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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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I vari individui appartenenti a un diverso livello evolutivo - che<br />

Cabrera identificò in cinque tipi differenti - sono riconoscibili da certi<br />

segni caratteristici che rivelano le loro diverse capacità e attitudini.<br />

Un'altra serie di pietre di eccezionale interesse è quella sui trapianti di<br />

cuore, composta da otto esemplari fra i più imponenti della collezione -<br />

misurano dai 60 agli 80 cm di diametro, e pesano fino a 400 chili - su<br />

cui si possono seguire le varie fasi dell'intervento, dall'espianto<br />

dell'organo dal corpo del donatore al reimpianto nel paziente ricevente.<br />

Il particolare che più colpì Cabrera fu la costante presenza di una donna<br />

in evidente stato di gravidanza collegata, per mezzo di una cannula<br />

inserita nell'arteria radiale, sia al cuore già rimosso e pronto per essere<br />

trapiantato, sia al paziente ricevente, con l'evidente funzione di<br />

trasfondere sangue. Riflettendo su quel dettaglio sorprendente, Cabrera<br />

si rese conto che le incisioni suggerivano che nel sangue di una donna<br />

incinta esiste un principio attivo che impedisce il rigetto di un organo<br />

estraneo. Infatti, cos'è un feto se non un individuo per metà estraneo alla<br />

madre che lo ospita? Eppure è tollerato nonostante sia anche il prodotto<br />

di un codice genetico diverso, e cioè quello contenuto nel nucleo degli<br />

spermatozoi del padre.<br />

Dai dottori Ronald Finn e Charles St. Hill, del Royal Southern<br />

Hospital di Liverpool, nel 1980 venne la conferma dell'esattezza di<br />

quell'applicazione. Infatti i due ricercatori ebbero esiti positivi, ossia<br />

non ebbero rigetti, in esperimenti di trapianti di fegato, di reni e di<br />

cuore in animali trasfusi con plasma sanguigno prelevato da femmine<br />

gravide, per la presenza di una sostanza immuno-depressoria non bene<br />

identificata. Probabilmente un ormone diverso dal progesterone, già<br />

sintetizzato e sperimentato, ma che non sempre si è rivelato efficace per<br />

prevenire l'aborto, che in effetti è un rigetto.<br />

La conclusione di Cabrera fu che l'umanità glittolitica aveva raggiunto<br />

una vasta e profonda conoscenza della scienza medica. Le cinquanta<br />

pagine del V capitolo del suo libro sono dedicate alla spiegazione di<br />

come venivano eseguite operazioni chirurgiche molto complesse,<br />

soprattutto quelle di trapianto di vari organi. Quanto alle terapie<br />

mediche, unendo le conoscenze desunte dalle incisioni con quelle<br />

acquisite dalla moderna medicina occidentale, Cabrera ha proposto un<br />

nuovo ordinamento molecolare che ha descritto in una tesi dal titolo<br />

"Teoria Biomicrofisica di Immunologia del Cancro", a cui ha<br />

collaborato il suo assistente, il dottor Luíz Cáhua Acuña.

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