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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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vigore e barbarie, innocenza e paganesimo" - "cominciò ad essere<br />

riferita ai creoli - cioè ai nordamericani di discendenza europea - [...]<br />

nella convinzione che questi ultimi avessero deliberatamente copiato<br />

dai primi modi di fare e tecniche e che di conseguenza avessero anche<br />

acquisito certe particolari loro caratteristiche" 38 .<br />

In conclusione, si può osservare come l'ideologia coloniale inglese fu<br />

nel suo complesso prevalentemente ispirata da immagini tratte<br />

dall'universo simbolico veterotestamentario piuttosto che<br />

dall'osservazione diretta della natura come i nuovi metodi di<br />

conoscenza proponevano. Nel corpus di opere esaminato, questa stessa<br />

linea di separazione tra vecchio e nuovo modo di rapportarsi al reale<br />

potrebbe essere ricondotta in un certo senso anche all'antitesi<br />

norma/trasgressione, se si intendesse raggruppare sotto la<br />

denominazione di 'trasgressivi' rispetto alla norma quegli autori,<br />

un'esigua minoranza, che cercarono di accostarsi al 'diverso' con<br />

maggiore obiettività ed un certo interesse conoscitivo. Harriot, Smith,<br />

Wood, Morton e Williams, tutti accomunati ad esempio e non a caso dal<br />

fatto che conoscessero la lingua degli Indiani, dettero prova con le loro<br />

opere di un atteggiamento mentale che li portò a considerare la nuova<br />

società incontrata anche come soggetto, internamente autonoma e dotata<br />

di una sua struttura. In realtà, però, per le esigenze di supporto alla<br />

colonizzazione in cui tutti furono in varia misura coinvolti, nessuno di<br />

essi poté sottrarsi del tutto al più consono meccanismo dell'invenzione.<br />

Lo stesso resoconto di Thomas Harriot, nella sua veste scientifica, si<br />

rivelava strumento di controllo quanto mai efficace della nuova realtà<br />

nel rassicurare il lettore, attraverso il racconto delle opinioni dei nativi,<br />

dell'indiscutibile superiorità della cultura e della tecnologia europee e<br />

nella valutazione, espressa dall'autore, che l'intelligenza stessa degli<br />

indigeni li avrebbe presto indotti "ad abbracciare la verità e di<br />

conseguenza ad onorare, obbedire, temere ed amare" gli Inglesi. John<br />

Smith, che non aveva mai messo in dubbio la necessità di sottomettere<br />

gli Indiani, aveva finito con l''inventare' una Pocahontas nel ruolo di<br />

salvatrice dell'eroe bianco quando la principessa indiana si era<br />

convertita all'anglicanesimo, aveva sposato un inglese di nome John<br />

Rolfe ed era stata persino ricevuta a Corte in qualità di principessa<br />

(1616), e quando i mutati rapporti di forza nella Virginia del 1624 (data<br />

della sua Generall History) non potevano far nascere dubbi sul<br />

significato del suo gesto quale riconoscimento e accettazione della<br />

superiorità dei valori dei Bianchi 39 . William Wood, che era ricorso<br />

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