N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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semanticamente tra loro le figure di Venere, Cupido, le Cariti e<br />
Mercurio, non vi si trova invece nulla che riallacci Venere all'episodio<br />
narrato da Ovidio.<br />
Faccio notare che la figura femminile centrale è palesemente incinta: se<br />
è vero che le donne di Botticelli hanno tutte il ventre un po' arrotondato,<br />
questa lo ha in modo assai più marcato delle altre, cosa fortemente<br />
sottolineata dal panneggio della tunica e del manto. Si tratterebbe<br />
dunque più precisamente di trovare, nella letteratura accessibile a<br />
Botticelli, qualcosa che riallacci una qualche gravidanza di Venere alla<br />
favola di Flora: altrimenti l'interpretazione tradizionale rimane segnata<br />
da un fastidioso iato semantico.<br />
A mio avviso ciò è imperativamente richiesto anche dalla struttura<br />
stessa della composizione. Pur essendo in questo campo un profano,<br />
nemmeno io fatico a vedere che, se vi si elimina la figura di Mercurio, il<br />
quadro trova una perfetta simmetria: ai lati due gruppi di tre figure e al<br />
centro due figure sovrapposte lungo l'asse verticale mediano. Questo<br />
insieme, essendo formalmente unitario, deve esserlo anche<br />
semanticamente. Ma il problema è, appunto, che non si sa quale<br />
rapporto semantico ci sia tra Venere e il gruppo Zefiro - Chloris - Flora.<br />
L'unica figura che non è formalmente unita alle altre - o lo è solo<br />
secondariamente, a causa dell'inquadramento generale della<br />
composizione - è quella di Mercurio: è quindi la sola che potrebbe<br />
godere di una certa qual autonomia semantica. Si noti che, se<br />
considerata a sé, anche la parte che contiene Mercurio è simmetrica,<br />
naturalmente su quell'unica figura: la rappresentazione è cioè divisa in<br />
due parti in sé simmetriche che, giustapposte, creano un'asimmetria<br />
formale. Quest'ultima è poi corretta metricamente perché il quadro non<br />
risulti completamente sbilanciato, nel senso che lo spazio materiale<br />
concesso alle tre figure all'estrema destra è un po' più esteso di quello<br />
concesso alle tre Grazie, ma non tanto da riassorbire del tutto<br />
l'asimmetria. Si potrebbe anzi dire che, abbellendola, Botticelli la<br />
sottolinea.<br />
A causa di quanto precede, gli aspetti formali del quadro dicono<br />
chiaramente - secondo me - di due sensi distinti e conchiusi in se stessi,<br />
che l'artista pone in relazione tra loro.<br />
Ora, la difficoltà dell'interpretazione tradizionale - che, come ho detto,<br />
riunisce semanticamente Venere, Cupido, le Cariti e Mercurio mentre<br />
ne lascia separati Zefiro, Chloris e Flora - sta proprio nel fatto che non<br />
rispetta minimamente la struttura formale in quanto la scissione<br />
semantica del quadro che essa propone non vi trova corrispondenza.