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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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Sempre nella serie sulla chirurgia sono illustrate operazioni al cervello<br />

e sostituzioni di emisferi cerebrali. In una incisione appare chiaro,<br />

naturalmente in forma simbolica, il processo di trasmissione di codici di<br />

conoscenza fra esseri di diversa struttura ed evoluzione. Infatti un<br />

disegno mostra su un lato della pietra un individuo con il copricapo di<br />

foglie, perciò un essere superiore, e sull'altro un essere dall'aspetto<br />

quasi animalesco. Una delle foglie che coronano la testa dell'essere<br />

superiore si allunga fino a inserirsi nella testa dell'altro individuo<br />

pressoché scimmiesco. Ricordando che la foglia è il simbolo della<br />

carica energetica e dell'evoluzione intellettiva, è evidente l'allusione alla<br />

possibilità di trasmettere informazioni da soggetto a soggetto. Le<br />

incisioni suggerirebbero, insomma, che l'evoluzione umana non sarebbe<br />

stata un processo naturale e spontaneo, ma sarebbe stata programmata e<br />

diretta da individui appartenenti a una civiltà più avanzata su soggetti<br />

biologicamente e intellettualmente inferiori. Secondo Cabrera, gli autori<br />

delle incisioni sarebbero stati proprio questi individui che, una volta<br />

ricevuti i codici di conoscenza, furono in grado di tramandare quanto<br />

era stato loro trasmesso.<br />

A questo punto mi permetto uno sconfinamento nel paranormale<br />

(d'altra parte, quanto c'è di normale in tutto quello che sto<br />

raccontando?). Ecco il risultato di un esame psicoscopico eseguito da<br />

una sensitiva in stato di trance su una pietra incisa, di cui non<br />

conosceva né la provenienza né la storia: "Vedo due individui. Un<br />

occhio vigile che guarda; un pungolo nella mano dell'altro. Com'è<br />

veloce il disegno! Quasi nemmeno pensato ed è già finito. E' l'occhio di<br />

chi guarda, però, che sta guidando. La pietra mi dice: pazienza e<br />

osservazione. La vedo in mezzo ad altre. Non a caso i disegni sono<br />

ripetuti in tutta una serie. La soluzione è nella serie: non c'è il tre senza<br />

il due, non c'è il quattro senza il tre. Io vado dentro la terra… vado a<br />

segnare. Io segno, tu mi guardi. Tu con gli occhi mi dici quello che<br />

devo segnare e io segno quello che tu dici, perché tu sei che sai. Io non<br />

so. Io eseguo con la mano quello che tu mi dici con gli occhi, perché tu<br />

sai. Tu sai la vita: tu sai il prima e il dopo; tu sai dirmi come sarà, tu sai<br />

dirmi quello che è stato. Io solo segno. Altri ancora segnano: altri già<br />

prima hanno segnato". Improvvisamente la sensitiva comincia ad<br />

agitarsi e a respirare affannosamente. "Acqua… vedo acqua. Acqua che<br />

bagna e liscia… acqua che lava… lava anche il ricordo! Lava tutto.<br />

Quanta acqua! Quanta acqua al passaggio di chi è stato! Basta! Non<br />

posso più tenere questa pietra! Non la voglio più! Toglietemela!… Ah,<br />

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