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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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60<br />

alla Generall Historie in The Complete Works of Captain John Smith, ed. P.L.<br />

Barbour, 3 vols, Chapel Hill and London, University of North Carolina Press, 1986.<br />

30 "Le nostre mani, che prima erano tenute legate dalla gentilezza e dalla correttezza,<br />

sono ora poste in libertà dalla violenza traditrice dei selvaggi...", scrive Edward<br />

Waterhouse subito dopo l'uccisione di 350 coloni. Gli Indiani, nelle sue parole,<br />

"sono per natura indolenti e pigri, viziosi, melancolici, sudici, di aspetto sgradevole,<br />

bugiardi, di scarsa memoria, di nessuna costanza e affidabilità...", A Declaration of<br />

the State of the Colony in Virginia, London, 1622, cit. anche in E. Dudley and M.E.<br />

Novack (eds), The Wild Man Within, Pittsburgh, University of Pittsburgh Press,<br />

1972.<br />

31 Così viene definito, ad esempio, l'Indiano Squanto dal governatore di Plymouth,<br />

William Bradford, nella sua History of Plymouth Plantation, 1606-1646, ed. W.T.<br />

Davis, New Jersey, Barnes and Noble, 1982. Squanto era stato catturato in una<br />

precedente spedizione dagli Inglesi al seguito di John Smith; a Londra, era stato<br />

servo di un mercante per due anni e si era poi rimbarcato per l'America. Conoscendo<br />

l'inglese, Squanto funse da intermediario tra gli Wampanoags e i Padri Pellegrini,<br />

insegnò a quest'ultimi dove pescare, come piantare il mais e si rivelò<br />

un'indispensabile guida. Eppure Bradford non spende parole per commemorare la<br />

sua morte se non appunto per esaltare l'opera della Divina Provvidenza che lo aveva<br />

messo sulla loro strada. E' noto che la tradizione del "Thanksgiving" risale alla festa<br />

di "Ringraziamento" che i Padri Pellegrini, circa un anno dopo il loro sbarco,<br />

rivolsero a Dio per essere stati salvati durante l'inverno precedente dagli Indiani che<br />

li avevano sfamati portando loro tacchino e mais.<br />

32 Esemplare, a questo proposito, è il resoconto della guerra, che i Puritani<br />

condussero nel 1637 contro i Pequots, scritto dal Capitano John Mason circa<br />

vent'anni dopo lo sterminio della tribù affinché non andasse persa la memoria<br />

dell'evento: A Brief History of the Pequot War, in C. Orr (ed.), History of the Pequot<br />

War, Cleveland, 1897, reprint, New York, AMS Press, 1980, pp. 1-46. L'autore<br />

descrive con estrema crudezza l'incendio da lui appiccato all'intero accampamento<br />

dei Pequots, in cui persero la vita circa 400 Indiani, concludendo: "Così Dio fu visto<br />

sulla Montagna schiacciare i suoi fieri nemici e i nemici del suo popolo... ...bruciarli<br />

nel fuoco della sua collera, e concimare la terra con la loro carne: fu un'azione del<br />

Signore, ed è meravigliosa ai nostri occhi! E' lui che ha fatto la sua opera<br />

meravigliosa e perciò deve essere ricordata".<br />

33 Thomas Morton era arrivato in America nel 1624 e si era stabilito presso la<br />

colonia del capitano Wollaston (l'odierna Quincy nel Massachussetts). Durante<br />

l'assenza dei capi, secondo quanto scrive Bradford nella History of Plymouth<br />

Plantation, Morton avrebbe indotto i servi a ribellarsi, promettendo loro una<br />

compartecipazione nei proventi della colonia, e sarebbe caduto nella licenziosità e<br />

nella dissolutezza più sfrenate invitando a danzare tutti, indiani e indiane comprese,<br />

intorno a un Albero di Maggio "come se avessero vivificato di nuovo e celebrato le<br />

feste della Dea dei Romani Flora, o le usanze bestiali dei folli Baccanali" (p. 238).<br />

Ben diversa la versione data da Morton nel suo New English Canaan, pubblicato ad

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