo di<br />

riconquistare l'isola al cattolicesimo ed Elisabetta si vide pertanto<br />

costretta ad intervenire. Prima i militari e poi una legione di gentlemenadventurers<br />

tra il 1565 e il 1574 invasero l'Irlanda, distrussero le magre<br />

risorse dei nativi e decimarono la popolazione di origine gaelica,<br />

giustificandone la strage in quanto gente "pagana" e "barbara". Come i<br />

Romani avevano un tempo civilizzato gli antichi Bretoni, così gli<br />

Inglesi ritenevano fosse ora loro diritto ed anzi precipuo dovere<br />

soggiogare gli Irlandesi per poterli condurre gradatamente alla civiltà.<br />

Destituirono quindi tutti i loro Signori, giudicandoli indegni del<br />

comando perché "crudeli", "cannibali" e "tiranni", e colonizzarono<br />

l'Irlanda spartendosene i feudi e procacciandosi illustri titoli nobiliari.<br />

Lo stesso Gilbert aveva partecipato a tale impresa e così pure Sir Walter<br />

Raleigh, Sir Ferdinando Gorges, Ralph Lane e Richard Grenville, tutti<br />

uomini che di fatto si sarebbero recati in America e che, memori<br />

dell'esperienza irlandese, si sarebbero portati dietro un ristretto ma<br />

efficace bagaglio di convinzioni: ogni colonia doveva avere una base<br />

militare; l'indolenza e la barbarie dei nativi giustificavano l'invasione;<br />

quella terra, come già l'Irlanda, rappresentava una nuova possibilità di<br />

accrescere le ricchezze personali, di rendere un servizio alla Corona e di<br />

difendere la causa della vera religione in contrapposizione alla Spagna e<br />

al papato 15 .<br />

"Gli insuccessi incontrati più volte finora da Spagnoli e Francesi nei<br />

paesi a nord della Florida", scrive Edward Hayes, relatore del viaggio di<br />

Gilbert verso le terre settentrionali d'America (1583), "ci inducono a<br />

pensare che Dio ha destinato gli Inglesi a far cristiane quelle terre e a<br />

portarvi la civiltà [...]. Sembra che Dio onnipotente stia dalla nostra

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